Varie, 9 dicembre 2014
Astronauti per Sette – Samantha Cristoforetti, la prima donna astronauta italiana nell’equipaggio della Stazione Spaziale Europea
Astronauti per Sette – Samantha Cristoforetti, la prima donna astronauta italiana nell’equipaggio della Stazione Spaziale Europea. Dopo aver volato sui caccia dell’Aeronautica Militare, è stata selezionata dall’Esa tra 8.500 candidati europei nel 2009. In orbita resterà sei mesi, durante i quali dovrà compiere circa 200 esperimenti. Condivide l’esperienza su Twitter: @AstroSamantha. La prima donna nello spazio fu Valentina Tereshkova (16 giugno 1963) che per 70 ore e 50 minuti volò intorno alla Terra compiendo 49 orbite. La navicella era minuscola, lei rimase legata al sedile con la tuta e il casco addosso. L’assenza di peso la fece star male: «A un certo punto ho vomitato» (e il vomito le restò nella tuta). Il secondo giorno iniziò a farle male la gamba destra, al terzo il dolore si era fatto insopportabile. Il casco premeva su una spalla, un rilevatore sulla testa le causava un continuo prurito. Al rientro fu sparata fuori da una carica esplosiva, sbattè con la faccia e terra e il casco le provocò un vistoso livido. Gli astronauti russi si chiamano cosmonauti. Cinque mesi dopo la missione, la Tereshkova si sposò sposò con un altro cosmonauta: Andriyan Nikolayev, terzo uomo nello spazio. Si dice che a imporre l’unione furono i medici: volevano vedere che figli sarebbero venuti fuori. A quanto risulta, l’accoppiamento nello spazio è mai avvenuto. L’assenza di gravità complica l’erezione maschile e ci sono problemi ad abbracciarsi senza ancoraggi che impediscano ai corpi di volare eccetera. Una volta i russi mandarono su cinque gechi, un maschio e quattro femmine, per vedere se succedeva qualcosa. L’agenzia spaziale di Mosca a un certo punto perse il controllo del satellite, poi lo riacquistò. Alla fine le notizie che ci sono arrivate sull’esperimento sono contrastanti: secondo alcuni il geco maschio si dette parecchio da fare, secondo altri le femmine lo ignorarono e lui stesso si mostrò del tutto indifferente al loro fascino. Al ritorno da una missione sulla stazione spaziale Mir, l’astronauta Helen Sharman, inglese, 28 anni, nubile, disse di «aver vissuto esperienze fantastiche». I suoi colleghi russi, Serghiei Krikalev e Anatoli Artsebarsky: «Con lei ci siamo davvero divertiti». «Alcuni siti indicano la missione STS-75 dello Shuttle come la prima in cui si sia fatto ufficialmente sesso nello spazio. Ma io smentisco: c’ero anch’io, eravamo 7 uomini e non è successo niente» (l’astronauta Umberto Guidoni). Buzz Aldrin non volle fare foto a Neil Armstrong sulla Luna perché poco prima avevano litigato su chi dovesse essere il primo a toccare il suolo. L’unica immagine di Armstrong è quella scattata da lui stesso, in cui è riflesso, con la macchinetta fotografica in mano, nel vetro del casco del collega Aldrin. Nelle dichiarazioni rilasciate alla dogana di Honolulu (conservate negli archivi Nasa) dagli astronauti di Apollo 11 Neil Armstrong, Edwin "Buzz" Aldrin e Mike Collins si legge che non erano portatori di malattie, che il loro bagaglio conteneva 397,5 chilogrammi di polveri e rocce lunari, che il loro viaggio era iniziato a Cape Canaveral, aveva fatto scalo sulla Luna e si era concluso il 29 luglio 1969 a Honolulu. Gli venne anche chiesto se qualcuno si fosse unito al loro gruppo o se lo avesse lasciato. Risposero di no. Nel 1970 il 72% dei bambini statunitensi avrebbe voluto fare l’astronauta. La prima tuta spaziale fu realizzata dalla Nasa nel 1968, in occasione del programma Apollo che prevedeva la discesa sul suolo lunare. Quella indossata nelle fasi di lancio e rientro era composta da 6 strati di materiali sintetici (pesava 16 kg), quella per l’escursione sul suolo lunare aveva in più altri 10 strati di fibre plastiche (neoprene e teflon). All’interno della tuta, un sistema di raffreddamento ad acqua e lo speciale zainetto Plss con dentro tutte le funzioni vitali (pompetta dell’acqua, scorta di ossigeno, sistema di radiocomunicazione). Peso complessivo: 82 chili. Autonomia: 7 ore. L’equipaggio della stazione spaziale orbitante passa circa 160 ore a settimana facendo esperimenti scientifici. Il resto del tempo è dedicato alla manutenzione, ad attività di controllo della stazione e a passeggiate spaziali. Le passeggiate spaziali (o attività extra-veicolari, EVA) sono necessarie per la costruzione, la manutenzione e l’installazione delle componenti scientifiche al di fuori della stazione. Domenica è un giorno di riposo. «Un astronauta deve essere bravino a fare un po’ di tutto. Non un genio in una cosa e scarso in un’altra» (Samantha Cristoforetti). Gli astronauti cinesi si chiamano taikonauti. Tutti gli astronauti cinesi sono laureati, piloti con oltre 1.000 ore di volo. Poiché lo spazio nelle navicelle è limitato, requisito indispensabile