Rosaria Amato, la Repubblica 6/12/2014, 6 dicembre 2014
DE RITA: “MIO FIGLIO DIRETTORE? CURRICULUM ADEGUATO”
ROMA.
Il nuovo segretario e direttore generale del Censis si chiama Giorgio De Rita. E sì, non è un’omonimia: il ruolo di segretario generale è stato ricoperto da suo padre, Giuseppe De Rita, presidente e tra i fondatori del Censis, dal 1974, mentre la delega a direttore generale è stata conferita per 20 anni a Giuseppe Roma, che si è dimesso a novembre. A quel punto il Consiglio direttivo ha nominato Giorgio De Rita segretario generale con delega alla direzione. Del cambio al vertice non si è parlato fino a ieri (anche se l’istituto ne aveva dato notizia con uno stringato comunicato) quando è stato presentato il 48° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, il fiore all’occhiello del Censis. Una giornalista al termine della conferenza al Cnel ha sollevato la questione di un potenziale conflitto d’interessi, e De Rita padre si è indignato: «Non c’è alcun conflitto di interessi, mio figlio ha il curriculum adeguato. È stato amministratore delegato di Nomisma che è una grande società di ricerca, è stato direttore generale della società che si occupa di digitalizzazione dello Stato ed è una persona per bene. A nominarlo è stato il cda, formato da 15 grandi aziende come Telecom e Banca Intesa, quindi non è una nomina fatta in famiglia». Tutto vero, naturalmente: Giorgio De Rita, classe 1962, sposato, tre figli, pur essendo un ingegnere aeronautico ha seguito le orme paterne già subito dopo la laurea: il suo primo incarico professionale è stato come ricercatore presso Nova, una società indipendente di ricerche economiche e sociali.
Ma era proprio la persona più adatta a ricoprire quel ruolo? Anche all’interno del Censis, non c’erano professionalità più adatte? De Rita padre assicura di no: «Giorgio ha fatto un’ottima carriera, dove trovavo un altro con il suo curriculum? Dovevo chiamare una società di cacciatori di teste per farmi portare uno che non ha quel tipo di esperienza?». Del resto il Censis non è tenuto a bandire concorsi pubblici, ribadiscono fonti dell’istituto, essendo una fondazione privata. Certo, qualcuno potrebbe osservare che la vicenda sembra confermare quello che il 29% degli italiani pensa, proprio secondo il rapporto presentato ieri dal Censis, e cioè che per avere successo nella vita servano le conoscenze giuste. Il 29% sembra anzi una percentuale bassa rispetto ad altre indagini del genere: secondo una ricerca Istat di qualche anno fa «circa il 55% dei giovani trova la prima occupazione attraverso le segnalazioni di parenti e amici».
Rosaria Amato, la Repubblica 6/12/2014