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 2014  dicembre 08 Lunedì calendario

ECCO TUTTI I POLITICI CITATI NELLE CARTE

Dalla A di Alemanno alla Z di Zingaretti. E, nel mezzo, un universo fatto di ministri, ex leader comunisti, sindaci di piccoli comuni, dirigenti. Sono gli esponenti politici che fanno capolino tra le pagine dell’inchiesta sulla «mafia capitale». In alcuni casi sono indagati, in altri semplicemente persone informate dei fatti, molte volte non c’entrano assolutamente nulla con l’inchiesta. Infine ci sono quelli che grazie alle telefonate vengono palesemente «scagionati» da ogni sospetto. Anche gli inquirenti ritengono che, talvolta quelle dei personaggi coinvolti possano essere solo conoscenza millantate senza altri riscontri. C’è poi chi non è finito nelle carte delle inchieste, ma è stato «incastrato» da photo-opportunity con Salvatore Buzzi, insieme a Carminati l’uomo chiave dell’inchiesta.
È il caso, ad esempio, del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del sindaco di Roma Ignazio Marino, che solo poche ore prima della «scoperta» dell’immagine aveva giurato di non aver mai parlato con il re delle cooperative rosse. Ci sono, infine, i politici che devono ringraziare proprio le intercettazioni. Come Goffredo Bettini, che nelle carte dell’inchiesta emerge come candidato alle Europee «sgradito» alla «cricca». O l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma Rita Cutini.



Alemanno Gianni (ex sindaco di Roma)
Indagato per associazione di stampo mafioso. È il nome più «pesante» finito nell’inchiesta e paga soprattutto il coinvolgimento di molti uomini del suo entourage. Aveva contatti con Buzzi, nelle carte sono citati alcuni sms.
Alfano Angelino (ministro dell’Interno)
Non indagato. Il boss nero Carminati e i suoi vorrebbero arrivare al Viminale per ottenere appalti e in particolare la gestione del Cara di Mineo. Alfano, però, è inavvicinabile: «Non si fida di nessuno - dice Carminati - sta solo con i siciliani».

Alfosi Sabrina (Pd, presidente del I Municipio di Roma)
Non indagata . È tra gli esponenti che ricevono finanziamenti dalle coop di Buzzi alla vigilia delle elezioni 2013: ottiene 5.000 euro)

Ariola Simone (Pdl, ex presidente del Consiglio dell’ex XX Municipio di Roma)
Non indagato. I Ros hanno scoperto un suo incontro con Massimo Carminati il 23 gennaio 2013.

Astorre Bruno (senatore del Pd ed ex vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio)
Non indagato. È citato in un’intercettazione tra Buzzi e il suo collaboratore Coldarelli in una lunga conversazione sugli «affari» in Regione.

Baldi Michele (consigliere regionale del Lazio, eletto nella lista Zingaretti)
Non indagato. È tirato in ballo da Giovanni Quarzo, che domanda a Testa se Baldi fosse in grado di «controllare» Cosimo Dinoi nelle manovre che portarono Quarzo a diventare presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma.

Battaglia Erica (presidente della Commissione Politiche sociali del Campidoglio)
Non indagata. Anche lei, alla vigilia delle elezioni del 2013, riceve un finanziamento di 5mila euro dalle coop riconducibili a Buzzi.

Belviso Sveva (ex vicesindaco di Roma)
Non indagata. È citata in una conversazione tra Buzzi e Claudio Miliardi del novembre 2012. Si parla della necessità di prevedere fondi per il campo nomadi di Castel Romano: «L’importante è che decidano lui (Alemanno, ndr) e la Belviso».

Berlusconi Silvio (ex presidente del Consiglio)
Non indagato. Buzzi riferisce a Carminati di aver incontrato Berlusconi a una cena elettorale tenutasi il 16 maggio 2013 grazie ad Alemanno, che lo presenta al leader di FI come «il capo delle cooperative rosse di Roma».

Bettini Goffredo (eurodeputato del Pd)
Non indagato. Dalle carte dell’inchiesta emerge la sue estraneità. Alla vigilia delle Europee 2014, Buzzi invita a dirottare i voti su Gasbarra: «Devi capi’, noi il nostro mondo è Gasbarra, non è Bettini».

