Fulmini 10/12/2014, 10 dicembre 2014
SPIRALE
«Mancini è un vincente, parte da una posizione differente rispetto a Mazzarri. All’Inter, d’altronde, si era creata una situazione spiacevole. Lo so per esperienza: quando si forma una spirale negativa attorno alla squadra, i giocatori non ti ascoltano nemmeno più. Ora c’è più entusiasmo e meno pressione da parte dei tifosi. Prima era impossibile» (Alberto Zaccheroni).
TOSTO «Quando vedo giocare Jovetic, mi ritorna in mente Del Piero, ovviamente con le dovute proporzioni. E poi Stevan sembra, per movenze, guizzi e genialità, il Totti giovane, anche perché, come il capitano giallorosso, è un tipo tosto, sa farsi valere sul piano fisico e resiste ai trattamenti dei marcatori avversari» (Delio Rossi).
FRAGILITA’ «Ho i miei dubbi, le mie fragilità. Sono una ragazza cresciuta molto in fretta per necessità di sport, abituata a vivere il mondo e che appena può torna a casa. Come se ci fosse un elastico che alla fine mi riporta sempre a casa» (Federica Pellegrimni).
DI PIU’ «Una vittoria al Giro salva la stagione, le dà un senso, un significato, un valore. Ma so benissimo che tutti si aspettano di più da me: appassionati, tifosi, compagni, tecnici. Però, più di tutti, me lo aspetto io» (Enrico Battaglin).
ODIO «È una mia difesa, un piacere o una necessità: non so cambiare ritmo, e allora parto a tutta a me ne vado. Io odio inseguire. Domenica prima della partenza non ero così tranquillo, poi mi sono tuffato e mi sono sentito bene: potevo fermarmi?» (Gregorio Paltrinieri).
CLASSICO «Guardandomi indietro, a quello che era questo sport cinquanta o venticinque anni fa, mi sento più vicino a quelli che giocavano in un modo molto classico. Oggi sono tutti ugualmente forti. Nella battuta, a rete, da fondo campo, nei movimenti... Il tennis è diventato uno sport più di movimento che di tiri e di talento. È più il lavoro che la bravura che ti porta al vertice oggi» (Roger Federer).
SEGRETI «Il segreto di questo Real sono Ancelotti e la maturità dei giocatori: la personalità individuale passa in secondo piano e il campione s’impegna per la squadra. A volte i calciatori forti fanno fatica a capire che possono migliorare ancora, non accettano l’idea di correre anche per gli altri. A Bale in fase difensiva manca ancora una punta di intensità, però aiuta, eccome. Ed era lo stesso ai miei tempi: correva anche Zidane» (Santiago Solari).