Fulmini 16/12/2014, 16 dicembre 2014
TELECOMANDO
«Io sto là, al centro del campo, sotto i riflettori, e tutti vedono perfettamente le mie reazioni. Anche le più piccole. Chi giudica da casa, col telecomando in mano, che ne sa di quant’è dura giocarsi punto dietro punto, game dietro game, partita dietro partita? Bisogna rimanere sempre concentrati, sul pezzo. Il tennis è uno sport complicato» (Fabio Fognini).
SORRISI «Ogni volta che comincio il primo allenamento dell’anno con la bici da cross, sorrido. E quando lo finisco, sorrido ancora di più» (Marco Aurelio Fontana, bronzo olimpico e iridato della mountain bike).
BAVA «Siamo sulla strada giusta, anche se per diventare una squadra da prime posizioni ci manca ancora qualcosa. Io comunque credo nel terzo posto, non si può non essere ambiziosi: dico solo che occorre arrivare alle cose per gradi. L’importante è l’atteggiamento dei giocatori. Col Napoli avevano la bava alla bocca, è una cosa che mi è piaciuta moltissimo» (Filippo Inzaghi).
UMORE «Se mi sento in discussione? Conosco il calcio, la società ha fiducia nel progetto ma poi dipende anche dall’umore della piazza. La squadra sta facendo il suo percorso, a parte i passi falsi con Roma e Chievo, vedo una certa crescita» (Zdenek Zeman e il momento difficile del suo Cagliari).
BANDIERA «Gonzalo deve capire che è il calciatore più importante per tutti noi, lui deve essere la bandiera della squadra e trascinarsi dietro tutti i ragazzi, soprattutto nei momenti di difficoltà: ha le capacità per farlo» (Rafa Benitez parlando di Higuain).
PROFESSORE «Mi sa che lui è un professore più preparato di me… Diciamo, che io sono una buona studente e lui un insegnante coi fiocchi… Significa che gioco a golf meglio di quanto lui scii? Credo di avere più occasioni di stare sui green di quante lui ne abbia di andare sulla neve. Quindi è molto più facile per me fare pratica con mazze e palline» (Lindsey Vonn parlando del fidanzato Tiger Woods).
MENTORE «Ho cercato di imparare tanto da Michael. È stato una parte importantissima del mio successo e della mia carriera. Mi ha dato consigli, è stato un mentore. Ci accomuna la natura competitiva, che è qualcosa che spaventa la maggior parte delle persone, quelle che si accontentano di essere semplicemente normali» (Kobe Bryant, che ha appena superato Jordan come marcatore assoluto in Nba).