Bonafè Simona (eurodeputata del Pd)
Non indagata. Sul sito della cooperativa 29 giugno compare una sua foto con Buzzi. Lei si difende: «In campagna elettorale, tra le tantissime iniziative, ho visitato una cooperativa di ex detenuti. Tutto qui».

Bonino Emma (ex candidata alla Regione Lazio nel 2010)
Non indagata. La cooperativa 29 giugno, nel 2010, versa - lecitamente - al comitato elettorale della leader radicale, candidata governatrice del Lazio, 10mila euro.

Bubbico Filippo (sottosegretario all’Interno)
Non indagato. Compare in due occasioni nelle carte dell’inchiesta. In particolare viene indicato come tramite per raggiungere il ministro Alfano. In un’intercettazione del 5 maggio 2013 Buzzi dice a Carminati: «Dopodomani vedo il capo segreteria de’ Bubbico». Carminati replica: «Bubbico con Alfano adesso non ce sta». L’incontro, però, non è stato riscontrato.

Campana Micaela (deputata del Pd, membro della segreteria di Renzi)
Non indagata. È ormai noto il messaggio nel quale si rivolge a Buzzi con un «bacio grande capo». Il 5 maggio 2013 Buzzi parla nel suo ufficio con Carminati e altri soci. E dice: «Allora te sto a di’, no… riguardo a Michela e Bubbico stanno allo stesso partito no?». Poco dopo aggiunge: «Mo se me compro la Campana...». Lei ha respinto ogni accusa di collusione e ha parlato di «linciaggio mediatico».

Cesaretti Annamaria (Sel, presidente della commissione Mobilità del Campidoglio)
Non indagata. Il 15 gennaio 2014 Buzzi spiega ai «suoi» quali sarebbero stati gli appoggi politici che gli avrebbero permesso di vincere la gara indetta da Ama per la raccolta del Multimateriale: «Dovrebbero essere... la Cesaretti per conto di Sel... Coratti che venerdì ce vado a prende’ un bel caffè e metto in campo anche Cosentino».

Cochi Alessandro (ex delegato allo Sport del Comune di Roma)
Non indagato. È citato in una telefonata tra Buzzi e Mannuto: «Se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati, partivamo Fiuuuu ... c’amo l’assessore ai lavori pubblici, Tredicine doveva sta’ assessore ai servizi sociali, Cochi andava al verde, Cochi non è comprato però è un amico...».

Commissari Marco (sindaco di Morlupo)
Indagato. Il sindaco Commissari non accetta il denaro delle coop: «Alla fine della vicenda - scrivono gli inquirenti - Buzzi non si accontenta di un sindaco che gli assegna lavori senza prendere soldi». In un’intercettazione tra Buzzi e Carminati, il primo dice: «Il sindaco di Morlupo l’ho messo a stipendio».

Coratti Mirco (Pd, ex presidente del Consiglio comunale di Roma)
Indagato per corruzione aggravata e finanziamento illecito. Avrebbe ricevuto illegalmente da Buzzi 150mila euro.

Cosentino Lionello (ex segretario romano del Pd)
Non indagato. A ottobre 2012 Carminati si informa con Buzzi: «Come siete messi per le primarie?». Lui risponde: «Stiamo a sostene’ tutti e due... avemo dato 140 voti a Giuntella e 80 a Cosentino che è proprio amico nostro».

Cossutta Armando (Storico esponente del Pci)
Non indagato. In un’intercettazione ambientale Buzzi parlando con altri arrestati sui soldi che Carminati avrebbe consegnato a «tutto il parlamento», afferma che «Cossutta ne ha presi pochi di soldi per far fare Ponte di Nona». Quando si parla di soldi elargiti a tutte le forze politiche, Buzzi specifica: «Pure a Rifondazione».

Cutini Rita (assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma)
Non indagata. A Buzzi e compagni la Cutini non piace. Lui la definisce poco disponibile: «Basta che se ne va questa, non te riceve, non te parla...». Buzzi si rivolge a Nieri: «È molto importante avere un capo dipartimento che conosciamo in un assessorato di fondamentale importanza, ove non c’è stato ad oggi il minimo dialogo». E in un altro sms: «dacce una mano perché stamo veramente messi male con la Cutini».

