Egle Santolini, La Stampa 13/12/2014, 13 dicembre 2014
TERREMOTO IN CASA GUCCI LICENZIATA FRIDA GIANNINI
Per un punto (e 6) il direttore creativo Frida Giannini perde il posto da Gucci. E con lei viene messo alla porta Patrizio Di Marco, «ad» del marchio oltre che compagno di Giannini e padre della loro bambina, Greta, nata il 2 marzo 2013. La «power couple» è stata bruscamente sollevata dall’incarico dal «Ceo» del gruppo Kering, il magnate del lusso francese François-Henri Pinault, che non ha perdonato la flessione dei ricavi (appunto dell’1,6%) registrata nei report dell’ultimo trimestre.
Di Marco lascia il 1° gennaio e ha già un sostituto, Marco Bizzarri, nel gruppo dal 2005, prima come «ad» di Stella McCartney e poi di Bottega Veneta, mentre Frida resterà in carica fino all’indomani della sua ultima sfilata donna, fissata per il 25 febbraio. Il mondo della moda è traumatizzato, ma non al punto da astenersi dal TotoGucci. Per il momento il nome più evocato è quello di Riccardo Tisci, che sembrerebbe disposto a lasciare Givenchy. Nel frattempo, ieri, il titolo Kering ha perso 2 punti sulla piazza di Milano.
Il cambio spirava nell’aria, ma, come da tradizione, era stato smentito. Oggi arriva il consueto attestato di stima, con Pinault che ringrazia Frida «per i risultati raggiunti, per la sua creatività e per la passione che ha sempre instillato nel suo lavoro». Il gruppo dei collaboratori di Giannini si dice intanto «frastornato. È stata una bomba anche per noi. Alla sorpresa si aggiunge il dispiacere: Frida è una donna brillante, colta e preparata, davvero speciale».
C’entra di sicuro la contrazione dei mercati cinese e russo, con la svalutazione del rublo a complicare ulteriormente il clima: anche se in ambienti Kering si fa notare come altri marchi del gruppo, per esempio Bottega Veneta, continuino a crescere. Si reclama uno svecchiamento, un riposizionamento. Ma sorge anche il dubbio che non sia stata bene accolta la storia d’amore fra direttore creativo e amministratore delegato: troppi poteri accentrati, troppi rischi di sovrapposizione fra vita privata e vita professionale. Di certo si chiude un’era che datava dal 2006, quella della totale identificazione fra lo storico marco fiorentino, onusto dei suoi 93 anni, e questa ragazza romana alla quale i biografi più fedeli attribuiscono, tanto per fare pendant, perfino un profilo botticelliano.
Nata il 1° gennaio del 1972, Frida è figlia di un architetto e di una professoressa d’arte e ha fatto studi in Accademia. Seguono stage e contratti a termine fino all’assunzione da Fendi a 25 anni e poi all’ingresso in Gucci nel 2002. Nel 2006, dopo un altro licenziamento improvviso, quello di Alessandra Facchinetti, diventa direttore creativo. Ma il vuoto psicologico che deve riempire è ancora quello di Tom Ford, dominus di Gucci (e della fashion globale) fino al 2004: quando lui se ne andò, Frida già macinava fatturato nella divisione accessori. Dopo l’arrivo al vertice riesce a imporre una figura di ragazza «cool» e insieme concreta, capace di ribattere una cucitura («sono nata in fabbrica»), ma anche attenta ai gusti dei ricchi e famosi: è amica di James Franco, che ha partecipato al film su di lei intitolato «The Director», e di Charlotte Casiraghi, testimonial sangue blu di Gucci. Con Charlotte divide anche la passione per l’equitazione, lo sport più gucciano che ci sia (un altro suo hobby è la raccolta di vinili). Ha promosso anche un’importante campagna per le donne, «Chime for Change», che solo in un concerto a Londra con la partecipazione di Madonna, Beyoncé, Jennifer Lopez e Laura Pausini ha raccolto l’anno scorso tre milioni di euro. Chiunque s’interessi di moda non vede l’ora di sapere quale sarà la sua prossima tappa.
Egle Santolini, La Stampa 13/12/2014