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 2014  dicembre 07 Domenica calendario

NUOVO FUORIPISTA DI LAPO: COCA E AUTOEROTISMO CON RICATTO

A questo punto non c’è altra spiegazione: la sfiga ci vede benissimo. E indossa pure gli occhiali di Lapo Elkann, quelli strafighi bordati di velluto. C’è un accanimento quasi fantozziano della sfortuna sul malcapitato rampollo di casa Agnelli. A fine novembre il Wall Street Journal ne ha celebrato l’italico genio: «È un’icona maschile di successo che ha ormai tracciato la sua strada», ha scritto. Dispiacendosi perfino del fatto che, nonostante i successi, il nostro «esita ancora a darsi una pacca affettuosa sulla spalla». In verità, più che una pacca sulla spalla, gli farebbe comodo una toccatina laggiù. Perché Lapo non ha fatto nemmeno in tempo a godersi il trionfo internazionale che subito gli è piovuta in testa l’ennesima batosta mediatica. La notizia è di ieri: Elkann è stato vittima di un ricatto. E questo nemmeno è l’aspetto peggiore della vicenda, dato che il presunto estorsore - tale E.B. di 31 anni, di professione cameriere per una cooperativa - è stato arrestato, ma tutti i particolari della storia sono stati puntualmente resi pubblici (dal Quotidiano nazionale), e la nostra icona maschile di successo non ci fa proprio una gran figura. Anzi. Ecco i fatti. In un pomeriggio di aprile, i fratelli E.B. e F.B. stanno passando per una strada di Milano e si imbattono in una scena grottesca. C’è un tale che si aggira fra le auto parcheggiate praticamente nudo. Indossa una giacca e intorno alla vita ha un plaid per coprirsi le vergogne. Quel tale è Lapo. E qui all’Agnellino si presenterebbe qualche motivo di riflessione. Ma figliolo benedetto, già che hai fatto una fatica del demonio per far dimenticare all’universo mondo di essere finito in coma dopo un coca party con il trans Patrizia a Torino. Già che hai dovuto espiare pubblicamente e sei stato costretto a concedere interviste in cui confessavi di essere stato stuprato in collegio (e lascia perdere che qualche puntiglioso insisteva a dire che in quel collegio dei gesuiti manco c’eri mai stato). Ecco, considerando tutti questi fattori, forse non è proprio una grande idea aggirarsi per Milano senza mutande, no? Sei un guru dell’immagine: pensa anche alla tua, mica solo a quella degli altri… Fatto sta che Lapo se ne stava lì, con il suo plaid e la giacchetta. I due fratelli si sono fermati, e gli hanno chiesto se aveva bisogno di qualcosa. Beh, che gli servisse qualcosa poteva anche darsi. Ma di sicuro non aveva bisogno di montare in macchina con i due giovanotti, andare nell’appartamento di Niguarda in cui vivono con i genitori e passare un pomeriggio a strafarsi. A quanto pare, infatti, una volta giunto a casa dei due, Lapo ha tirato fuori un grosso sasso. Non una pietra: un sasso di coca. Va bene l’ingenuità, ma già non è consigliabile salire in auto con sconosciuti. Figuratevi seguirli mezzi nudi, tirare fuori un botto di coca e mettersi a far baldoria e a masturbarsi davanti a loro. Sì, perché la giornata pare sia trascorsa all’insegna «della droga e dell’autoerotismo». Due cose che fanno male da sole, immaginatevi appaiate… Infatti uno dei due fratelli, a testimonianza delle loro buone intenzioni, ha pensato bene di filmare le migliori scene del tranquillo pomeriggio con Lapo. A fine giornata, Elkann e i ragazzotti si sono salutati con baci e abbracci e si sono pure scambiati il numero di telefono. E qui la nostra icona di stile italiano commette un’altra castroneria fantozziana. Qualche giorno dopo, il cameriere E.B. lo chiama e gli fa presente che sarebbe il caso di mostrare un po’ di generosità verso chi lo ha amorevolmente soccorso. Lapo che fa? Esprime tutto il suo meraviglioso candore. Perché è questa la sua forza: il candore gli permette di stupirsi delle cose del mondo, gli dà lo stimolo per creare e giocare come un bambino, toccando il genio. Il candore gli fa anche scrivere libri pieni di frasi sconclusionate, di sentenze stravaganti sulla vita e lo scibile umano. E il candore lo infila nella cacca fino al naso, pardon, alle orecchie. Lapo, per dimostrare gratitudine ai fratelli, ha spedito loro un pallone della Juve con gli autografi dei giocatori. Come a due piccoli tifosi. Per lui forse si trattava di un regalo bellissimo. Loro l’hanno preso come un insulto. E sono cominciati i ricatti: prima 50mila euro, poi 30mila, poi le telefonate al fotografo Bicio Pensa, del fu giro di Corona. Un’ulteriore richiesta di 350 mila euro, le telefonate a Novella 2000 (che rifiuta il video) e a Chi (che prende tempo). Insomma, un ricattone a regola d’arte. Alla fine i soldi l’Agnellino non li ha sborsati, in compenso tutti i dettagli sono finiti sui giornali, masturbazione compresa. Splendido Lapo, va bene che la fortuna è cieca. Ma per propiziartela mica devi diventare cieco anche tu. Quindi la prossima volta, mani in tasca. E ricordati che, per avere le tasche, bisognerebbe averci anche indosso i pantaloni.