D’Ausilio Francesco (ex capogruppo Pd in Consiglio Comunale a Roma)
Non indagato. In campagna elettorale riceve da Buzzi mille euro (regolarmente registrati). Il suo nome è citato in un colloquio tra Massimo Carminati e Fabrizio Testa: «A proposito de D’Ausilio... Chiama Giovanni Quarzo (Forza Italia, ndr) e gli dice "sul verde Roma stanno... i soldi". Voi chi c’avete? Allora ha detto “no no io c’ho Salvatore della venti”». E poi: «Digli a Salvatore che con D’Ausilio c’è il problema, c’è la questione del verde!» . Testa ribatte: «Giovanni m’ha detto: Guarda, stiamo vedendo gli accordi perché su ogni consigliere, ogni capogruppo indica un settore dove andare e D’Ausilio pure lui andava sul verde».

De Petris Loredana (senatrice di Sel, ex consigliera comunale a Roma e assessore con Rutelli)
Non indagata. Nell’agosto del 2001 riceve un finanziamento (registrato) da parte di Buzzi: quindici milioni di vecchie lire per la campagna elettorale per la Camera.

Dinoi Cosimo (consigliere comunale del gruppo misto a Ro ma)
Non indagato. Secondo gli inquirenti il suo passaggio al gruppo misto serve a intavolare una manovra politica che porterà Giovanni Quarzo alla presidenza della Commissione Trasparenza. Lo stesso Quarzo per questo obiettivo aveva chiesto l’aiuto degli uomini di Carminati.

Figurelli Franco (caposegreteria di Mirko Coratti)
Anche lui, come Coratti, è indagato per corruzione aggravata e finanziamento illecito.

Frattini Franco (ex ministro degli Esteri)
Non indagato. Il 15 novembre 2012 dalle coop riconducibili a Buzzi parte un bonifico di 30 mila euro a favore della Fondazione Alcide De Gasperi, all’epoca dei fatti presieduta da Frattini. «Non avevo la contabilità delle donazioni e non so nulla di questo bonifico» si difende lui.

Galloro Nicola (caposegreteria di Daniele Ozzimo, ex consigliere provinciale ed ex delegato alla Casa della Giunta Veltroni)
Non indagato. Gli investigatori registrano negli atti un progetto di cooperazione per la costruzione di un campeggio per «disadattati» sulla Cassia, su cui c’erano gli interessi di Carminati e dell’imprenditore Daniele Pulcini. Agli appuntamenti per la definizione dell’iniziativa avrebbe partecipato anche «il consigliere provinciale Galloro».

Gasbarra Enrico (eurodeputato del Pd)
Non indagato. Il 5 maggio 2013, i carabinieri registrano una conversazione dove Buzzi tira in ballo Gasbarra come mondo di riferimento. L’ex presidente della Provincia si difende con veemenza: «Non conosco né Buzzi né Carminati e non ha mai preso un euro». Smentisce, inoltre, un incontro con Buzzi che, secondo le intercettazioni, sarebbe avvenuto il 5 maggio scorso.

Giansanti Luca (consigliere comunale a Roma per la lista Marino)
Non indagato. Avrebbe ricevuto da Buzzi un contributo elettorale di 10 mila euro, regolarmente registrato.

Giuntella Tommaso (capogruppo del Pd in I Municipio ed ex presidente del Pd Roma)
Non indagato. In uno stralcio delle intercettazioni Massimo Carminati chiede a Buzzi: «Come siete messi per le primarie?». Buzzi risponde: «Stiamo a sostene’ tutti e due...avemo dato centoquaranta voti a Giuntella e 80 a Cosentino».

Gramazio Domenico (ex senatore di Alleanza Nazionale)
Non indagato. Padre di Luca, avrebbe accompagnato il figlio a una cena con Massimo Carminati.

Gramazio Luca (ex capogruppo di Forza Italia in Regione Lazio)
Indagato per associazione mafiosa, nelle carte dell’inchiesta sono frequenti i suoi contatti sia con Buzzi che con Carminati. Si è dimesso da capogruppo di Forza Italia.

La Russa Ignazio (ex ministro della Difesa)
Non indagato. Ne parlano a lungo Pozzessere e Carminati. Che dice: «Ignazio doveva mette’ a pareggia’ all’interno... i conti di Ligresti (…) Ignazio faceva... fa il capo bene lui (…) me lo ricordo da ragazzini era così, eh, io quando andavo a Milano...(incomprensibile)... la federazione del Mis erano solo loro, lui, Romano, er padre (…) vanno ai congressi e gli rompono sempre il cazzo al padre gli dicono che era mafioso perché era amico di Ligresti (…) è Ligresti che viene da me, no io che vado da lui».

