Federica Furino, Gioia 11/12/2014, 11 dicembre 2014
AVRÒ CURA DI VOI
Massimo Gramellini, uomo dalle molte vite (in ordine di importanza percepita: marito di Elisa Galletta, tifoso granata, scrittore, giornalista, consigliere sentimentale e supremo gestore della Posta del cuore de La Stampa) mi accoglie nel suo ufficio di vicedirettore una mattina di fine novembre, a metà di una settimana cruciale. Cominciata con l’uscita del suo nuovo romanzo (Avrò cura di te, edito da Longanesi e scritto insieme con Chiara Gamberale) e destinata a terminare con il derby tra Juventus e Torino. Evento di per sé trascurabile non fosse che, come benvenuto, sul muro di fianco alla sua scrivania, trovo la testa di un torello verde di quelli che sputano l’acqua delle fontane di Torino, avvolto da una sciarpa granata e sovrastato da un altarino di foto e gagliardetti. Che l’uomo Gramellini e il tifoso granata siano due entità in una, con tutto quel che ne comporta in termini di filosofia esistenziale e allenamento alla sofferenza, è noto. Ma oggi, a trasformare il dualismo uomo (che parla d’amore) – tifoso (che soffre) in una triade spirituale perfetta, provvede il Gramellini angelo custode. Che dalle pagine di Avrò cura di te dispensa consigli sentimentali alla sua “custodita” Gioconda-Gamberale, lasciata dal marito e inconsolabile. «Nella Posta del cuore», dice, «c’è la vita delle persone e questo libro è la summa delle lettere che ho ricevuto in questi 15 anni: dalla ragazzina che sognava di reincarnarsi in un ippopotamo al vedovo che, ogni anno, pubblicava un necrologio per la moglie morta».
I tormenti d’amore sono sempre gli stessi?
No, sono figli del tempo. Quando il mondo era pieno di certezze, nessuno sognava la grande storia. Oggi la coppia è la tana. Anche i tradimenti sono storie stabili. Vuoi essere sicuro pure dell’amante.
Come ci finisce un intellettuale a scrivere la Posta del cuore?
Avevo ottenuto dal direttore della Stampa, Carlo Rossella, di firmare una rubrica sull’inserto settimanale. Mia moglie mi disse: «Fai qualcosa di utile: rispondi alla Posta del Cuore». Per lei, noi giornalisti raccogliamo pettegolezzi e distorciamo i fatti reali.
Questa volta, però, i consigli li dispensa dalle sfere angeliche.
Mi sono divertito da matti. La gente ha bisogno di evadere. E anch’io.
Non teme che il sentimentalismo la etichetti?
Al contrario. Non abbiamo pudore nel mostrare morti e orrore. Invece parlare delle cose sentimentali è tabù. Il risultato è che a un ragazzino davanti alla tv arriva solo il peggio. Leggi un pezzo di denuncia e finisci che sei solo arrabbiato. Se invece dai una speranza, magari chi legge trova la voglia di fare qualcosa di buono. Perciò amo questo ruolo di farmacista dell’anima.
Esistono davvero gli angeli?
Credo che l’essenziale sia invisibile agli occhi. E siccome quando ami entri in sintonia con l’energia dell’universo, se sintonizzi bene l’antenna, la voce dell’angelo la senti.
Che cosa dice?
La verità. Ti innamori della persona sbagliata? Puoi anche convincerti del contrario, ma la sera, mentre sei in silenzio sotto le coperte, l’angelo ti dice: «Guarda che quello è uno stronzo». E sai che ha ragione.
Com’è che troviamo sempre persone sbagliate?
Per la teoria degli specchi. Quando una lettrice di Gioia! incontra un mascalzone, incontra una pane di sé. Diventa meno stronzo e troverai la persona giusta.
Quando la troviamo non è detto che duri, però.
È che viviamo troppo. Nel Medioevo era facile: dieci anni e poi uno dei due moriva. Oggi, se ti sposi a 30 anni, quella persona te la ritrovi di fianco per altri 60.
Dunque l’amore ha una data di scadenza?
No. Ma se pensi che possa durare 60 anni con lui che ti telefona e te con il batticuore, hai un problema. Specie se, quando il batticuore finisce, te ne vai. Ha presente il Tutto il resto è noia di Califano? Se non lavoriamo su quella noia, non sentiamo più nulla.
Come se ne esce?
Con l’educazione sentimentale.
Quanto c’entra il bisogno d’amore del bambino Gramellini rimasto orfano, in questo suo parlare di sentimenti?
Molto. Se perdi la donna che ami, troverai un’altra donna che ti amerà allo stesso modo. Se perdi la mamma quell’amore non ce l’avrai mai più. Diventi un portatore di handicap. Ma conosco gente che su una carrozzella ha fatto cose straordinarie. Per gli handicappati emotivi è lo stesso. Perdi tua madre? Vivi senza un pezzo di cuore, ma scopri sensibilità che forse in una famiglia regolare non avresti avuto.
Anche Chiara Gamberale ha avuto i suoi dolori.
Suo padre, così importante per lei, che viene arrestato ingiustamente. E lei, da reginetta della classe, scopre che i compagni la evitano. Sono traumi che non superi. Ma se impari a conviverci, puoi farne qualcosa di buono.
Come si fa?
Accettando di aver perso la partita. Se stai lì a insultare l’arbitro, non ti rifarai mai.
In Fai bei sogni si descrive come un bambino arrabbiato che tira pietre per sfogarsi. Dov’è finito quel bambino?
C’è ancora. La rabbia non ho imparato a gestirla. Ho tanto fuoco dentro. Forse per questo amo i draghi.