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 2014  dicembre 16 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’ATTENTATO DI PESHAWAR


ISLAMABAD - Colpire i più piccoli, per vendicare il dolore con il dolore. È questa la folle idea che ha spinto i talebani della sigla Ttp (Tehreek-e-Taliban Pakistan) a scegliere come obiettivo dell’attacco di oggi a Peshawar, in Pakistan, una scuola pubblica frequentata da alunni tra 6 e 16 anni, figli di membri dell’esercito.

Il bilancio è di 141 vittime, di cui più di 130 studenti: "Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore", ha detto il portavoce dei talebani pachistani, Mohammed Umar Khorasani, rivendicando l’attacco iniziato alle 10.30 locali (le 6.30 italiane).

ATTENTATO IN YEMEN, 25 MORTI: 15 SONO BAMBINE

I feriti sono più di 122 i feriti, di cui 80 in modo grave. L’attentato di Peshawar ’’è solo un trailer’’ e presto ci saranno altri attacchi, ha annunciato Khorasani.
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I terroristi, un nucleo di nove elementi, sono penetrati nell’edificio tenendo in ostaggio circa 500 tra studenti e insegnanti. L’esercito pakistano ha fatto sapere che tutti gli assalitori sono morti.

L’attacco è una crisi nazionale secondo il primo ministro pakistano Nawaz Sharif. Dopo l’attentato, sono state incrementate le misure di sicurezza nella capitale Islamabad e il governo della provincia di Khyber Pakhtunkhwa ha dichiarato tre giorni di lutto per gli studenti uccisi nell’azione.
Pakistan, attacco in una scuola di Peshawar: strage di studenti
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Crudeltà disumana. Emergono dettagli raccapriccianti sulla strage. Secondo quanto raccontato da una fonte dell’esercito alla tv americana Nbc, i terroristi avrebbero dato fuco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mente moriva. "Sono entrati in classe e gli hanno gettato della benzina su tutto il corpo e gli hanno dato fuoco", avrebbe raccontato un testimone.

Azione di vendetta. A scatenare l’attacco è stata la vendetta per l’operazione lanciata dall’esercito pakistano contro i miliziani nel Nord Waziristan e nella Khyber agency. ’’I Ttp - ha detto Khorasani - hanno compiuto questo gesto estremo per vendetta. Colpiremo ogni istituzione collegata all’esercito fino a quando fermeranno le loro operazioni e gli omicidi extra giudiziari dei nostri detenuti. I nostri detenuti vengono uccisi e i loro corpi gettati per le strade - sostiene Khorasani - abbiamo detto ai nostri uomini di non colpire i bambini piccoli anche se sono figli di militari o di leader civili’’.

L’operazione dell’esercito a cui il portavoce dei Talebani fa riferimento è quella denominata ’Zarb-e-Azb’ e lanciata il 15 giugno dalle forze della sicurezza pakistana contro i Talebani e i miliziani della rete Haqqani nel Nord Waziristan a seguito di un attacco all’aeroporto di Karachi. L’offensiva ha costretto oltre 800mila civili ad abbandonare le proprie case, mentre l’esercito ritiene di aver liberato il 90% della regione tribale dai militanti.

REP TV Mastrogiacomo: atroce rappresaglia / Guolo: probabile escalation

La testimonianza di un padre: "Non so dov’è uno dei miei figli". Ore di angoscia per le famiglie degli studenti: "I miei figli erano qui quando i talebani hanno colpito. Ho ricevuto una telefonata che ci avvisava di quello che era successo. Sono corso qui. Uno dei miei figli è uscito sano e salvo, dell’altro nono ho informazioni, i miei parenti stanno controllando se per caso non l’abbiamo portato in qualche ospedale. Ma finora non lo abbiamo trovato, né vivo né morto", ha raccontato Ejaz Mohammad, padre di due bambini che si trovavano nella scuola attaccata dai talebani.