Letta Gianni (ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio)
Non indagato. Buzzi punta alla gestione del Cara di Castelnuovo e ottiene un incontro con Gianni Letta per sensibilizzare il prefetto Pecoraro.

Lucarelli Antonio (caposegreteria del sindaco Alemanno)
Indagato per associazione di tipo mafioso, nelle carte dell’inchiesta appare come l’uomo che teneva i contatti tra la «banda» di Buzzi e il sindaco Gianni Alemanno.

Luzzi Tommaso (sindaco di Sacrofano)
Indagato per associazione di tipo mafioso. Di lui Carminati, a proposito di un appalto per la raccolta rifiuti per cui serve l’ok del sindaco, dice: «Luzzi non può fare altro. Lo abbiamo sostenuto noi. E se non fa come vogliamo noi Luca (Gramazio, ndr) gli blocca i fondi».

Marchini Alfio (consigliere comunale a Roma)
Non è indagato. Nelle carte si parla della mediazione di Carminati per organizzare un incontro tra Marchini, Luca Gramazio e altre persone. L’incontro avviene, ma Marchini sostiene di non aver mai avuto nessun tipo di contatto con Carminati.

Marino Ignazio (sindaco di Roma)
Il primo cittadino della Capitale non è indagato. Inizialmente aveva sostenuto di non aver mai parlato con Buzzi. Una foto risalente alla campagna elettorale lo ha smentito e dalle coop in questione ha ricevuto un contributo di 30mila euro. Marino, dal canto suo, promise che avrebbe devoluto alla cooperativa il suo primo stipendio da sindaco.

Marroni Umberto (deputato Pd)
Non è indagato. Quando il gruppo criminale ha il problema di confermare la nomina di Giovanni Fiscon a dg di Ama, Buzzi dice all’interessato: «Co’ Umberto ce parlo io, però ormai Umberto colle cose del Comune non c’entrerà più niente, eh! Comunque vada… cioè, se vince Marino, Umberto conterà un cavolo». «Se vince il centrosinistra siamo rovinati - dice Buzzi in un’altra intercettazione - solo se vince Marroni andiamo bene». Lo stesso Marroni si difende così: «In questi giorni sto assistendo a una campagna di strumentalizzazione di foto d’epoca o spezzoni di intercettazioni tesa a screditare la mia persona. Ho dato mandato ai miei avvocati di querelare i giornalisti di alcune note stampa e di alcuni articoli pubblicati in questi giorni, in sede penale e civile».

Menichelli Sergio (sindaco di Sant’Oreste)
È tra i trentasette arrestati. Riceve 30.000 euro per aver affidato illecitamente alla cooperativa 29 giugno la gestione della raccolta differenziata nel suo Comune.

Nieri Luigi (vicesindaco di Roma)
Non è indagato. Buzzi lo considera un buon interlocutore per arrivare a Marino: «E mo vedemo Marino, poi ce pigliamo e misure con Marino», spiega durante una conversazione con Emilio Gammuto: «Va bè mo’ Marino tramite Luigi Nieri con.. no..».

Odevaine Luca (Membro del coordinamento nazionale sull’accoglienza profughi. Ex vicecapo di gabinetto del sindaco Veltroni)
Arrestato. Si faceva versare le tangenti su conti segreti di moglie e figlio. È considerato il «moltiplicatore di profughi da destinare al centro di Buzzi» per fargli guadagnare di più. Per tutto questo avrebbe percepito dall’associazione criminale 5.000 euro al mese. Odevaine è stato anche consigliere del ministro dei Beni culturali Giovanna Melandri.

Ozzimo Daniele (ex assessore alla Casa del Comune di Roma)
Indagato per corruzione aggravata, ha ricevuto 20mila euro (legalmente) riconducibili a Buzzi per l’ultima campagna elettorale.

