Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 9/12/2014, 9 dicembre 2014
VINCI, VADO IN GIORDANIA
[Intervista ad Alessio Vinci] –
Dall’Albania alla Giordania. Alessio Vinci, dopo gli anni americani in Cnn, quelli a Mediaset e i 12 mesi a Tirana come direttore di Agon Channel, sta per volare ancora all’estero, ad Amman. Questa volta, però, la professione giornalistica non c’entra nulla. Perché si tratta di progetti umanitari per campi profughi, nel periodo sabbatico che l’anchorman televisivo si è dato a seguito dello stop del rapporto lavorativo con il canale albanese.
Domanda.
Quindi diciamolo bene una volta per tutte: lei non lavora più ad Agon Channel, giusto?
Risposta. In effetti anche io continuo a vedere il mio nome e il mio volto associati al canale Agon Channel. Evidentemente devo aver lasciato un buon segno, ma non abbastanza. Il mio rapporto con Agon Channel è infatti terminato a luglio, non ci siamo messi d’accordo sul rinnovo del contratto e quindi stop. Sia io, sia l’editore Francesco Becchetti ci siamo presi una pausa di riflessione.
D. E ora che fa?
R. Mi sono dato almeno sei mesi di pausa. E sto lavorando a un progetto umanitario per i campi profughi in Giordania. Ricordo quando ho lasciato Mediaset e sono andato a lavorare in Albania. In tanti mi prendevano un po’ in giro. Poi, però, mi hanno telefonato in massa per venire anche loro ad Agon Channel.
D. Quindi tra poco tutti a lavorare in Giordania?
R. No, non dico questo.
Credo tuttavia di avere uno spirito pionieristico. Di sicuro a luglio ho finito il mio rapporto con Agon Channel, un progetto per il quale ho dato anima e corpo, ma che da allora non seguo più. Né ho avuto più contatti con Becchetti. Stamattina (ieri mattina, ndr), comunque, ho sentito una divertentissima parodia di Agon Channel fatta da Fiorello su Rai Radio Uno.
D. Quando parte per la Giordania?
R. È previsto un viaggio tra gennaio e febbraio. In sostanza il progetto è questo: l’azienda di Udine Pilosio, specializzata in ponteggi, ha brevettato delle strutture modulari perfette per costruire scuole e ospedali nei campi profughi. Possono sostituire i container, sono più spaziose, modulari e riciclabili per altri campi. L’iniziativa della Pilosio ha avuto l’appoggio della Clinton global initiative, la fondazione della famiglia Clinton. E, quindi, nei primi mesi del 2015 realizzeremo due scuole nel campo profughi di Zaatari in Giordania.
D. Ma in sostanza lei che fa?
R. Io faccio raccolta fondi, poi mi occupo materialmente dei due progetti, uno per Save the children di cui sono anche testimonial, l’altro per Relief international, e infine mi occuperò della presentazione della struttura temporanea modulare all’interno di Expo 2015 a Milano, nello spazio riservato alle Ong, presso lo stand di Save the children. I moduli verranno spediti in Giordania a gennaio, ci metteranno un mese per arrivare, e ci vorranno cinque giorni per costruire le scuole, che saranno operative entro maggio.
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 9/12/2014