ItaliaOggi 18/12/2014, 18 dicembre 2014
LA RUSSIA NON HA MAI VENDUTO COSÌ TANTE ARMI
Sotto la guida di Vladimir Putin, la Russia ha lanciato un vasto programma di modernizzazione del proprio esercito. Tra il 2004 e il 2013, il budget della Difesa è più che raddoppiato ed è il terzo nel mondo dopo quello di Usa e Cina. Di questo sforzo hanno beneficiato le imprese russe di armamenti che hanno registrato l’impennata delle vendite, balzate del 20% nel 2013, a 31 miliardi dollari (24,9 miliardi di euro), secondo il consueto rapporto annuale sulle 100 imprese di armamenti nella top mondiale redatto dall’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma (Sipri).
Un record postsovietico.
L’export russo di materiali militari ha raggiunto un valore di 8,23 miliardi dollari (6,63 miliardi di euro), secondo le stime del Sipri, approfittando della forte domanda sui suoi tradizionali mercati: India, Cina, Azerbaijan e Siria. Una stima contestata dagli esperti russi che usano un sistema differente da quello del Sipri. E che sostengono che l’export russo sia stabile, intorno a quota 14-15 miliardi di dollari (11,3-12,1 miliardi di euro), senza che si sia verificata nessuna crescita nel 2014, né è prevista per il 2015, a meno che non vada in porto un grande contratto con l’India. A giudizio di Igor Korotchenko, direttore del centro russo di analisi sul commercio mondiale di armamenti, il deterioramento delle relazioni tra la Russia e l’Occidente non avrà impatto sull’export di armi. «È troppo presto per verificare l’impatto delle sanzioni americane e europee sull’attività dei gruppi russi che, è possibile, potranno avere più difficoltà ad accedere alle tecnologie avanzate dei paesi occidentali per la Difesa, a giudizio di Aude Fleurant, direttore del programma al Sipri. Il «dinamismo» russo ha aiutato a contenere la contrazione dei ricavi dei primi 100 gruppi di armamenti del mondo. In totale, le vendite sono diminuite del 2% a 402 miliardi di dollari (324 miliardi di euro), rispetto al 2012 (-3,9%). Nonostante la presenza dominate sul mercato delle aziende Usa (69 su 100 gruppi), questi hanno subito un ulteriore calo (- 4,5%) delle loro vendite, dovuta alla diminuzione del budget delle operazioni esterne (Opex) legate al ritiro delle truppe americane da Afghanistan e Iraq. Il Congresso degli Stati Uniti, il 12 dicembre, ha votato l’aumento del 10% del bilancio 2015 della Difesa, a 577 miliardi di dollari (465 miliardi di euro), dei quali quasi 64 miliardi (51,6 miliardi di euro) per l’Opex per controllare le forze irachene e i ribelli siriani. Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, Raytheon e le società di servizi militari, aziende come Ktr (gruppo Halliburton) dovrebbero essere le prime a beneficiarne.
ItaliaOggi 18/12/2014