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 2014  dicembre 14 Domenica calendario

A RISCHIO I GIOIELLI DELL’EUR PER LA NUVOLA DI FUKSAS

La Nuvola di Massimiliano Fuksas, il Palazzetto dello Sport e il Palazzo delle Tradizioni Popolari in mano alle banche. Questo è il futuro di alcuni dei principali immobili pubblici romani se la controllante Eur spa (90% Ministero dell’Economia e 10% Comune di Roma) non riuscirà a risanarsi nei prossimi due mesi alla fine della procedura di concordato.
La società che controlla i principali palazzi dell’Eur ha un ruolo non di primo piano nell’inchiesta «Mafia Capitale» in quanto l’ex presidente Riccardo Mancini e il suo collaboratore Carlo Pucci (ex militante dei Nar, ex tabaccaio diventato direttore commerciale di Eur Spa) rivestivano il ruolo di mediatori tra l’amministrazione Alemanno e il sistema della Coop 29 Giugno di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Certo, la cooperativa ha vinto una gara da 8,5 milioni bandita da Eur spa per la manutenzione del verde, ma è un’altra storia.
Un patrimonio architettonico da oltre 850 milioni di euro, la «Nuova Roma» ideata alla fine degli anni ’30, rischia di essere disperso per sempre perché affidato a una classe dirigente rapace e incompetente. Le difficoltà iniziano negli anni Duemila quando la giunta Rutelli e poi quella di Veltroni danno il via alla costruzione del nuovo centro congressi del quartiere Eur, la cosiddetta «Nuvola» con annesso albergo progettati dell’archistar Massimiliano Fuksas. A consegna del cantiere avvenuta - nel 2008 - il progetto costava 221 milioni di euro. Dopo sei anni di varianti e un tempo di consegna allungatosi dal 2010 al 2016 (se va tutto bene), l’unico ad aver «incassato» è stato proprio il superarchitetto che è a capo di un’associazione temporanea di imprese per la progettazione e la direzione artistica, costate complessivamente a fine 2012 19,9 milioni (dei quali 3,8 milioni corrisposti alla Massimiliano & Doriana Fuksas srl nel 2011).
Per realizzare l’opera la società ha ottenuto circa 135 milioni di fondi pubblici, il resto è stato garantito da un finanziamento bancario da 190 milioni (oggi ridotti a 173) ed erogato nel 2010 da Unicredit (55 milioni), Intesa (55 milioni), Bnl (55 milioni) e Mps (25 milioni). Come ogni finanziamento che si rispetti sono previsti pegni. Un po’ onerosi per la verità: oltre a Nuvola ed albergo (inclusa una prelazione su 285 milioni di beni mobili che ne faranno parte), ci sono 380 milioni di immobili (oltre a quelli già citati pure l’Archivio Centrale di Stato, Palazzo Uffici, Palazzo dell’Urbanistica, Piscina delle Rose, Ristorante Luneur e Palazzo dell’Arte Antica) e, tra l’altro, 200 milioni di canoni di locazione (core business della società tra cui quelli che riceverà dall’anno prossimo da Fendi che si installerà nel Colosseo Quadrato). Gli interessi sono costati 8,5 milioni nel biennio 2012-2013 a cui si sono aggiunti i costi di un derivato di copertura sui tassi di interessi venduto dalle banche e ora in perdita.
Il risultato è che a fine 2013 Eur spa aveva 257 milioni di debiti. Debiti causati anche da affari sbagliati (il riacquisto da Condotte del 51% del Velodromo con 9 milioni «concessi» all’azienda che deve costruire la Nuvola) e da spese per il personale spropositate. Ad esempio, l’ex presidente Riccardo Mancini, l’anno scorso, ha percepito 63mila euro di indennità 2012, pur essendo agli arresti per la vicenda delle tangenti Atac. Il commercialista Luigi Lausi (coinvolto in Mafia Capitale), ex componente del cda non riconfermato ha ottenuto una consulenza da 39mila euro per il «supporto nelle attività di definizione dei piani strategici societari». Mancini, poi, portò in Eur spa una serie di dirigenti tra cui Roberta Lubich, prima moglie di Pier Ferdinando Casini.
Per finire la Nuvola mancano ancora 133 milioni. Il concordato in bianco serve anche a questo: due mesi di tempo per riscadenziare il debito e trovare acquirenti per alcuni beni come il nuovo centro e l’albergo. Altrimenti, sarà tutto delle banche.