Varie, 16 dicembre 2014
Volpe per Sette - Per le vie di Londra di notte girano circa 10.000 volpi: una, di recente, ha sbranato il gatto del sindaco Boris Johnson
Volpe per Sette - Per le vie di Londra di notte girano circa 10.000 volpi: una, di recente, ha sbranato il gatto del sindaco Boris Johnson. Così è nata una nuova professione: l’urban fox hunter. In media si fa pagare 75 sterline (90 euro) per la prima volpe ammazzata, 50 per ogni successiva e pensa lui a portare via i cadaveri (riciclati in mangime per polli). Gli esperti notano che è una caccia inutile, perché le volpi si riproducono a gran velocità: bisognerebbe ucciderne 7mila all’anno per farne diminuire veramente il numero. Comunque è già nato Fox Projet, una charity che mette a disposizione un’ambulanza per soccorrere le volpi ferite dai cecchini da giardino. Il Council di Wandsworth, un quartiere a Sud di Chelsea oltre il Tamigi, ha autorizzato tutti gli abitanti a sparare alle volpi, raccomandando di fare molta attenzione a dove si mira. Mammifero carnivoro della famiglia canidi, di dimensioni comprese fra i 24 e i 100 centimetri, esclusa la coda che misura da 18 a 35 cm. Ha pelo folto sul corpo e sulla coda, di colore variante dal grigio al rossastro, orecchie grandi e naso aguzzo; si ciba predando piccoli mammiferi, uccelli, insetti e frutta. A quattro-cinque mesi i cuccioli di volpe sono del tutto indipendenti e lasciano la tana disperdendosi sul territorio. D’altra parte anche le madri, già a due mesi dalla nascita della cucciolata, si limitano a non più di tre visite al giorno, tra una battuta di caccia e l’altra. Il padre si fa vedere solo nei primi periodi successivi alla nascita: di rado porta piccole prede alla femmina e ai piccoli. Ogni 19 aprile gli antichi romani allestivano nel Circo Massimo i Cerialia, in onore di Cerere: una corsa di volpi alla cui coda era stata legata della paglia infiammata: volpi e incendi erano rischi letali per il raccolto e il rito esorcizzava il pericolo. La furbizia attribuita della volpe si deve, forse, alla sua abitudine di conservare le scorte di cibo in tante piccole buche anziché in un’unica grande dispensa. Secondo altri deriva anche dal fatto che per tornare alla tana utilizza percorsi tortuosi e sempre diversi, per sviare i predatori. «La volpe dimostra tutta la propria genialità nel modo in cui si libera delle pulci. Essa infatti si immerge lentamente in uno stagno con un bastone in bocca e man mano che l’acqua sale le pulci si arrampicano nelle zone asciutte del corpo. Infine, quando in superficie resta solo il bastone, le pulci abbandonano la volpe sommersa e si rifugiano sul pezzo di legno. Allora la volpe molla il bastone e abbandona le pulci al loro destino» (William Least Heat-Moon). Il rosso del pelo della volpe comune, almeno dal Medioevo in avanti, è il colore che simboleggia inquietante inaffidabilità. Per non evocarla nominandola, in francese antico la volpe fu scaramanticamente chiamata con il nome proprio Renart (poi diventato il moderno “renard”). Secondo una credenza finnica e lappone l’aurora boreale è causata dal correre di una volpe tra i banchi di neve del nord, con la coda che strisciando sulla neve produce radianze, revontulet, fuochi di volpe, che si levano verso il cielo. Nel Giappone medioevale si credeva che ogni donna vista aggirarsi senza meta, specialmente al crepuscolo o di notte, fosse una volpe. I biologi Brian Hare e Lyudmilla Trut, dopo 45 anni di ricerca, hanno pubblicato uno studio per raccontare che si è riusciti a selezionare un tipo di volpe domestica che scodinzola, lecca le mani a chiunque, capisce le espressioni del volto umano, è intelligente come uno scimpanzé e ha un aspetto accattivante: mantiene per sempre il sembiante di un cucciolo, con muso poco allungato e occhi tondeggianti. Zorro in spagnolo vuol dire “volpe”. Giovanni Trapattoni quand’era allenatore del Benfica era soprannominato «a velha raposa», la vecchia volpe. La volpe, mordendo, può trasmettere la rabbia. La malattia nell’uomo si manifesta così: febbre, cefalea, impossibilità