Michela Auriti, Oggi 17/12/2014, 17 dicembre 2014
MONTECARLO, DUE GEMELLI DA PRIMATO
Principato di Monaco, dicembre
Alle 17.04 di mercoledì 10 dicembre, il primo vagito è di Gabriella Thérése Marie. Due minuti dopo, ecco Jacques Honoré Rainier. Arriva secondo, ma a Monaco ancora si privilegia la linea maschile e dunque il principe ereditario è lui. Nascono con taglio cesareo e con un paio di settimane d’anticipo. Mamma Charlene è entrata in mattinata all’ospedale Principessa Grace, Alberto corre lì alle 16. Ci vogliono un paio d’ore perché arrivi il comunicato ufficiale: «La principessa e i bambini stanno bene». Sulla piazza, Christine brinda con gli amici e dice: «Erano 49 anni che non capitava una nascita principesca. L’ultima fu Stéphanie».
È già tempo di previsioni. Il piccolo Jacques, quando un giorno salirà al trono, lo farà come Jacques II. Un nome spiazzante, il suo come quello di Gabriella, per chi si aspettava di veder ripetere Ranieri (assegnato solo in terza battuta) oppure Grace.
QUEL SOVRANO DEL ’700
Spiega il professor Leonardo Saviano, storico dei Grimaldi: «Nel Settecento ci fu un principe di Monaco così chiamato che regnò per poco. Lo costrinsero ad abdicare. Lui torna in Francia, riprende il suo nome che era Jacques de Goyon de Matignon e brilla come mecenate, scrittore e mente illuminista. Gli abitanti di quel villaggio in Normandia sono in festa e il sovrano ha fatto telefonare: “Visto che vi ho pensati?”. Credo che con la scelta di questo nome, Alberto abbia voluto recuperare le radici francesi della dinastia, che si innestano su quelle genovesi. Scavalcando la Monaco del clamore, si è riallacciato alla tradizione del principe illuminato. È un segno di novità. Il nome Gabriella, invece, non compare mai nell’albero genealogico». Secondo Thomas Fouilleron, direttore degli archivi di Palazzo, Gabriella potrebbe invece essere ispirato da Gabriel, che era il secondo nome del principe Honoré V (1778-1841). Generoso, aperto e filantropo, fece incidere sulla sua tomba: «Qui giace chi volle fare il bene». Un esempio di buon augurio per la piccola Grimaldi e anche per il fratello, che in seconda battuta si chiama proprio Honoré.
Per Alberto e Charlene è l’ora della gioia. Nell’ultima intervista prima dell’evento, sorridono: «Questa nascita è un meraviglioso dono della vita». La principessa finalmente mamma (e che mamma!) non ha preso i 15-20 chili che di solito sono il “regalo” di una gravidanza gemellare. Il suo fisico atletico, allenato da anni di piscina, l’ha sorretta. Dice di avere come modello sua madre Lynette: «È una donna ammirevole, che ci ha inculcato solidi valori». Ripete che lei e Alberto saranno per i bimbi una guida, «perché possano affrontare le responsabilità future e rispettino il prossimo».
L’arrivo dei gemelli è il regalo più bello per Alberto e i suoi dieci anni di regno, che cadono ad aprile 2015. A un livello dinastico così alto, è un fatto eccezionale: non ha precedenti negli oltre sette secoli di storia dei Grimaldi e anche nelle altre famiglie regnanti d’Europa. Così il principe è molto emozionato, benché padre lo sia già due volte: ha riconosciuto l’americana Jazmin Grace e Alexandre, figlio dell’ex hostess del Togo Nicole Coste (entrambi non hanno diritti ereditari). Ora è attesa la presentazione dei bimbi sulla piazza. Ma, a meno di sorprese, bisogna aspettare un po’: sarà il 7 gennaio.
E arriviamo ai titoli dei principini. L’erede al trono è marchese di Baux, la bimba contessa di Carladés, secondo una tradizione che risale al 1641. «Il principe si è mostrato generoso», nota Saviano. «Ha concesso un titolo anche alla femminuccia. Nel caso di Caroline e Stéphanie, per esempio, questo non era successo».
MOMENTI DIFFICILI
Charlene ora sente, forte, l’affettuosa gratitudine della gente. E pensare che la sua strada era cominciata in salita! Sotto osservazione come fu Grace nei primi tempi da principessa, ha avuto infine ragione. In un’intervista di qualche mese fa a Vanity Fair confidava: «La decisione di trasferirmi a Montecarlo e di mettere fine alla mia carriera sportiva ha comportato un enorme cambiamento. Per 20 anni avevo avuto un progetto, degli obiettivi. Un coach che mi seguiva tutti i giorni. Se ho superato quel momento difficile lo devo alla presenza, alle attenzioni, all’amore di quello che allora era il mio fidanzato e oggi è mio marito».
Tutto, ora, per Charlene sarà più lieve. E la nostalgia per la “sua” Africa la coglierà meno di frequente o sarà soppiantata dal progetto di portare laggiù i figli, un giorno. Perché è certo che la sua rivincita è doppia e doppio il nome: Gabriella e Jacques. Il più bel regalo di Natale.
(ha collaborato Laura Cardia)