Giacomo Poretti, La Stampa 7/12/2014, 7 dicembre 2014
QUANDO IL REGALO LAST MINUTE FA FELICE CHI TI CHIEDE AIUTO
Forse hanno ragione le mogli quando ci accusano di dimenticarci dei nostri anniversari e dei loro compleanni. Forse hanno ragione quelle migliaia di persone che vagano per le nostre metropoli invocando il nostro aiuto. Forse hanno ragione i negozianti a lamentarsi della contrazione dei consumi.
Ecco la cronaca fedele di un marito che, disponendo di 300 euro, un giorno decide di avventurarsi nell’acquisto di una borsa da regalare alla propria moglie, per il suo compleanno, in un negozio del centro. Per essere onesti e precisi il marito suddetto è stato indotto al ricordo dal figlio maggiore il quale gli ha telefonato in ufficio dicendogli: «Papi, non fare l’ennesima figura di merda con la mamma, e non tornare a casa con la solita borsa finto Prada che ne ha già 200!».
Quando il figlio riattacca il telefono sono le 18,35 e ha inizio l’avventura. Ti precipiti fuori dall’ufficio con lo stesso ardore di Indiana Jones, subito incontri il senegalese appostato fuori dal supermercato che ti invita a comprare un accendino.
Peraltro sa che hai smesso di fumare ma il suo lavoro consiste nell’essere molto insistente. Inoltre, senza aver avuto la possibilità di studiare, è un fine psicologo e intuisce che hai molta fretta: spesa 5 euro.
Sali in auto, svolti a destra il semaforo è rosso, ti fermi. Arriva il lavavetri che anche se non vuoi ti leva i moscerini dal parabrezza: spesa 3 euro; ti guarda male come se avesse pulito il vetro al peggior tirchio di Milano.
Ti attardi a polemizzare un attimo, il tempo di farti strombazzare dalle auto incolonnate e arriva di nuovo il rosso. Mentre concedi l’aumento di stipendio al lavavetri, ti si affianca l’omino che ti offre «Leggo», tu lo prendi ringrazi e alzi il finestrino, lui ti fa segno che devi pagare. Tu rispondi che è gratis, lui dice che deve mangiare, tu cerchi un euro in tasca, intanto il semaforo è diventato verde e vorresti ripartire ma non trovi la moneta, nel frattempo è di nuovo rosso.
Trovi l’euro, lo dai al signore del giornale, lui ringrazia per il caffè ma vorrebbe qualcosa anche per un panino. Sei esasperato, riparti che era ancora rosso e ti accorgi che c’è la telecamera sul semaforo: spesa 120 euro di contravvenzione e 2 punti in meno sulla patente. Sei a Milano e dal prossimo incrocio inizia l’area C, se lo varchi: 5 euro.
Lo varchi perché sei in ritardo, prosegui tranquillo per cento metri, poi ti ricordi che devi parcheggiare perché il negozio delle borse è situato in un isola pedonale: spesa 8 euro all’ora per il posteggio sotterraneo. Speri di cavartela in mezz’ora.
Esci e purtroppo si è messo a piovere. Don’t worry, ci sono diversi omini che ti vendono l’ombrello usa e getta, nel senso che lo usi una volta e poi si rompono tutte le bacchette e lo scambierai con un’altro la prossima volta che vai al ristorante: spesa 5 euro. Stai finalmente entrando nel negozio di borse quando un signore distinto ti viene incontro e con il fare di un turista smarrito ti mostra un foglietto. Pensi che ci sia scritto l’indirizzo del suo albergo. Invece il foglietto dice: «Io primario in Medicina mio Paese, scappato con famiglia molto numerosa e molto affamata, puoi tu dare me qualche soldo per sfamare mia bambina che no mangia da settimane?».
Tu stai comprando una borsa da 300 euro e sua figlia non mangia da settimane! Immediatamente il senso di colpa ti fa cercare 5 euro nel portafoglio, però ti accorgi che ti è rimasto solo un pezzo da 50. Glielo dai e non osi chiedergli il resto anche perché lui ti rassicura e ti dice che non ha moneta.
Sei finalmente davanti al commesso. Chiedi la borsa che desidera tua moglie, ma purtroppo è finita. C’è un modello leggermente più grande e con una tasca esterna: spesa 470 euro. Vorresti dire di no e cambiare regalo, ma l’orologio indica le 19,25 e tra poco i negozi chiuderanno. Esci con la borsa, ti avvii al posteggio e vedi che alcuni vu cumprà stanno proponendo la solita merce: accendini, incensi, elefantini di legno, bracciali portafortuna, portafogli e borse griffate. La borsa che hai appena pagato 470 euro, loro la vendono a 70 trattabili, e addirittura sembra più bella.
Forse i negozianti del centro hanno ragione a lamentarsi della contrazione dei consumi, ma non è proprio vero che la gente non spende e che gli italiani non siano generosi. E soprattutto, se talvolta noi mariti ci dimentichiamo del vostro regalo di compleanno, care mogli, adesso sapete il perché!
P.S.: suggestionati da questa cronaca, non vi metterete mica a pensare che c’è troppa gente in giro per le nostre città che non ha un lavoro rispettabile e che ci spilla denaro con l’accattonaggio? Almeno loro i soldi in cambio per lavarci il parabrezza, per l’elefantino, l’ombrello che non sta aperto hanno la gentilezza di chiederli, a volte perfino arrivano a supplicarli; altre categorie sociali che vivono negli uffici del centro delle nostre città i soldi se li prendono senza chiederci il permesso e senza darci in cambio nemmeno un ombrello che non starà mai aperto.
Giacomo Poretti, La Stampa 7/12/2014