è un’altezza non superiore a 170 centimetri e un peso inferiore a 65 chili. Difficoltà degli astronauti quando tornano a Terra: le ossa in orbita perdono calcio (fino al 10%), i muscoli, cuore compreso, rattrappiscono anche del 25%, la circolazione del sangue cambia, il sistema immunitario si indebolisce e gli apparati vestibolari dell’equilibrio sono turbati. Per tornare normali occorrono sei mesi. Per il primo mese è complicato camminare e servono quattro ore quotidiane di fisioterapia. Al mattino si soffre di dolori alle gambe, le caviglie si gonfiano per mesi e nella notte ci si sveglia in preda a fortissimi giramenti di testa. L’equilibrio si riconquista dopo tre-quattro settimane. Gli astronauti hanno più probabilità di avere l’Alzheimer. Colpa delle radiazioni cosmiche, secondo uno studio dell’università di Rochester. La cometa del vomito: così gli astronauti chiamano il contorcimento continuo che avvertono allo stomaco in assenza di gravità. Nelle missioni del Programma Apollo gli astronauti spesso preferivano non mangiare per non andare in bagno e diffondere in cabina cattivi odori che rimanevano lì per sempre. Gli astronauti dell’Apollo 8 festeggiarono il Natale 1968 nello spazio riuscendo a mangiare un tacchino, accompagnato da varie salse. Quattro pasti differenti, consumati da Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla Luna, composti soprattutto di panini con salame e insalata, bibite reidratanti e frutta. Lasciarono lì i resti del cibo. Nello spazio vietati gli alimenti che fanno briciole, dato che nelle cabine spaziali possono rimanere a fluttuare nell’aria a lungo, e gli astronauti possono inalarle. Proibiti anche i cibi troppo caldi. Quelli dell’Esa hanno chiesto ad Alain Ducasse di inventare piatti per gli astronauti che andranno su Marte, utilizzando prodotti che potrebbero essere coltivati lontani dalla Terra (riso, cipolla, pomodoro, soia, patate, lattuga, spinaci, grano e spirulina, cioè un’alga blu-verde che contiene proteine, calcio, carboidrati e vitamine). Tra i piatti: pane marziano e confettura di pomodori verdi, gnocchi di spirulina e millefoglie di patate e pomodori. Le cabine dove dormono gli astronauti devono essere ben aerate, altrimenti possono andare in debito di ossigeno a causa della bolla di anidride carbonica che si forma attorno alla loro testa durante la respirazione. Sulla stazione spaziale orbitante Iss ci sono 16 tramonti e albe ogni 24 ore. Quasi tutta l’acqua utilizzata sulla Stazione spaziale orbitante deve essere portata da Terra. Gli astronauti la usano per bere e per cucinare gli alimenti. Per lavarsi, invece, usano un panno umido e insaponato. Non si lavano neanche i piatti sporchi e i contenitori di cibo usati vengono schiacciati e gettati via. Una parte dell’acqua sull’Iss è ricavata dall’aria; altra ancora si ottiene dall’urina degli astronauti. Secondo l’astronauta italiano Umberto Guidoni, nello spazio l’acqua «ha sempre un sapore un po’ ferroso, anche per questo gli astronauti la mixano con succhi di frutta in polvere». IssPresso, la macchina per il caffè da portare nella stazione orbitante, progettata dalla Argotec. Pesa 20 chili e riesce a soddisfare le esigenze di pressione e temperatura che nello spazio sono diverse da quelle sulla Terra. La miscela è 100% arabica. L’espresso viene più schiumoso, ma non si può bere in tazzina: si deve sorbire con una cannuccia da un sacchetto. Le tecniche di sonno frazionato messe a punto dalla Nasa: prima di una missione gli astronauti si allenano ad addormentarsi in qualsiasi circostanza e a praticare il sonno di breve durata per restare svegli e concentrati per un lungo periodo (analoghe tecniche sono adottate da camionisti e da navigatori solitari). Sono immersi in un rumore costante di 70 decibel, come un aspirapolvere sempre acceso. Gli astronauti che vanno nello spazio spesso portano con loro souvenir della Terra. Per esempio il tedesco Thomas Reiter, che passò sei mesi nella Stazione Spaziale, aveva con sé la sua chitarra. Stuart Roosa dell’Apollo 14 portò una manciata di semi, che al rientro furono piantati in tutto il mondo, producendo pini, sicomori e sequoie speciali chiamati “Moon trees”. Gli astronauti della Nasa possono decidere cosa fare dei loro indumenti sporchi: buttarli, farci crescere delle piante o darli in pasto ai batteri. Le sei missioni Apollo hanno fruttato 382 chili di rocce lunari, raccolte nei diversi punti di allunaggio. Ed Mitchell è stato citato in giudizio per avere sottratto alla Nasa la macchina fotografica che faceva parte dell’equipaggiamento del modulo lunare dell’Apollo XIV. A Cape Canaveral ricordano con fastidio l’intraprendenza dell’equipaggio dell’Apollo 15 che tentò di vendere 400 francobolli che si erano portati sulla Luna. «La mia impresa più dura non fu l’allunaggio, ma l’atterraggio» (Neil Armstrong al giornalista Walter Cronkite).