Nobel Kailash Satyarthi e Malala Yousafzai: "Atto atroce". "Il governo pakistano deve prendere tutte le misure necessarie per proteggere i bambini e le scuole dalla violenza", ha detto l’attivista indiano Kailash Satyarthi, premio Nobel per la pace 2014 insieme alla pakistana Malala Yousafzai. "Il mio cuore sanguina per le famiglie in lutto - ha aggiunto l’attivista in un altro tweet -. È uno dei giorni più bui della storia dell’umanità. Quelli che sono stati uccisi oggi - ha scritto ancora Satyarthi - sono tutti nostri figli. Le mie preghiere e le mie condoglianze alle loro famiglie".

Satyarthi si e’ offerto come merce di scambio ai talebani, che potrebbero ancora tenere in ostaggio qualcuno all’interno della scuola: ’’Vi imploro, prendete me e lasciate i bambini’’, ha detto all’emittente Ndtv.

Di attacco "atroce e codardo" parla anche Malala: "Ho il cuore infranto davanti a questo atto di terrore senza senso e a sangue freddo che si sta svolgendo sotto i nostri occhi a Peshawar", ha detto l’attivista. Anche lei, nell’ottobre del 2012, ha rischiato di morire proprio per mano dei Ttp. "Sono in lutto per questi miei fratelli e sorelle, ma non ci sconfiggeranno mai".

Le reazioni. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha condannato con forza l’attacco: ’’Contro i bambini indifesi che
studiano - ha detto - è stato condotto un attacco orrendo e codardo’’. Molti leader europei, come il premier italiano Matteo Renzi, il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, il premier britannico David Cameron e il presidente francese François Hollande hanno commentato su Twitter.




Dura la condanna anche degli Usa nei confronti degli "attacchi insensati e inumani contro studenti innocenti e i loro insegnanti". "Gli Stati Uniti condannano nei termini più duri il terrificante attacco in Pakistan: puntando studenti e insegnanti in questo atroce attacco, i terroristi hanno mostrato ancora una volta la loro depravazione", ha affermato il presidente americano, Barack Obama.

Sul ’vile atto di terrorismo’ si è espresso anche il presidente della Repubblica federale tedesca, Joachim Gauck, in un telegramma di condoglianze inviato al presidente pakistano Mammoon Hussain: ’’Con grande sgomento ho appreso dell’inconcepibile, atroce, attentato alla scuola di Peshawar, che ha provocato così tante vittime, soprattutto bambini’’, si legge nel testo. A Gauck fa eco la cancelliera tedesca Angela Merkel, "profondamente sconvolta": "Stia sicuro che la Germania è al fianco del Pakistan nella lotta al pericolo del terrorismo", ha scritto in un telegramma a Hussain.

Deputato sfugge ad attentato. Oggi c’è stato anche un altro attentato: un’esplosione, stando a quanto riferito dall’emittente locale Geo Tv, è avvenuta al passaggio di un veicolo con a bordo un deputato. Il parlamentare è Amir Muqam e non è rimasto ferito, mentre è rimasta ferita una sua guardia del corpo, insieme ad altre persone.

REPUBBLICA.IT
SANAA - Un grave attentato ha scosso lo Yemen dilaniato da una guerra civile sempre più cruenta tra le milizie sciite del nord e i sunniti del centro-sud. Oggi due autobombe sono esplose a Radaa nella provincia centrale di al-Bayda: la prima a un posto di controllo in un quartiere sciita mentre passava uno scuolabus e l’altra vicino alla residenza di un funzionario di governo (Abdullah Idris) vicino agli sciiti del clan Houthi, oggi componente forte del potere a Sanaa.

Come avvenuto in Pakistan, dove i talebani hanno compiuto una strage di bambini, anche qui sono i più deboli e a subire le conseguenze della violenza: tra i 25 morti provocati dalle esplosioni, 15 sono bambine di scuola elementare che si trovavano su uno scuolabus che viaggiava vicino a un raduno di ribelli. Secondo i ribelli sciiti Houthis, che hanno diffuso la notizia dell’attacco, la responsabilità dell’attentato è di al-Qaeda, la cui cellula yemenita è da mesi molto attiva. Pochi giorni fa i terroristi avevano ucciso il reporter americano Luke Somers e il sudafricano Pierre Korkie prima che un blitz dell’esercito americano lo liberasse dai terroristi che lo tenevano prigioniero dal 2013. I ribelli Houtis hanno definito l’attacco "il crimine più sgradevole commesso contro l’infanzia".

