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 2014  dicembre 14 Domenica calendario

«IL TRAMPOLINO È UN’ALTRA COSA IO DA QUELLE ROCCE NON MI BUTTEREI MAI»

[Intervista a Tania Cagnotto] –
Visti dal trampolino i tuffi dalle grande altezze sembrano un mondo lontanissimo. Tania Cagnotto, che in acqua ci si butta per mestiere, non ha mai avuto il solletico da paesaggio spericolato e dopo 29 medaglie internazionali da 1, da 3 o da 10 metri è certa che non salirebbe mai più su.
Se le dico Acapulco, strapiombo Quebrada, cosa le viene in mente?
«Una bella fotografia. Non sono mai stata lì, ma ovviamente conosco il posto ed è suggestivo, affascinante, tutto quello che volete. Solo che da là sopra non mi butterei mai».
Che pensa di quelli che lo fanno?
«Spericolati, divertenti. Molti tuffatori dopo anni di piscina sono passati a quel mondo. Per tanti è una seconda carriera».
E lei invece non ha mai neanche avuto la tentazione di provarci? Magari in vacanza?
«Io in vacanza non entro quasi in acqua. Con tutti i tuffi che faccio in allenamento non mi viene davvero voglia e, se proprio proprio mi concedo un bagno per il piacere di farlo, quando c’è, entro dalla scaletta».
Negli ultimi Europei a Barcellona hanno introdotto una nuova categoria, tuffi da 20 e 28 metri in mare e non in piscina. Esperimento o rivoluzione?
«È un’altra gara e io credo possa funzionare con certi parametri. Se invece si parla di vertigini come ad Acapulco, il livello di rischio aumenta. Qualcuno ci ha lasciato la penne in passato e comunque dopo i 10 metri l’errore lo paghi caro».
Ha mai visto una gara della grandi altezze dal vivo?
«Sì, ne ho aperta una sulla Costiera Amalfitana, solo che io mi sono lanciata dagli 8 metri loro da non so quanto».
C’è molta differenza tecnica tra la sua specialità e la loro?
«Noi entriamo di testa, loro di piedi. E ho sempre visto miei ex colleghi cambiare categoria mai il percorso inverso. Non credo che uno nato con quei tuffi possa convertirsi alla piscina, ci sono basi che puoi imparare solo da piccolo. Quando hai appreso certi movimenti, puoi scegliere. Però io non ho mai avuto dubbi».
Giulia Zonca, La Stampa 14/12/2014