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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

LE MADRASSE: «INCUBATORI DELL’ESTREMISMO

Se confrontato con il sistema educativo statale pachistano, il sistema delle scuole religiose, le madrasse, appare molto ridotto dal punto di vista quantitativo: meno dell’1% della popolazione in età scolastica è iscritto a queste scuole, percentuale che sale al 7,5% nelle più tribolate aree confinanti con l’Afghanistan (dati World Bank).
Queste percentuali, se da un lato mettono in guardia da visioni del sistema educativo islamico che lo disegnano tout court come un gigantesco “incubatore” di terroristi, dall’altro non devono portare a sottostimare il fenomeno. È utile osservare i dati in termini assoluti: in una nazione di oltre 180 milioni di abitanti come il Pakistan, anche queste piccole percentuali assumono una loro rilevanza. In secondo luogo, come è tragicamente evidenziato dall’attacco alla scuola di Peshawar, possono bastare pochi uomini per causare irreparabili perdite.
Per comprendere il ruolo di queste scuole e i loro collegamenti con la galassia dell’estremismo islamista è interessante osservare la crescita degli istituti: dalla creazione del Pakistan nel 1947 fino alla fine degli anni ’70 il numero di scuole coraniche aumenta, ma è a partire dagli anni ’80, dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan, che le madrasse pachistane conoscono un vero e proprio boom, arrivando a contare, secondo alcuni dati, circa diecimila istituti nel Paese. La grande espansione coincide quindi con un periodo durante il quale, ed è ormai noto, nell’area tra Pakistan e Afghanistan va formandosi, sospinto dalla necessità di combattere l’Unione Sovietica, il nucleo dei terroristi legati ad al-Qaeda e ad altri movimenti islamisti che avremmo imparato a conoscere nei decenni successivi. È però anche un fattore endogeno a determinare l’aumento del numero e dell’importanza delle madrasse: con la presa del potere da parte del generale Zia-ul-Haq, il Paese è sottoposto a un processo di islamizzazione nel quale egli cerca di servirsi, e al tempo stesso controllare, le scuole religiose. Nonostante i ripetuti tentativi governativi – tutti fallimentari anche a causa dell’opposizione del clero – di imporre una riforma e un controllo al sistema, integrandolo in quello statale, le madrasse continuano ad aumentare. Ma dal momento che le scuole coraniche in Pakistan sono aggregate in “federazioni” più o meno rigoriste nei metodi e nei contenuti dell’insegnamento, si può osservare come si sia trattato di un aumento eterogeneo: sono le madrasse della scuola di Deoband, una delle più radicali, ad aver conosciuto l’aumento più sostanziale nel periodo successivo al jihad afghano.
Cosa insegnano queste scuole? Come è lecito aspettarsi, un aspetto decisivo degli studi sono le materie religiose, come l’esegesi del Corano o la giurisprudenza islamica, anche se nel corso degli anni alcune hanno introdotto nei loro corsi lo studio di materie “moderne”. Non è tuttavia questo il caso delle madrasse deobandi che anzi hanno ridimensionato lo studio delle scienze naturali e logiche, per enfatizzare grandemente lo studio degli hadith (i detti attribuiti a Maometto). La madrassa deobandi provvede poi a tutti i bisogni dei giovani allievi, a cui viene proposta una visione totalizzante della religione. Gli studenti passano così la stragrande maggioranza del tempo all’interno del-l’istituto, rimanendo costantemente sotto il controllo dei docenti e sviluppando un forte senso di appartenenza e coesione, utile quando, al termine degli studi, ricopriranno diversi ruoli nella società. Sono proprio le attività svolte da alcuni ex allievi a indicare al massimo livello i pericoli insiti in questo tipo di educazione religiosa chiusa e settaria: almeno otto ex ministri del Mullah Omar in Afghanistan e il leader del network Haqqani hanno studiato in una madrassa deobandi a una cinquantina di chilometri da Peshawar. Un sistema che educa una minoranza degli studenti pachistani, ma i cui effetti non possono essere ignorati.