Si tratta della seconda volta da ottobre che la casa di Idris viene presa di mira. Idris è anche membro del Congresso generale del popolo, cioè il partito dell’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh. Gli Houthis e al-Qaeda combattono nella zona di Radaa da quando i ribelli hanno preso il controllo dell’area a ottobre. Negli ultimi mesi i ribelli sciiti hanno fatto conquiste militari significative, prendendo il controllo della capitale e di altre città strategiche.

CORRIERE.IT
Strage in una scuola militare a Peshawar, attaccata martedì mattina da un commando di sei talebani pakistani. È di almeno 141 morti - oltre 130 sono bambini e ragazzi tra i 10 e i 20 anni - e 124 feriti (121 bambini) il bilancio ancora provvisorio dell’attacco sferrato da un commando di kamikaze talebano della formazione, Tehreek-e-Taliban (TTP). Dopo quasi sette ore dall’attacco alla scuola tutti gli assalitori sono stati uccisi, secondo quanto ha fatto sapere la polizia. Si tratta dell’attentato col bilancio di vittime più grave in Pakistan da quando, nel 2008, un attacco suicida uccise 150 persone a Karachi. Il commando TTP ha rivendicato con queste parole l’assalto: «Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato - ha detto il portavoce del movimento, Mohammed Umar Khorasani - Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore». Per Khorasani, inoltre, l’attentato «è solo un trailer» e «presto ci saranno altri attacchi». E, poche ore dopo l’assalto alla scuola, un nuovo attentato ha scosso Peshawar: una bomba è esplosa al passaggio di un veicolo con a bordo un deputato e consigliere del premier Nawaz Sharif che era appena stato in visita alla scuola militare colpita dai talebani. L’obiettivo era Amir Muqam, che è rimasto illeso. Due persone, tra cui una guardia del corpo, sono rimaste ferite.

L’assalto

Gli uomini del commando - tutti con giubbotti imbottiti di esplosivo - sono entrati nella scuola, frequentata in prevalenza da figli degli ufficiali dell’esercito, alle 10,30 ora locale (quando in Italia erano le 6,30). Nell’istituto al momento dell’attacco c’erano almeno 500 allievi. Il ministro dell’Informazione ha fatto sapere che la maggior parte dei bambini è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa. Emergono le prime testimonianze: «Oggi avevamo un esame di chimica. Appena ho finito, mentre ero seduto nel laboratorio, è iniziata la sparatoria - racconta uno studente rimasto ferito - Sono entrati dei militanti e hanno aperto il fuoco su tutti gli studenti. È morto un bambino di due anni che qualcuno aveva portato con sé a scuola». Secondo quanto raccontato da una fonte dell’esercito pakistano alla tv americana Nbc, i terroristi avrebbero dato fuoco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mentre moriva. «Sono entrati in classe e gli hanno gettato della benzina su tutto il corpo e gli hanno dato fuoco», ha raccontato un testimone. Sei degli assalitori sarebbero stati uccisi dai commando dell’esercito, un altro si è fatto invece saltare in aria. Diverse esplosioni sono state avvertite all’interno dell’edificio. Intanto altri due bambini e due insegnanti sono stati salvati. Lo rende noto su Twitter il generale Asim Bajwa, portavoce militare pakistano, aggiungendo che i militanti hanno posizionato mine nell’edificio. «Altri due bambini e due insegnanti salvati. Sesto terrorista ucciso nell’ultimo blocco (della scuola, ndr). Le mine posizionate dai terroristi rallentano le operazioni», ha scritto il generale.
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Peshawar, attacco a scuola militare: morti e feriti


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«Tragedia nazionale»

Il premier pakistano Nawaz Sharif, giunto a Peshawar, ha definito l’attacco «una tragedia nazionale». Sono state incrementate le misure di sicurezza nella capitale Islamabad e sono stati proclamati tre giorni di lutto. L’attentato di oggi a Peshawar ha il bilancio di vittime più grave in Pakistan da quando nel 2008 un attentato suicida uccise 150 persone a Karachi. Peshawar è stata colpita spesso dai militanti nel passato, ma di recente sembrava godere di una relativa calma.

