Aldo Cazzullo, IoDonna 13/12/2014, 13 dicembre 2014
MASSIMO E LE DONNE
Massimo Gramellini è il miglior talento di scrittura che abbiamo oggi in Italia. Il fatto che possa esercitarlo come giornalista o come scrittore, nei suoi Buongiorno sulla Stampa o nei suoi libri, è secondario. Ogni confronto con il passato suona ovviamente impossibile, ma non è inutile ricordare che per decenni i migliori scrittori e poeti italiani hanno scritto e talora lavorato – con scrivania, stipendio, orario – nei giornali. Solo la stupidità e la spocchia della critica ha creato una sorta di sindacato degli scrittori, cui manca una cosa sola: il pubblico. Gramellini ha un pubblico. Fatto soprattutto di donne, alle quali riesce a parlare senza tentare di compiacerle. Lo conferma il successo dell’ultimo libro, Avrò cura di te, scritto con Chiara Gamberale (e ispirato dalla moglie di Massimo, Elisa). Fra le molte cose che apprezzo di lui, c’è la capacità di partecipare alla vita pubblica con una voce mai conformista, e nello stesso tempo di approfondire i temi dei sentimenti e della spiritualità. Noi che ci vergogneremmo a inoltrarci nel mondo degli “spiriti guida” e a immedesimarci in Filèmone, siamo ammirati di fronte a Massimo, al suo eclettismo e alla generosità con cui si apre al lettore. Coloro che non lo riconoscono sono semplicemente invidiosi. Purtroppo Gramellini ha un unico torto: far parte di una generazione che sta passando la vita a farsi la guerra, e di conseguenza continua a non contare nulla.