Marcello Veneziani, Il Giornale 6/12/2014, 6 dicembre 2014
SE UN ALIENO ATTERRA SUL COLLE
Certo che sarebbe bello un parto extrauterino per il Quirinale. Non un Presidente partorito dal ventre stanco della politica, ma una personalità venuta fuori dalla cultura, dall’arte, dalla società civile. Sarebbe anche più coerente con un Paese anomalo e speciale come l’Italia che dà il meglio di sé in quei campi e tra quelle svettanti solitudini, piuttosto che nello Stato, nei partiti e nelle istituzioni. Però quando sento i loro nomi s’incrina la mia convinzione. Pescare per esempio il presidente tra i senatori a vita nominati da Napolitano, tutti pendenti a sinistra, significa fare già una scelta partigiana; Elena Cattaneo e il Renzo Piano non sembrano adatti al ruolo (e col secondo sarebbe un caso acuto di renzite nei Palazzi). Ancor peggio sarebbe un Umberto Eco, intellettuale settario, un po’ giacobino e girotondino.
Il Quirinale non è il risarcimento per il Nobel, una specie di Nobel casereccio. Un consenso più esteso, anche nel versante destro, potrebbe riscuotere Riccardo Muti, che di amor patrio e di attitudine a dirigere se ne intende. Ma le candidature illustri servono in realtà a due scopi. Uno, a far fare bella figura a chi le lancia, sapendo poi che gli altri le bruceranno, e così puntare sul candidato vero e più malleabile. Due, nel caso di Renzi, a non avere altro politico al di sopra di sé, nessuno che manovri sulla sua testa, ma un «libero professionista» con ufficio al Quirinale, privo di truppe, scarso di agganci parlamentari e privo d’uso politico. Però sarebbe bello, e poi, piuttosto che un Prodi...