I Nobel per la pace: «Uno dei giorni più bui, atroce e codardo»

«È uno dei giorni più bui della storia dell’umanità», ha commentato l’attivista indiano Kailash Satyarthi, premio Nobel per la pace 2014 insieme alla pakistana Malala Yousafzai, alla notizia dell’attacco. «Il governo pakistano deve prendere tutte le misure necessarie per proteggere i bambini e le scuole dalla violenza». «Il mio cuore sanguina per le famiglie in lutto. Quelli che sono stati uccisi oggi - ha scritto in un tweet Satyarthi - sono tutti nostri figli. Le mie preghiere e le mie condoglianze alle loro famiglie». E Malala Yousafzai ha definito il massacro «un attacco atroce e vile»: «Sono straziata da questo atto di terrorismo assurdo e spietato», ha aggiunto la premio Nobel.

Le reazioni: «Orrore inconcepibile»

Immediate le reazioni in tutto il mondo. Netta la condanna del presidente Usa, Barack Obama: «Gli Stati Uniti condannano nei termini più duri il terrificante attacco in Pakistan: puntando studenti e insegnanti in questo atroce attacco, i terroristi hanno mostrato ancora una volta la loro depravazione». Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha affidato a Twitter un primo commento al vile attentato: «Bambini, bambini uccisi, bambini uccisi a scuola. Inconcepibile. Il mondo deve reagire all’orrore». Per il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, «la strage di bambini a Peshawar è un crimine contro l’umanità. L’Italia è solidale con le famiglie e il governo pakistano». E i messaggi di sostegno al Pakistan arrivano anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, attraverso il suo portavoce: «Notizie terribili arrivano da Peshawar. Condivido il dolore delle molte famiglie che hanno perso i loro figli e le loro figlie a causa del terrorismo talebano». Mentrwe l’alto rappresentante Ue agli Affari esteri, Federica Mogherini ha sottolineato: «Quando sono gli innocenti a essere uccisi, quando i bambini sono presi di mira nel loro luogo di studio, si tratta di un attacco non solo ai valori e ai diritti universalmente riconosciuti, ma anche al futuro del Paese, al futuro di tutti noi».

Attacchi alle scuole

L’attacco è avvenuto mentre l’esercito di Islamabad stava effettuando un’offensiva nella roccaforte dei talebani nell’area tribale del Nord Waziristan al confine con l’Afghanistan. È la prima volta che i talebani attaccano una scuola con all’interno degli studenti. Gli analisti ritengono che l’escalation possa essere un indicatore della frustrazione dei militanti e della rabbia per le recenti perdite inflitte al gruppo da parte dell’esercito. Negli ultimi anni, comunque, i talebani hanno distrutto centinaia di scuole in Pakistan, soprattutto nel nordovest del Paese, nella Valle di Swat e nella provincia Khyber Pakhtunkhwa. Solitamente gli attacchi non provocano vittime perché vengono sferrati in orari in cui le aule degli istituti sono vuote. Altre volte gli attentati sono avvenuti davanti agli istituti provocando il ferimento di studenti.

Diritto all’educazione

Nel caso dell’istituto attaccato a Peshawar, i talebani lo hanno scelto in quanto istituzione legata all’esercito, ma le scuole restano sempre un obiettivo del gruppo, che contesta un’istruzione non basata sul Corano. In particolare, nel mirino dei talebani sono gli istituti di istruzione femminili. Simbolo della lotta dei miliziani contro il diritto all’educazione per le bambine è diventata la 17enne premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, che il 9 ottobre del 2012 ha rischiato di morire proprio perché colpita alla testa da un proiettile sparato da un talebano mentre rientrava a scuola nella Valle di Swat.

