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 2014  dicembre 11 Giovedì calendario

MAMME AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

Loris Andrea Stival, otto anni, scompare il 29 novembre. Il suo corpo viene ritrovato dopo tre giorni da un cacciatore a Santa Croce Camerina, nel ragusano. Non si conosce ancora l’esito di questa tragica vicenda, ma l’incongruenza del racconto della madre, straziata dal dolore e sotto shock, è una nota stridente nell’anima di chiunque stia seguendo la vicenda. Perché rimanda ad altri casi in cui si verifica la più orripilante delle ipotesi: che la madre non sia così estranea alle disgrazie del figlio.
Proprio di questo argomento parla il libro La sindrome di Münchausen per procura. (Franco Angeli). L’ha scritto l’olandese Roos Boum, è la cronaca lucida del tempo che lei stessa ha passato a far ordine tra i ricordi e le cartelle cliniche della sua infanzia trascorsa dentro e fuori dagli ospedali. La Boum scopre di non aver avuto alcuna malattia, i suoi erano solo sintomi prodotti ad arte dalla madre desiderosa di attirare l’attenzione e la compassione dei medici facendo del male alla figlia. In Olanda ha venduto 300.000 copie.
Taglietti, ematomi, paure inculcate. La sindrome di cui parla è una forma subdola di abuso sui minori, diffusa anche in Italia (cinque casi certi su 750 sospetti al Gemelli di Roma). «Il nome s’ispira al barone di Münchausen, uno dei più grandi visionari di tutti i tempi, che, accostato al termine “procura”, indica il disturbo per cui alcune persone sfruttano altri per ricevere attenzione», spiega l’autrice. Scopre altre storie come la sua, ma non viene autorizzata a pubblicarle. «Queste madri non danno nell’occhio perché interpretano bene il ruolo. È più facile notare qualcosa che non va nei bambini: in genere hanno malanni fisici ma anche disturbi psichici o comportamenti, che non guariscono con terapie convenzionali, ma stanno meglio se li si allontana dal controllo materno».
Scopre così che la sua non era la “malattia inspiegabile” di cui parlavano i medici. Che una madre che reagisce in maniera esagerata o che porta il figlio sempre dal medico, il cosiddetto doctor shopping, è un segnale d’allarme. «Molte di loro, come la mia», continua Boum, «lo fanno perché non si sono mai sentite apprezzate e cercano attenzioni per compensare questa mancanza. Farlo attraverso un bambino malato è perfetto, infatti gli abusi non sono mai mortali, così possono “usare” il figlio più a lungo. Compiono il loro crimine in modo cosciente ma negano sempre. È un danno premeditato come l’incesto. Lo so, è dura: ma non tutte le mamme sanno provare amore».