di bere. Infine aggressività, irascibilità, perdita di senso dell’orientamento, aumento della salivazione. Se non curata con il vaccino, porta alla morte. Cure proposte da Celso (14 a.C. – 37 d.C.) per guarire un uomo malato di rabbia: cauterizzare la ferita, applicarvi sale e cetrioli in salamoia, quindi far sudare il paziente per provocare la fuoriuscita del veleno e infine versare del vino sul morso. Per far bere il malato, tenergli la testa sott’acqua. Nel 2004 Tony Blair impose un bando alla caccia alla volpe. Il bando, introdotto per ragioni etiche, non proibiva la caccia in quanto tale: proibiva l’uso dei cani per uccidere la volpe, sbranandola. La legge di Blair stabilisce che soltanto due cani possono essere messi alle calcagna della volpe e che, una volta stanata, devono essere trattenuti dai cavalieri, ai quali spetta poi il compito di ucciderla con una fucilata. «La caccia alla volpe fa parte della tradizione, della storia della Gran Bretagna. È un simbolo. Ed è assolutamente inoffensiva. La volpe non soffre per niente. Muore subito. Dal punto di vista della volpe non è mica una morte brutta» (Barbara Cartland). «L’inqualificabile all’inseguimento dell’immangiabile» (la caccia alla volpe secondo Oscar Wilde). La muta dei cani utilizzata nella caccia alla volpe si chiama “pack”. Le battute di caccia alla volpe in Inghilterra tipicamente iniziavano intorno alle 11 di mattina e terminavano alle 17. I partecipanti a cavallo erano un centinaio. La caccia era diretta dal master, che controllava il rispetto delle norme sull’attraversamento di terreni e staccionate, concedeva il permesso di lasciare la battuta e istruiva i cacciatori sul comportamento e l’abbigliamento. L’huntsman sceglieva, addestrava, nutriva e dirigeva la muta di cani. «Preferisco rischiare l’osso del collo durante una caccia alla volpe piuttosto che passare le serate davanti a un fiasco di vino» (Gabriele D’Annunzio). Abbigliamento per una caccia alla volpe: cilindro o bombetta, plastron (sorta di grossa cravatta a nodo piatto) al collo, panciotto a tinta unita con 5-6 bottoni e 2 tasche, giacca rossa o nera a taglio redingote (a 3 bottoni per i soci, 4 o 5 per il master). Lord Chesterton arrivò a Roma nel 1842 portando con sé un gran numero di servi, sei cavalli e quindici coppie di cani da caccia. Due volte a settimana lasciava gli alloggi all’Hotel de Russie, in via del Babuino, per andare nelle campagne romane dove organizzava battute di caccia alla volpe. Aneddoto del 1762 sulla nascita della caccia alla volpe. Il Duca di Beaufort, in Gran Bretagna, durante una battuta di caccia in una giornata magra di selvaggina, vide sbucare all’improvviso una volpe e lanciò la muta di cani e tutti i cavalieri al suo seguito per cacciarla. Anche in Italia si fa la caccia alla volpe: resta la muta di cani, ma la traccia che questi seguono è stata lasciata prima da un cavaliere (“drag man”), che è passato con uno straccio imbevuto di odore di selvatico. Anche per la caccia alla volpe senza volpe c’è un codice di abbigliamento da rispettare. I cavalli devono essere tirati a lucido (con coda e criniere toelettate, sellati possibilmente con sella nuda oppure con feltro o agnello; mai con copertine bianche o colorate e imboccature semplici), cavalieri e amazzoni in giacca da cavallo nera o di tweed, pantaloni beige, cravatta a plastron bianca, panciotto da caccia, stivali neri senza risvolti o marroni, guanti. Le amazzoni possono montare in giacca blu; i ragazzi devono obbligatoriamente indossare il cap o il casco. La tenuta in cilindro e coat rosso è riservata ai soci. Creato il gruppo, ci si trova per il bicchiere della staffa. Alla fine della giornata, una colazione solitamente offerta in una delle ville storiche in cui ci si trova, oppure in un agriturismo della zona. «The quick brown fox jumps over lazy dog» (la svelta volpe bruna saltò sul cane pigro, pangramma inglese: contiene tutte le lettere dell’alfabeto). «È una volpe. Presto o tardi tutte le volpi finiscono in pellicceria» (Bettino Craxi a proposito di Giulio Andreotti nel 1977).