Chi sono i talebani del Ttp

Un«organizzazione ombrello» che raccoglie 20 gruppi estremisti, radicata nelle aree tribali del Pakistan e con forti legami con i leader di al-Qaeda e che ha come obiettivi l’applicazione della sharia nelle aree al confine con l’Afghanistan sotto il loro controllo, la jihad difensiva contro l’esercito pakistano e la liberazione di decine di suoi esponenti in carcere. Ecco il profilo di Tehrik-e Taliban-e Pakistan (Ttp - Movimento dei Talebani del Pakistan), il gruppo che ha fatto strage in una scuola pubblica dell’esercito a Peshawar. Le radici del movimento affondano nell’offensiva lanciata dalla coalizione internazionale nel 2001 in Afghanistan. Dopo la caduta del regime talebano a Kabul, molti combattenti varcano il poroso confine con il Pakistan e trovano rifugio nelle aree montuose e inospitali, che già ospitano da anni alcuni dei principali leader di al-Qaeda. Forti di una solida alleanza basata sui commerci illegali con i capi tribali della zona, in pochi anni distretti come la Valle dello Swat e il Sud e Nord Waziristan si trasformano in roccaforti del Ttp.

ILSOLE24ORE.IT
(Ap)

Non c’è fine all’orrore frutto di estremismo e fanatismo. In Pakistan, a Peshawar, un commando talebano ha attaccato una scuola militare. Almeno 130 vittime, la gran parte bambini con meno di 15 anni. Oltre 180 feriti, di cui 80 gravi. La carneficina, cominciata intorno alle 11 ora locale, è andata avanti per 7 ore, fino a quando l’esercito è riuscito a riconquistare il controllo dell’edificio.

La scuola è abitualmente frequentata da un migliaio di studenti, tra i 10 e 18 anni: per loro è stato un inferno. Alcuni sono riusciti a fuggire, altri si sono finti morti e chi è sopravvissuto ha raccontato di scene raccapriccianti: gli uomini del commando hanno fatto irruzione nelle aule e sparato a caso, rincorrendo gli alunni e stanando quelli rintanati sotto i banchi.
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I talebani nella scuola in Pakistan
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L’attacco dei talebani alla scuola

Tutti uccisi i sei uomini del commando
Al termine, tutti uccisi i sei uomini del commando, che avevano scalato il muro esterno della struttura e sono entrati tutti -secondo i talebani- con giubbotti esplosivi: qualcuno li ha sentiti parlare con accento straniero e, tra di loro, in arabo; e avrebbero usato i ragazzini come scudi umani. Teatro dell’attacco Peshawar, la principale città nel nord-ovest del Pakistan. Nel mirino la scuola Warsak Road (dal nome della strada dove si trova) che fa parte del Sistema di Scuole e College pubblici gestiti dall’esercito pakistano.

È stata una rappresaglia per l’offensiva dell’esercito in Nord Waziristan, la zona tribale al confine con l’Afghanistan dove si trovano le roccaforti talebane, non lontana dalla citta’ di oltre 4 milioni di abitanti. I talebani lo hanno detto chiaramente: «Abbiamo scelto con cura la scuola militare perché il governo ha preso di mira le nostre famiglie, e le nostre donne. Vogliamo far provare loro (ai militari) il nostro stesso dolore», ha spiegato Muhammad Umar Khorasani, un portavoce di Tehreek-e-Taliban.

Il mondo sotto shock
La scuola è stata scelta proprio perché frequentata dai figli di alti ufficiali; ha aggiunto di aver dato l’ordine di sparare a tutti gli studenti adulti, ma non toccare i più piccoli. Ma evidentemente non è accaduto. E i ragazzi sono stati giustiziati: molti, ha raccontato un medico del Lady Reading Hospital, avevano ferite al petto e alla testa, le autorità stanno verificando se è vero che molti cadaveri avessero la testa mozzata. Il mondo sotto shock si è sollevato inorridito. Il premio Nobel per la Pace, la giovane pakistana Malala Yousafzai, che proprio lo stesso gruppo talebano riuscì quasi ad uccidere nel 2012 per il suo impegno a favore dell’educazione femminile, si è detta con «il cuore a pezzi».

Il presidente americano, Barack Obama, ha parlato di atto «atroce». Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha parlato di «attacco orrendo e codardo contro bambini indifesi».

Il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha parlato di attacco «ai valori universali, ma anche al futuro del Paese e ai nostri futuri». I talebani invece non mostrano cedimenti: «È solo un trailer».