Paone Brigidina (Collaboratrice dell’assessorato alla Casa del Comune di Roma)
Non è indagata. Già candidata alle primarie Pd del 2007 nella lista «Sinistra e Sociale per Veltroni con Zingaretti», ex dipendente comunale andata in pensione, rientra in Campidoglio perché «assunta per chiamata diretta dalla Giunta Marino». Ed è proprio la Paone, scrivono gli investigatori, il «soggetto funzionale alla presentazione e alla successiva approvazione di emendamenti in seno al Consiglio Comunale, per ottenere una riduzione dell’80% sul valore di vendita di alcuni immobili pubblici in dismissione, tra cui la sede della cooperativa 29 Giugno di via Pomona nr. 63, e di via del Frantoio, in Roma». Buzzi farà un affare. L’operazione, però, «c’ha un prezzo», spiega Buzzi. «Il prezzo è la figlia della Paone che ce chiamerà». E che poi verrà assunta.

Patanè Eugenio (Consigliere regionale del Lazio)
Indagato per turbativa d’asta e illecito finanziamento. Ha ricevuto finanziamenti illeciti per diecimila euro. Secondo gli inquirenti avrebbe preso quei soldi per pilotare gli appalti regionali.

Pedetti Pierpaolo (consigliere comunale di Roma)
Il presidente della commissione Patrimonio del Campidoglio non è indagato. Nell’incartamento investigativo viene ritenuto il «punto di riferimento» del gruppo riconducibile a Buzzi e Carminati «per tutto ciò che concerne Patrimonio e politiche abitative e progetti speciali». Al politico sono date «utilità in cambio di favori elargiti».

Perina Marco (ex vicepresidente del XX Municipio)
Non è indagato. Gli inquirenti lo definiscono «persona in contatto con Carminati».

Picierno Pina (eurodeputata del Pd)
Non è indagata. Ricevette, per la sua campagna elettorale, mille euro da parte di una coop finita nei brogliacci dell’inchiesta (ma non riconducibile a Buzzi).

Poletti Giuliano (ministro del Lavoro e delle Politiche sociali)
Non è indagato. Il ministro è stato messo in imbarazzo dalla foto scattata durante una cena nel 2010, quando siede a tavola con molti dei protagonisti dello scandalo romano.

Quarzo Giovanni (presidente della commissione Trasparenza del Comune di Roma)
Indagato per associazione di tipo mafioso, secondo gli inquirenti chiede aiuti agli uomini di Carminati per ottenere la Commissione Trasparenza, organo che controlla la regolarità degli appalti e dei lavori dell’Assemblea capitolina.

Salvatori Emanuela (ex responsabile dell’ufficio Rom del Campidoglio)
Arrestata. Nel 2012, per ottenere «l’allargamento dell’allargamento» del campo nomadi di Castel Romano (affare da 5 milioni di euro) Buzzi fa pressioni su di lei. Ed è lei che segue la pratica per i lavori al campo, e che richiederebbe a Buzzi «giustificazioni contabili, anche fittizie, da allegare alla documentazione», al fine di giustificare l’allargamento.

Sammarco Gianni (deputato e coordinatore romano di Ncd)
Non è indagato. Il gruppo di Buzzi e Carminati cerca un contatto con il leader di Ncd Angelino Alfano finalizzato evidentemente a una gara d’appalto che riguarda il Cara di Mineo. Claudio Caldarelli insiste con Buzzi nel tentare un approccio al ministro dell’Interno per il tramite di Sammarco: «Co’ Alfano ce parla tutti i giorni, come glie pare.. dovete solo arriva’ lì... qualcuno che... io non ce posso anda’... Sammarco lo chiama al telefono lo chiama... alza il telefono e chiama Alfano, te lo garantisco!».

Sassoli David (eurodeputato del Pd)
Non è indagato. Nell’informativa del Ros, compare l’elenco dei candidati preferiti da Buzzi e Carminati all’epoca della corsa al Campidoglio: sono Umberto Marroni, Alfio Marchini e David Sassoli.

Schina Mario (ex responsabile del Decoro Urbano per la giunta Veltroni)
È finito in carcere con l’accusa di essere l’«intermediario» dell’organizzazione. Ruolo per il quale avrebbe percepito 1.500 euro mensili.

Sciascia Emiliano (presidente del IV Municipio)
Non è indagato. Avrebbe ricevuto in campagna elettorale 4.200 euro (regolarmente registrati) dalle coop riconducibili a Buzzi.

Scozzafava Angelo (direttore del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali del Campidoglio)
È indagato per associazione di tipo mafioso. Da lui passano le pratiche relative ai campi nomadi. Per i pm «le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione della sua attività da parte del gruppo criminale con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa».

