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 2014  dicembre 09 Martedì calendario

FERRARI VALE AL MASSIMO 6 MILIARDI

Dopo numerosi report ottimisti, una doccia fredda sul titolo Fca nonché sul potenziale della controllata Ferrari è arrivata ieri da Bernstein Research, casa di brokeraggio newyorchese molto attenta all’azione Fiat Chrysler. Bernstein ha infatti confermato la raccomandazione underperform e il prezzo obiettivo a 6,25 euro su Fca. Il broker nella nota di ieri raccolta dall’agenzia MF DowJones si è concentrato sul business della Ferrari. In un’analisi degli utili del Cavallino e della struttura dei costi, Bernstein ha concluso che «il potenziale di crescita dei volumi dovrebbe restare limitato dall’esigenza di mantenere l’esclusività», benché gli analisti ritengano che il range di produzione verrà comunque ampliato «con un’auto sportiva più piccola o con il temuto Suv». La prima ipotesi sarebbe «meno rischiosa per il brand e meno costosa da sviluppare rispetto a un Suv». Bernstein ha inoltre sottolineato di non ritenere che Fca abbia una piattaforma adatta per un Suv di performance così importanti. L’espansione della linea di prodotto», ha proseguito la nota, «sarà costosa e richiederà nuova capacità e ricerca e sviluppo». Nel complesso Bernstein fatica «a vedere come Ferrari possa valere oltre 6 miliardi» e dunque ha confermato il rating underperform su Fca. Infatti «Ferrari sembra pienamente prezzata e Fiat senza Ferrari ci sembra cara; fatichiamo a giustificare il recente rialzo del titolo, con il mercato che ha aggiunto circa 3 miliardi al valore di Fca dall’annuncio dello scorporo di Ferrari», ha concluso Bernstein. Ieri intanto il titolo Fca in borsa ha chiuso a 10,97 euro, in ribasso dell’1,8%
In serata infine Standard&Poor’s ha confermato il rating di lungo termine BB- con outlook stabile su Fca. Allo stesso tempo l’agenzia ha assegnato un rating B- al bond convertendo da 2,5 miliardi di dollari che il Lingotto sta preparando. Secondo l’agenzia l’obbligazione, così come la vendita di azioni ordinarie, «sostengono il profilo di rischio di Fca e dunque mitigano i rischi di un downgrade. Tali rischi sarebbero altrimenti saliti, visto il flusso di cassa operativo negativo, causato dalle notevoli spese in capitale legate al piano industriale al 2018».
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 9/12/2014