Paola Pisa, Il Messaggero 13/12/2014, 13 dicembre 2014
GUCCI, FINISCE L’ERA DI FRIDA
IL CASO
«The director», lascia. Frida Giannini da dodici anni direttore creativo di Gucci, se ne va e non da sola. Con Patrizio Di Marco, amministratore delegato della griffe, suo compagno nella vita e padre della bambina che la designer ha avuto un anno e mezzo fa. Il terremoto al vertice di una delle maison italiane più amate, 93 anni di vita, è quindi doppio: da una parte conferma la solidità della coppia giovane, bella, brava, dall’altra sembrerebbe che proprio il potere concentrato su due persone così legate, alla fine abbia avuto il suo peso nella decisione presa da Kering, azionista francese a cui fa capo il marchio.
Le voci di una possibile sostituzione ai vertici di Gucci già giravano da più di un anno, puntualmente smentite. Più insistenti ultimamente. I motivi dell’avvicendamento non sono dichiarati, garbatamente la parola usata è «lasciano» ma a far precipitare la decisione si mormora siano state alcune scelte stilistiche non condivise e i numeri non più soddisfacenti soprattutto sul fronte delle mitiche borse.
L’AVVICENDAMENTO
Il comunicato ufficiale è di ieri mattina, e rende noto chi sostituirà Di Marco già dal primo di gennaio 2015. Si tratta di Marco Bizzarri, ceo di Bottega Veneta, griffe in grande ascesa che fa parte sempre di Kering, società del lusso che detiene anche Yves Saint Laurent, Brioni, Pomellato, Alexander McQueen, Boucheron, Stella McCartney, Sergio Rossi, e molti altri brand tra cui Fnac. La stima di Francois-Henry Pinault, azionista e amministratore delegato della società francese, per Marco Bizzarri sembra cresciuta negli ultimi tempi: l’ex a.d. di Bottega Veneta da aprile è anche ceo della nuova divisione Leather-Couture Goods e ora probabilmente toccherà a lui avere voce in capitolo a proposito dello stilista che sostituirà Frida. Puntuali i gossip su chi arriverà da febbraio 2015 alla direzione creativa della maison fiorentina: si parla di Tomas Maier, tedesco, ma anche dell’italiano Riccardo Tisci.
Molte le parole di riconoscenza da parte di Monsieur Pinault per i due ex collaboratori. «Desidero ringraziare Frida per la sua straordinaria passione e dedizione. È stato l’unico direttore creativo di Gucci per quasi un decennio. Le sono grato per i risultati, per la creatività».
Frida Giannini la passionale, innamorata della musica, degli Anni 70 e 80, della donna gagliarda. Autrice del rilancio della borsa "Bambù", della stampa "Flora", della hippy di lusso. Carattere forte, piglio manageriale, è nata a Roma nel 1972.
IL PERSONAGGIO
È tanto innamorata della sua città da aver trasferito gli uffici Gucci nella capitale, facendo storcere non poco il naso ai fiorentini. Diplomata all’Accademia di Costume e Moda, lavora prima con Fendi, arriva al reparto pelletteria di Gucci nel 2002, nel 2005 è alla direzione del pret-a-porter donna, e subito dopo anche di quello maschile. È un asso pigliatutto.
Prima di lei ha guidato la linea donna, per due sole stagioni, Alessandra Facchinetti. La stilista, ora da Tod’s, era stata designata a sostituirlo da quel geniale Tom Ford. Dieci anni anche lui direttore creativo di Gucci, con l’a.d. Domenico De Sole aveva portato il marchio ad essere il terzo del lusso al mondo. Tom e De Sole, duo affiatatissimo, avevano "lasciato" all’unisono nel 2004. The director è il titolo del docu-film, quasi un saluto premonitore, presentato un anno fa con James Franco.
Frida Giannini ne è protagonista assoluta, si vede non solo nel ruolo di stilista di Gucci ma anche nella vita privata.
IL FUTURO
All’attivo della bravissima stilista romana, sfilate grintose, red carpet con divi, associazioni benefiche. Simpatia, approccio diretto, forse poca diplomazia. Lascia con il compagno Patrizio Di Marco, di cui Pinault dice: «E’ stato per me un piacere lavorare con Patrizio in questi anni, la sua passione, la sua dedizione e il suo carisma sono stati essenziali per portare Gucci dove si trova ora». La maison va verso un nuovo top manageriale e stilistico. Frida Giannini firmerà ancora la collezione uomo a gennaio e quella donna a febbraio. Poi nuove sfide e griffe. Forse una collezione col suo nome, sogno che spesso ha dichiarato di voler realizzare.