Stefoni Fabio (sindaco di Castelnuovo di Porto)
Indagato per corruzione aggravata e illecito finanziamento.

Stella Mattia (caposegreteria del sindaco Marino)
Non è indagato. Per provare a condizionare la giunta Marino, Buzzi stringe i legami con Mattia Stella. In una conversazione tra Buzzi e Guarany, il primo sottolinea la necessità di «valorizzare Mattia e legarlo di più a noi».

Tassone Andrea (presidente del X Municipio)
Non è indagato. Il suo nome spunta in una conversazione tra Buzzi e Alessandra Garrone: «Gli ho detto a Tassone: fatti dare tutto il milione e facciamo l’operazione, invece di darli al Comune... la famo... la fai tu... e la intesti a noi... e l’ho quasi convinto...».

Turella Claudio (responsabile del servizio di Programmazione e Gestione Verde Pubblico del Comune di Roma con la Giunta Alemanno)
Arrestato. L’organizzazione che fa capo a Buzzi e Carminati va forte anche negli interventi sul verde pubblico grazie al funzionario Claudio Turella, secondo gli inquirenti «a disposizione del sodalizio» per favorire le coop nelle gare comunali. Il suo nome comparirebbe nel «libro nero» della contabilità parallela tenuto da Nadia Cerrito. Turella, stando all’informativa del Ros, vantava un credito nei confronti di Buzzi per averlo agevolato nell’assegnazione dei lavori relativi all’emergenza neve di qualche anno fa.

Varvazzo Paola (ex assessore regionale della Giunta Zingaretti)
Non è indagata. Secondo l’informativa dei Ros, la Varvazzo fornì documenti a Buzzi, riguardanti il giudice del Tar Sandulli che aveva sospeso un appalto vinto dalle coop di Buzzi. Dalla Giunta regionale è arrivata una precisazione: «L’ex assessore Varvazzo è rimasta nella giunta Zingaretti dal 22 marzo 2013 al 5 aprile 2013. Le intercettazioni risalgono al dicembre precedente».

Veltroni Walter (ex sindaco di Roma)
Non è indagato. Il suo nome ricorre in un’intercettazione ambientale del 28 marzo 2014 tra Buzzi, Caldarelli e altri. Parlando dei 5.000 euro mensili percepiti dal clan da tre anni da Luca Odevaine, già capo di gabinetto di Veltroni, Buzzi dichiara: «Ma se Odevaine c’ha tutta sta roba (riferendosi ad interessi in Venezuela, ndr) ma Veltroni quanta roba c’ha». Interviene un altro partecipante: «Che c’entra Veltroni?». Buzzi replica: «Ha preso i soldi di Odevaine, perché non li ha presi?». Secondo gli investigatori si tratterebbe di millanterie. L’ex sindaco di Roma ha invece replicato così: «Sono delle canagliate intollerabili. Querelerò chiunque darà spazio a queste follie delinquenziali».

Visconti Marco (ex assessore all’Ambiente del Comune di Roma)
Non è indagato. Il 9 maggio 2013 Buzzi chiama Caldarelli invitandolo a partecipare a una cena organizzata da Panzironi con Alemanno e Visconti: «Tu domenica sera che devi fa? - chiede Buzzi - Spero un cazzo eh, c’è... lui (Franco Panzironi ndr) organizza una cena co’ Visconti e Alemanno, al tea... al ristorante I Pescatori.. c’andamo, io mi porto pure mi moglie, la pupa eh... e suggelliamo, poi se vincono bene, se perdono s’a semo(...)e poi cerchiamo de parlacce... se vincono... si rimette mano alla questione».

Zingaretti Nicola (presidente della Regione Lazio)
Non è indagato. Il 20 aprile 2013 Buzzi stila l’elenco delle persone che tiene a libro paga per controllare o fare da tramite con questo o quel politico: «Lo sai a Luca (Odevaine, ndr) quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… (…) Schina millecinquecento euro al mese… (…) un altro che mi tiene i rapporti con Zingaretti (Nicola, presidente della Regione Lazio, ndr) duemilaecinque al mese». La replica di Zingaretti è stata la seguente: «Se avevano bisogno di qualcuno per avere contatti con me, è perché forse sapevano che con me non potevano averli. Ma non ho mai avuto una percezione di questo tipo e quindi ben venga l’indagine per chiarire se ci sono responsabilità».