Roberto Giardina, ItaliaOggi 6/12/2014, 6 dicembre 2014
IL CAPO DELLE FERROVIE SPIA I BUS
da Berlino
Nessuno ha fatto caso al distinto signore dai capelli candidi che uno dei giorni scorsi è salito sul bus Berlino-Amburgo. Alle 7 del mattino nella capitale comincia appena ad albeggiare. La temperatura è di poco sotto lo zero, e tutti viaggiano imbacuccati. Rüdiger Grube, 63 anni, il capo della Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, ha deciso di viaggiare in «Inkognito», come Goethe in Italia, per controllare i rivali.
Ci possiamo immaginare, a suo tempo, Moretti, o oggi il suo successore, salire su un treno dei pendolari all’alba, in Lombardia o nel Lazio? Rischierebbero di non giungere illesi a Milano o a Roma.
In Germania hanno autorizzato da qualche tempo i bus a fare concorrenza ai treni, e molti hanno deciso di preferire una trasferta in pullman, molto più economica, anche se meno sicura. «Volevo vedere di persona», ha spiegato alla Süddeutsche Zeitung, «e mi sono ritrovato con altri undici compagni di viaggio». Nessuno lo ha riconosciuto, non è che appaia spesso in televisione o sulle prime pagine del giornale. Alla fine il giudizio è stato negativo, la trasferta è stata scomoda, ed è giunto alla meta con un’ora di ritardo, invece delle tre ore promesse, per compiere poco meno di 300 chilometri, in pianura. Unica cosa positiva, il prezzo. Grube ha pagato appena 12 euro; su un suo treno in seconda classe avrebbe sborsato 78 euro e impiegato un’ora e 40 minuti, e con un treno più lento, impiegando due ore, avrebbe dovuto sborsare sempre 64 euro.
«È una follia», si sdegna il capo della Deutsche Bahn, «il costo per chilometro del bus è di 1 euro e 50, il che fa 450 euro per la tratta Berlino-Amburgo. Eravamo in 12, abbiamo pagato quindi 144 euro, all’azienda del bus mancano 300 euro». Non è una sorpresa che tre aziende, che offrivano viaggi in bus su lunghe distanze, abbiano già dovuto chiudere. «Noi non ci faremo trascinare in una concorrenza suicida offrendo prezzi sempre più bassi», conclude, «noi puntiamo sulla qualità e sull’affidabilità». Nei prossimi tre anni la Deutsche Bahn investirà 200 milioni per migliorare il servizio.
Ma chi preferisce il bus, mette in conto che sarà probabile giungere in ritardo, come avviene se si viaggia con la propria auto. La concorrenza con la Deutsche Bahn avviene sui percorsi a lunga distanza: per andare da Berlino a Monaco, circa 600 chilometri, in treno si spendono 142 euro in seconda classe, e occorrono sei ore. Una compagnia di bus offre il biglietto a partire da 18 euro. E l’ora d’arrivo non viene precisata per prudenza. Persino la Lufthansa è più economica: se si prenota in tempo, il volo dalla capitale a Monaco, che si può paragonare al Milano-Roma, costa 98 euro.
Neanche i mitici treni tedeschi sono puntuali come un tempo: l’anno scorso hanno accumulato 15 milioni di minuti di ritardo, e un treno su tre sulle lunghe distanze non è arrivato puntuale. E la colpa non è del recente sciopero dei macchinisti. La Deutsche Bahn aveva il vantaggio di poter partire quando si voleva e di cambiare programma. Oggi, se si comprano biglietti scontati, come avviene per le compagnie aeree, non si può rinunciare al viaggio o prendere un altro treno, senza perdere il biglietto come in un volo low cost. Durante il fine settimana viaggiare in treno costa meno, ma le vetture sono sovraffollate. Tanto vale salire su un pullman e non contare sulla puntualità. Ma è una buona notizia che il capo si sia messo per un giorno nei panni di un normale cliente.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 6/12/2014