Fulmini 12/12/2014, 12 dicembre 2014
SQUALI
«Mi piace nuotare con gli squali, l’ho fatto nella Polinesia francese. Non volevo ma mia moglie e i miei figli mi hanno convinto a farlo» (José Mourinho parlando di sorteggi Champions).
FRETTA «Il solito problema del nostro calcio: c’è troppa fretta. Se un giocatore sbaglia tre o quattro partite, va messo sul mercato mentre l’allenatore, si sa, paga per tutti. Il presidente Corsi ha rischiato, mi ha dato fiducia: abbiamo vinto in due. In un’altra squadra mi avrebbero cacciato» (Maurizio Sarri).
FUTURO «Avevo iniziato con il Real, mi avevano notato quando giocavo a Vigo, la mia città natale. Avevo dieci anni, qualche torneo giovanile, prima di passare al Barcellona, che secondo me è il club migliore per tirare su i calciatori del futuro. Adesso ho trovato fiducia e stabilità, e spero proprio di fermarmi a Genova a lungo» (Iago Falque).
CONTRARIA «Sono bastian contraria. Sono stata la prima ad andar via, nel 1998/99, in Brasile e adesso che se ne vanno tutte io sto qui. Vorrà dire che tornerò fuori quando rientreranno le altre. Ho ancora molto da giocare, faccio in tempo. Fin qui ho sempre pensato che i soldi non mi avrebbero fatta felice, restare più vicina alla famiglia sì» (Francesca Piccinini).
FILTRI «Io piacevo perché festeggiavo anche la sconfitta. Sorridevo sempre e dicevo sì a tutti. Mi seguivano ovunque, prima, durante e dopo le gare, quando non avevo nemmeno il tempo di prendere fiato perché dovevo già rispondere alle domande dei giornalisti all’arrivo. Una volta era permesso un po’ tutto, gli atleti erano più avvicinabili e ti capitava anche quello che ti mancava di rispetto. Oggi è un po’ diverso, è tutto più filtrato» (Alberto Tomba).
BENEDIZIONE «Giocare a Oklahoma City è una benedizione. Da tanto tempo, ma che bello è stato sentire il mio nome invocato dai tifosi, dopo essere stato fuori a lungo» (Kevin Durant).
CHIESA «Sono molto religioso anche se non vado in chiesa, no grazie. Mi inginocchio e resto in adorazione a casa, è uguale» (Roberto Carlos).
RUBARE «Se potessi rubare un colpo a qualche grande giocatore? È abbastanza facile: il drive di Rory Mcilroy, il chip di Phil Mickelson e il putt di Tiger: ho scelto bene?» (Renato Paratore, 17 anni, nuova promessa del golf italiano).