Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/12/2014, 12 dicembre 2014
PERISCOPIO
Alemanno: «Pensavo che Carminati fosse morto oppure in pensione». Fortuna che ha guidato Roma e non l’Inps. Mf.
La criminalità organizzata arriva in Umbria. Se si mette in fila davanti al Campidoglio. Spinoza. Il Fatto.
È più eversivo un politico corrotto o un antipolitico onesto? Jena. La Stampa.
La rottamazione di Renzi, com’è ormai noto, è una truffa: perché non ha mandato a casa i pezzi più vecchi, più sporchi e più compromessi del partito, ma solo quelli che non si sono genuflessi al renzismo dominante. Se «Roma è troppo grande e bella per lasciarla in mano a gentaccia», quella gentaccia l’ha fatta entrare o l’ha lasciata lì lui, riciclando ex rutelliani, ex dalemiani, ex fioroniani, ex veltroniani, ex bettiniani in cambio di una semplice professione di fede renziana. E ora non può cavarsela col commissario Orfini, l’ex dalemiano, ex bersaniano, ora ovviamente renziano, che nella federazione romana è nato e cresciuto accanto a quelli che dovrebbe cacciare, senza mai accorgersi di quanto accadeva. Marco Travaglio. Il Fatto.
Quando divenni sindaco di Roma erano gli anni del democristiano Sbardella, detto lo Squalo, dei socialisti di Paris dell’Unto. Era una città suddita e corrotta. Perfino le occupazioni abusive delle case popolari erano gestite nelle segreterie degli assessorati. Il patrimonio immobiliare pubblico non era censito. Io non trovai non dico un computer, ma uno straccio di documento che mi certificasse dove fossero i nostri immobili, quale valore avessero. Per farle capire: nessun telefono del Campidoglio era attivo. Nessun funzionario rispondeva al telefono. Avevi bisogno di un mediatore che gestisse le tue relazioni, un conoscente, un amico, un cugino, oppure a te cittadino era precluso ogni diritto. Francesco Rutelli, sindaco di Roma dal 1993 al 2001. Il Fatto.
Le racconto un episodio emblematico della febbrile voglia di vivere di Gianni Agnelli. Alba a St. Moritz, giornata piovosa. Gianni mi sveglia: «Il tempo è orribile, ma nel Sud della Francia, è bello. C’è l’elicottero pronto». Un volo pericoloso, ma lui amava il rischio. Arrivammo a Montecarlo e ci imbarcammo sul suo yacht. Dal mare, di fronte a St Tropez, mi mostrò la sua vecchia villa, la Leopolda, con commozione. Se l’amavi, gli chiesi, perché l’hai venduta? Perché, fu la risposta, con Marella dovevo cambiare vita: quella casa apparteneva a una vita precedente. Oscar De La Renta. Corsera.
Ci sono programmi che possono sopravvivere decenni e programmi che, a un certo punto, si sfaldano e vanno in frantumi: fanno male a chi li produce e a chi li guarda. Che tempo che fa dovrebbe riposare e Fabio Fazio, soprattutto, dovrebbe inventarsi qualcosa. Perché la televisione dei Pippo Baudo e dei Mike Bongiorno non è la televisione di oggi. Se non cambi, dicono a Roma «te se magnano». Carlo Tecce. Il Fatto quotidiano.
In 18 anni Domenico Bonifaci ha fatto fuori 14 direttori. In media gli durano meno di un anno e mezzo a testa. Uno, Maurizio Belpietro, appena 5 mesi. Un altro, Mauro Trizzino, 29 settimane. Per lui sono come gli pneumatici dell’auto: ai primi freddi toglie le gomme normali e monta le winter. Ci teneva molto che accettassi, per cui chiese ai miei amici Vittoria e Roberto Gervaso di combinare un pranzo nella loro casa romana. Ci sedemmo a tavola noi quattro. Non mi andava di dire in faccia a Bonifaci che del Tempo non m’importava nulla e che non avevo nessuna voglia di trasferirmi a vivere nella capitale. Mi rafforzai in questo convincimento quando furono serviti gli spaghetti: l’editore afferrò il tovagliolo, lo dispiegò ben bene per l’intera lunghezza e se lo ficcò dentro il colletto della camicia come se si trovasse dal barbiere. Da sotto il manto gli spuntavano solo le mani. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
Immaginate una spiga di grano simbolica: bella e con dieci cariossidi. Davanti a questa visione ringraziamo madre natura per averci regalato quei dieci semi. Tuttavia, se proviamo a far partire il film dall’inizio, vedremo una spiga diversa, con solo due cariossidi: quella è la spiga che madre natura ci ha regalato. Chi ha aggiunto le altre otto cariossidi? Il fatto è che per quasi 2.000 anni la spiga è rimasta quasi al naturale, con due cariossidi. Solo negli ultimi cent’anni siamo riusciti ad aggiungere le otto cariossidi: grazie al miglioramento genetico, ai concimi di sintesi, poi ai diserbanti e agli agrofarmaci. Dunque, quelle otto cariossidi in più, nel bene (mangiamo tutti e meglio) e nel male (ci sono stati dei costi che tocca ora riparare) sono un prodotto dell’ingegno umano. Chicco Testa, Contro (la) natura. Perché la natura non è né giusta né bella. Marsilio.
La Brianza cos’è? Mi vengono in mente nomi grossi, ma penserei di saltarli così non scontento nessuno. È semplice: è il made in Italy. Perché prima di quello è nato il made in Brianza frutto della Brianza contadina, anni Cinquanta, poi è nata la Brianza degli artigiani. Anch’io c’ero, a 18 anni guidavo il furgone Romeo della ditta di famiglia e facevo le consegne. «Tè faa el tò dover», hai fatto il tuo dovere, mi diceva mio padre. Mai: «Bravo». Ecco, quell’ambiente, quel contesto, era l’incubatore di meccanica, design, mobile, tessuto. Così è nato un marchio, anzi, il marchio. Carlo Edoardo Valli, imprenditore brianzolo. Corsera.
Fino alle tre, non una goccia d’acqua. Sudo, nella mia giacca da alluvione. Roma semideserta però, sotto a questo cielo, è bellissima. Dai caffè, i baristi si affacciano e si domandano l’un l’altro: «Ma andov’è, la tempesta?». Però il tassista ha detto che l’uragano torna alle sedici. Alle tre e mezza sono già a Termini. Il cielo si è fatto nero pesto, mi sfiorano le prime grosse gocce. Dal finestrino del treno faccio in tempo a scorgere l’inizio della tempesta. Riapro l’iPad. Grandine, allagamenti, ma niente di irreparabile, per fortuna. (Una passeggera sussurra perfino che non le pare molto peggio di un violento nubifragio estivo su Milano). Non una apocalisse, grazie a Dio. E nel cielo di nuvole iraconde mi immagino il Padreterno che richiama gli arcangeli, e ordina che si mettano via le trombe del Giudizio. Anche per questa volta non se ne fa niente, annuncia, con un’occhiata affettuosa al Cupolone: troppo bella Roma, troppo simpatici i romani. Marina Corradi. Avvenire.it
Il genio è un talento in stato di grazie. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/12/2014