Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 13 Sabato calendario

BUTTON: «ESPERTO, NON BOLLITO»

Era sorridente come un bambino cui hanno regalato il giocattolo preferito, sollevato, non è azzardato dire rinato. La vita (sportiva) di Jenson Button è ricominciata quasi inaspettatamente a 34 anni, in un freddo giorno di dicembre di un 2014 difficilissimo, iniziato con la scomparsa di papà John, morto a gennaio. Il dolore per la perdita del punto di riferimento affettivo, una stagione senza lampi, la notizia dell’ingaggio di Fernando Alonso, la crescita di Kevin Magnussen, il serio rischio di perdere il sedile 2015.
FIRMA E invece nella notte tra mercoledì e giovedì è arrivata la firma sul contratto biennale (più precisamente un annuale con opzione per il secondo). «Un’attesa che è valsa la pena — ha detto l’inglese — ho avuto una lunga carriera in Formula 1 ma questo è per me un nuovo inizio. Mi sento come quando ho cominciato con la Williams». Che il vento stesse cambiando lo si era un po’ percepito negli ultimissimi giorni. Mentre Jenson rispondeva speranzoso via Twitter ai tanti tifosi che gli chiedevano notizie, la discussione con Ron Dennis continuava, un segnale che i giochi non erano ancora decisi in favore di Magnussen. Il presidente del team (sempre più saldamente al comando dopo che ieri si è saputo che Mumtalakat, un fondo sovrano del Bahrain, gli ha venduto la sua quota azionaria della scuderia, consentendo allo stesso Dennis di diventare il maggior azionista McLaren) ha spiegato che ci è voluto il tempo che riteneva fosse necessario «anche a causa della discussione sulla terza macchina».
IMPAZIENZA «Capisco l’impazienza dei fan e dei media, ma ci è voluto il tempo che serviva. Avevo alcuni dubbi su Jenson, gli ho proposto delle soluzioni, lui mi ha detto “No problem” e da lì in avanti è stato tutto più facile» senza però fornire dettagli sulla discussione.
ESPERIENZA Due elementi hanno fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte di Button: il desiderio di Alonso di averlo al suo fianco e quello della Honda di un altro pilota esperto per sviluppare le esordienti power unit giapponesi, oltre a una consistente riduzione dell’ingaggio. La nuova coppia di Woking ha fin qui collezionato 501 GP. «Tantini no?» ha scherzato Button sull’argomento. «L’aspetto esperienza in F1 conta molto — ha spiegato il campione del mondo del 2009 con la BrawnGP — il ritorno della Honda con la McLaren è una sfida davvero emozionante, sono certo che sia io sia Fernando potremo dare un grosso contributo alla Honda (fra l’altro, proprio ieri la vettura 2015 ha passato il crash test, ndr). Sono anche molto contento che Kevin rimarrà comunque parte della squadra come test driver. È un pilota molto veloce e un ragazzo straordinario. Conosco molto bene i ragazzi della Honda, avendo guidato vetture di F.1 dotate dei loro motori dal 2003 al 2008. Ho un enorme rispetto e ammirazione per loro e prometto di dare il 100%».
L’OK DI ALONSO Alonso ha speso parole importanti per la sua riconferma e naturalmente anche nella conferenza stampa ufficiale: «Sarà un piacere lavorare con Jenson — ha detto lo spagnolo — è un vero gentleman e un grande professionista, è un pilota che ha una personalità differente rispetto a Hamilton». Riferimento diretto al conflitto sportivo col compagno di squadra che ha contribuito alla rottura del rapporto tra Alonso e la McLaren in quel burrascoso 2007. Dennis non ha voluto correre rischi, meglio mettere vicino allo spagnolo un pilota che sa fare squadra, questa McLaren che deve risalire la china non può perdere tempo in battaglie intestine fin dall’inizio.
ATMOSFERA E difatti Button ha ricambiato la cortesia con Alonso: «Fernando è un pilota fortissimo, siamo entrambi esperti, lui è molto intelligente e sa come creare la giusta atmosfera per lavorare all’interno di una squadra. Soprattutto sa quanto sia importante lavorare insieme per far crescere la macchina». Anche il fatto che Alonso è il compagno di squadra probabilmente più forte affrontato (gli altri due iridati con cui ha corso sono stati Jacques Villeneuve e Hamilton) non gli crea alcun imbarazzo: «Lo so bene, Fernando è una grossa sfida, ma anche Lewis lo è stata — ha risposto — questa sfida di vincere con la McLaren-Honda è però talmente affascinante che s ono troppo emozionato».