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 2014  dicembre 14 Domenica calendario

“COMPRATE L’ARTE MA SOLO QUELLA CHE NON È DI MODA”

[Intervista a George Wachter] –
George Wachter è presidente di Sotheby’s per il Nord e il Sud America e co-presidente della Old Master Paintings Worldwide, con oltre 40 anni di esperienza nel settore. E’ entrato a fare parte del dipartimento «Old Master Paintings» di Sotheby’s nel 1973 e il suo ruolo è stato determinante per la vendita all’asta delle più importanti collezioni di dipinti antichi.
E’ soddisfatto della vendita all’asta, avvenuta a Londra, dell’olio su tela di Turner «Veduta di Roma dall’Aventino» per 30,3 milioni di sterline?
«Molto. E’ stato emozionante vedere quanto sia forte il mercato dei Turner. Avevamo già venduto all’asta un dipinto simile per 46 milioni di dollari pochi anni fa, ma ora questo è il secondo capolavoro più costoso mai venduto all’asta, dopo il meraviglioso “Strage degli Innocenti” di Rubens, che avevamo venduto nel luglio 2002».
Lei lavora per Sotheby’s da 40 anni. Che cosa è cambiato nel mondo delle aste?
«Parecchio. Si è passati da un commercio in gran parte su larga scala a uno più al minuto. Quando Alfred Taubman rilevò Sotheby’s nel 1983, la dinamica cambiò. E’ stato lui a introdurre l’idea di puntare al mercato privato, raggiungendo i clienti attraverso la pubblicità, scrivendo lettere e allestendo mostre itineranti. Negli Anni 80 ho cominciato io stesso a mettermi in contatto con i collezionisti privati e abbiamo avuto molto successo. Vendendo privatamente, si può chiedere un prezzo elevato e, quindi, negoziare».
I Grandi maestri sono fuori moda rispetto all’arte contemporanea?
«L’arte contemporanea ha il suo spazio e clienti differenti. Al momento ha un grande successo, alimentato dai giovani che la trovano più emozionante. Ma io sono meno abituato a praticare questo mercato».
L’arte contemporanea è un po’ una «bolla»?
«In parte sì. Ma Rothko, De Koonings, Jasper Johns, Warhol, ecc. - artisti che hanno una profondità e una storia - non sono affatto una bolla».
E’ facile trovarli?
«È ancora possibile acquisire delle opere importanti, perché appartengono a privati, e quindi sono più facilmente disponibili».
E non è questo il caso degli antichi maestri?
«È ancora possibile trovare il meglio del meglio, come nel caso del Turner, ma i capolavori sono pochi».
Come si fa a trovarli?
«Si sa dove cercare».
L’arte è una moda?
«Il mercato moderno è più guidato dalla moda, ma ci sono tendenze anche per gli antichi maestri. E poi ci sono modelli di gusto. Ad esempio, a un certo punto, tutti i musei volevano un Mattia Preti. Oggi è difficile venderne uno, perché non è di moda. Il 29 gennaio, a New York, organizzeremo una vendita per un mercante, Fabrizio Moretti, che svuota il magazzino. Gli ho detto che, se voleva un’asta di successo, doveva vendere dipinti di buona qualità a prezzi interessanti. Ogni dipinto di livello diventa attraente al giusto prezzo».
Come si fa a stabilire il giusto prezzo?
«I compratori esperti lo sanno. Per Moretti abbiamo messo insieme 32 lotti: tutte opere del Manierismo e del Rinascimento, nulla oltre il 1600. Un’offerta che si rivolge ai gusti attuali: molti prediligono il Rinascimento e pochi vogliono il Barocco».
Com’è il mercato per gli Impressionisti?
«Più simile a quello degli antichi maestri. Negli Usa si sono formate straordinarie collezioni di Impressionisti tra il 1945 e il 1970, quando queste opere si potevano comprare a buon prezzo. Poi questi collezionisti hanno cominciato a morire e, una dopo l’altra, le raccolte sono state vendute. Monet, Manet, Van Gogh, Degas si vendono bene».
Quanto conta il banditore?
«Henry Wyndham è il banditore della Sotheby’s che vende Impressionisti e antichi maestri a New York e Londra. E’ il migliore. Sa unire umorismo, atteggiamento rilassato e grande attenzione. E così attira le offerte».
Come si combinano l’arredamento d’interni e il collezionismo?
«Una regola è che ciò che è fuori moda è ciò che si dovrebbe comprare. Oggi è possibile acquistare splendidi mobili francesi del XVIII secolo per quasi nulla. Dicono che nessuno li vuole, ma la storia dimostra che torneranno in auge».
Perché la gente compra?
«Qualcuno per investire, altri per amore, la maggior parte per entrambe i motivi».
Che cosa consiglia?
«Ai collezionisti privati direi: “Siate creativi. Volgete lo sguardo ad aree che non sono forse così popolari, trovare cose che vi attirano e cercate di farle vostre”».
Ma com’è il mercato ora?
«Sale: segue il mercato azionario. Ci sono un sacco di soldi disponibili per gli oggetti di valore».
I momenti migliori?
«Le scoperte sono eccitanti. Quando avevo 27 anni, andai in un appartamento del Plaza, a New York, per valutare un dipinto di Dirk Hals. Mentre me ne andavo, vidi un oggetto che pareva una foto (e lo era secondo il proprietario). A me sembrava un dipinto floreale. Lo portai da Sotheby’s e scoprimmo che era una sbalorditiva natura morta di Jan Brueghel il Vecchio. Valeva 550 mila dollari, una cifra nel 1978. Incredibile. E così divertente!».
(Traduzione di Carla Reschia)
Alain Elkann, La Stampa 14/12/2014