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 2014  dicembre 10 Mercoledì calendario

MAYWEATHER, EROE MALEDETTO. ASSISTE IN CHAT A UN OMICIDIO

Grandi registi ci hanno raccontato coinvolgenti storie di omicidi scrutati di soppiatto da dietro una finestra, con le tende appena scostate o con i contorni indefiniti di ombre misteriose. Il fascino del proibito, ormai arrugginito dalla mania collettiva dei social network. Così, in una tragica apoteosi della modernità, anziché osservare situazioni sospette da un cannocchiale in camera da letto come in una delle più famose scene hitchcockiane, può succedere che il prossimo assassino stia chattando con te al computer.
Una storia agghiacciante, amplificata al diapason dal coinvolgimento di Floyd Mayweather Jr., il più forte pugile del momento (imbattuto in 47 match) nonché lo sportivo più ricco del mondo, con i suoi 105 milioni di dollari guadagnati nel 2014 (85 milioni di euro, per le due sfide di marzo e settembre contro Maidana). La ricostruzione è affidata a Tmz, famoso sito di gossip americano, peraltro molto affidabile nonostante le migliaia di news ad alto tasso di prurigine con cui ogni giorno inonda il web.
È lunedì, le prime ore dell’alba a Los Angeles, e il rapper Earl Hayes, figlio di Isaac Hayes, premio Oscar nel 1972 per la colonna sonora del film Shaft, contatta Mayweather (che sta a Las Vegas) su FaceTime, una videochat per tablet e pc. I due sono molto amici, in passato il cantante aveva firmato un contratto per la scuderia musicale di Pretty Boy (una delle sue redditizie attività collaterali) e spesso lo si è visto a bordoring a sostenere il campione.
Earl è arrabbiato, sconvolto, ha chiamato Floyd per dirgli che la moglie, Stephanie Moseley, ballerina ed attrice dello show Hit the Floor sulla tv VH1, lo tradisce ancora nonostante la riconciliazione e che perciò ha intenzione di ammazzarla. Gli appassionati del pettegolezzo narrano che la coppia non abbia mai superato la breve separazione di due anni fa, quando Hayes scoprì una tresca con un altro rapper, Trey Songz. Secondo il marito, Stephanie continua a frequentare l’ex (quanto ex?) amante e in ogni caso non si farebbe mancare altre scappatelle.
Mayweather (probabilmente non il miglior consigliere in fatto di rapporti uomo-donna, come vedremo) tenta di consolare l’amico, lo prega di desistere da qualsiasi intento criminale, ma Earl non si lascia fermare: prende una pistola, uccide la moglie e poi si suicida con la stessa arma. Sono le 7.30 del mattino in California. Secondo Tmz, perciò, Mayweather sarebbe stato testimone della sparatoria, o per aver ascoltato in sottofondo quanto successo o addirittura per essere riuscito a vederla attraverso la videochat. Dall’entourage dell’iridato non sono arrivati commenti, se non che Floyd è rimasto molto scosso e sotto shock per un evento senza un’apparente spiegazione (preoccupazioni che peraltro non gli hanno impedito, lunedì sera, di presentarsi nel parterre vip della partita di Nba dei Los Angeles Clippers).
A mettere pepe sul dramma c’è poi uno dei nomi d’arte di Trey Songz, vale a dire «Mr. Steal Your Girl», cioè «Mister Rubo la tua donna», che si è meritato per le numerose canzoni in cui vanta le sue conquiste femminili e dà suggerimenti su come sottrarre le fidanzate agli altri.
Insomma, un ambientino caldo, di quelli in cui Mayweather ha sempre sguazzato con perizia. La sua capacità di cacciarsi nei guai, del resto, è direttamente proporzionale al talento sul ring e figlia, direbbero gli psicologi, di un’infanzia difficilissima, senza una figura paterna di riferimento e con una madre spesso sotto l’effetto di stupefacenti.
Floyd ha sublimato ira e violenza nel pugilato, ma ogni tanto lo assale il lato oscuro, che non è soltanto la smaccata ostentazione della ricchezza (video in cui maneggia milioni di dollari in camera da letto, una villa da 2.000 metri quadri, auto di lusso) ma soprattutto l’incapacità di trattenere la rabbia, soprattutto in famiglia. Nel 2002, nel 2005 e nel 2010 il campione del mondo in cinque categorie di peso ha dovuto fronteggiare almeno cinque accuse di percosse contro le compagne e nel dicembre 2011 un giudice lo ha condannato a 90 giorni di prigione (più 2.500 dollari di multa, 100 ore in comunità e partecipazione per 12 mesi a un corso antiviolenza) per lesioni e furto (del telefonino) nei confronti dell’ex fidanzata Josie Harris, una sentenza che il 1° giugno del 2012 lo ha davvero portato in galera per due mesi, prima della liberazione sulla parola.
Non solo. A marzo di quest’anno sarebbe finito in un’inchiesta per tentato omicidio nei confronti di due uomini brutalmente picchiati da lui stesso e da membri del suo entourage: secondo la testimonianza delle vittime, operai assunti per completare alcuni lavori nella villa di Las Vegas, Mayweather li avrebbe ritenuti colpevoli del furto di alcuni preziosi, lasciandoli per strada con gambe e mani spezzate anche a colpi di mazza da golf prima di rendersi conto che non potevano essere coinvolti.
Storiacce. Ombre drammatiche sulla grandezza di un pugile che è nobile solo per l’arte che sa mettere sul ring.