Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 11/12/2014, 11 dicembre 2014
SALVINI SI È FATTO SCUDO PER PUTIN
Da Palmiro Togliatti a Gianluca Savoini. Di acqua ne è passata sotto i ponti dei rapporti tra l’Italia e la Russia. Il Pci andava a prendere ordini (e qualche volta dissentire), la Lega va ad abbracciare Vladimir Putin (anche se lui delega i suoi funzionari) e, forse, a chiedere soldi, così come ha fatto l’alleata Marine Le Pen.
Sì perché l’irruento Matteo Salvini s’è messo in concorrenza con Silvio Berlusconi anche nei rapporti con Putin. La politica a volte è proprio schizofrenica. Chi l’avrebbe detto che il Carroccio avrebbe finito per guardare a Mosca? Certo, gli Stati Uniti e l’Europa si arrabbiano, ma Salvini va col vento in poppa , un vento che lo porta a essere alleato della Russia in funzione antieuropea.
Del resto, l’uomo nuovo della Lega, il braccio destro del segretario che l’ha risollevata dal baratro, è appunto un filo-putiniano, Gianluca Savoini. Ha sconfitto, quanto a influenza, leader come Roberto Maroni e Luca Zaia. È lui che incarna il nuovo corso del Carroccio, dietro il physique du rôle televisivo di Salvini, è lui che ha ispirato, e sta gestendo, l’apertura a Putin, fino a spingere il segretario a un blitz al Cremlino. E sul web spopolano le sue foto mentre stringe le mani di Putin. Tanto attivismo pro-moscovita gli ha fatto guadagnare il soprannome di Cosacco della Lega ma anche i rimbrotti dell’ex-Cavaliere, che aveva salutato con favore la nascita di un circolo Forza Italia intitolato a Putin (sede a Milano, in via Dante 4). «Vladimir Putin – è scritto nell’atto costitutivo forzista- è innegabilmente uno statista di prim’ordine, simbolo della capacità di tutelare la sovranità politico-economica del suo Paese e i suoi valori tradizionali».
Ma Savoini che fa? Fonda l’associazione Lombardia-Russia e fa diventare verde di bile Berlusconi. Un’associazione che, con la benedizione di Matteo Salvini, diventa subito iperattiva e tesse la tela dell’embrasson nous tra la Lega e Mosca. «Assistiamo su stampa, tv e online- dice Savoini- a una propaganda antirussa basata sull’asservimento a quelli che sono gli interessi occidentali, mondialisti e americani, che vogliono un’Europa che sia un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, com’è stata purtroppo dal ’45 ad oggi. Gli Stati Uniti stanno cercando di circondare la Federazione russa attraverso basi Nato e alleanze strettissime con gli ex-Paesi del patto di Varsavia. Il tassello che manca per chiudere il cerchio è l’Ucraina. Abbiamo assistito ad una propaganda gigantesca basata sul nulla, oppure su episodi secondari, se non inutili e superficiali, come per le Pussy Riot, un fenomeno che si qualifica da solo: delle ignoranti che hanno mancato di rispetto alla tradizione ortodossa, ancora molto forte in Russia, per poter far parlare di sé, diventando icone dell’occidentalismo più bieco, create apposta per sostenere una presunta mancanza di libertà d’espressione imposta dall’establishment russo. Per ovviare a questa gigantesca propaganda antirussa, cercheremo di dire la verità».
Non manca una tirata d’orecchi a Roberto Maroni: «auspichiamo – aggiunge Savoini – che da parte della Lombardia ci possa essere un sempre maggiore rapporto diretto con la Russia. D’altronde esso vi è sempre stato». Il cosacco Savoini non ha dubbi: la Lombardia è come la Crimea, deve andare verso l’indipendenza. Per questo ha chiesto a Putin a togliere l’embargo agroalimentare a Lombardia e Veneto, Regioni che si sono schierate anche con atti ufficiali contro le sanzioni occidentali. «Potrebbe essere la prima crepa nel muro delle assurde sanzioni alla Russia», afferma Savoini. Che ha pure lanciato il gruppo Amici di Putin nel parlamento italiano. Spiega: «È un gruppo inter-parlamentare promosso dalla Lega. La convinzione è che moltissimi parlamentari di vari schieramenti da sinistra a destra ragionando con la propria testa capiscono che queste sanzioni sono controproducenti e contribuiscono alla rovina dell’economia italiana. Per cui si tratta di sollecitarli ad avere un minimo di coraggio e a venire allo scoperto esprimendo alla luce del sole la convinzione che sia necessario oggi riprendere i rapporti commerciali con la Russia di Putin, considerando che ormai da decenni non c’è nessun contenzioso o motivo di rivalità tra l’Italia e la Federazione russa».
Quanto all’Ucraina, Savoini sostiene che «le autorità di Kiev sono illegittime, anzi a Kiev comanda un regime golpista». Non a caso è stato lui ad accompagnare il segretario a Mosca nel ponte dell’Immacolata. E se arriverà alla Lega qualche finanziamento in rubli il merito sarà suo, «Finora non è arrivato né un rublo né un euro. E non ci interessa chiederlo – precisa il segretario Salvini – Il nostro appoggio alla Russia è totalmente disinteressato». Egli però nel contempo lancia un appello «a tutto il mondo: ogni aiuto è ben accetto, anche perché abbiamo 70 dipendenti in cassa integrazione».
Intanto, il segretario, su suggerimento di Savoini ha firmato un appello: «Stupisce tristemente che Vladimir Putin venga descritto come un dittatore. In Russia, da oltre 20 anni, si tengono libere elezioni. Le opposizioni criticano il presidente come avviene in ogni democrazia e un’ampia maggioranza del Paese lo sostiene».
Il nuovo, potente esponente del Carroccio è un ex giornalista de la Padania ed ex direttore dell’ufficio stampa della Regione Lombardia, il divorzio dalla Regione è avvenuto di pari passo con quello da Maroni per schierarsi nelle truppe dell’emergente Salvini, fino a prenderne il comando in tandem col segretario, dettandone l’agenda. Con tanta simpatia per Putin: «I nostri valori – dice –sono quelli di Putin. Le nostre idee combaciano pienamente con la visione del mondo del presidente della federazione russa: identità, difesa della famiglia tradizionale, appartenenza nazionale».
Guai a criticarlo. Una sua fan, Irene Osipova, una russa che guida l’associazione Giovani italo-russi, se la prende con Lucia Annunziata che nella sua rubrica In mezz’ora (Rai3) ha battibeccato con Salvini, paventando che i viaggi leghisti a Mosca siano un tradimento verso l’Occidente. «Questa giornalista – annota la Osipova – mi sembra una rana lobotomizzata, dice che l’aereo caduto in Ucraina era olandese, invece era maltese, dice che è stato abbattuto dai russi, nemmeno dai filo-russi, sostiene che le sanzioni sono state imposte per la faccenda del Boeing che invece non c’entra nulla. Quell’intervista sarà da riguardare tra un paio d’anni per capire quanto Salvini sia una mente lucida e che ha le palle per affermare certe cose, soprattutto sul servilismo delle nazioni europee agli Stati Uniti”.
Russi e leghisti uniti per la pelle. L’ideologo leghista conclude: «Putin è l’unico leader che fa l’interesse del proprio popolo».
Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 11/12/2014