M. A. C., Corriere della Sera 8/12/2014, 8 dicembre 2014
I PALAZZI COMPRATI ATTRAVERSO SOCIETÀ CON SEDE ALLE BAHAMAS
Qualcuno ieri, dalle parti del Torrione di Niccolo V, sede dello Ior, ricordava una frase che ogni tanto il ragionier Lelio Scaletti silasciava sfuggire: «Se parlo io, crolla l’Italia». Oggi Scaletti ha 88 anni e dal crac dell’Ambrosiano di Roberto Calvi sono passati più di trent’anni, eppure il richiamo dei mari caldi delle Bahamas sembra essere stato irresistibile per i vertici dello Ior finoquasi ai giorni nostri. Sono infatti registratea Nassau alcune società che hannoacquistato gli immobili dello Ior, oggetto della compravendita per cui gli ex vertici dell’Istituto sono sotto indagine vaticana. Scatole cinesi, offshore , che si mettevano in pancia i palazzi dello Ior, società che sarebbero state controllate in parte anche da Caloia e Scaletti. L’indagine è partita dall’operazione di pulizia dei conti, cioè dall’operazione per chiudere quelli di persone che allo Ior il conto corrente ce l’avevano, pur non avendone diritto. Ed ecco che dal setaccio «emerge» il cospicuo conto del novantunenne avvocato Gabriele Liuzzo, che è appunto un professionista che non dovrebbe avere nessun rapporto con la banca vaticana. Vengono notate movimentazioni contestuali alle operazioni dei due ex dirigenti Caloia e Scaletti che in quanto pensionati hanno invece tutto il diritto di avere il conto. Liuzzo in un’intervista telefonica con la Reuters ha detto che le accuse del promotore vaticano sono «spazzatura». In realtà secondo
Promontory (società di revisione che ha lavorato sui conti) gli immobili sono stati venduti a prezzi troppo bassi e le parcelle dei professionisti coinvolti erano eccezionalmente elevate. Ma quello che più ha allarmato è stato il sistema parallelo delle società offshore, una costellazione che acquistava e da cui andavano e tornavano sui conti dello Ior masse imponenti di denaro, decine di milioni di euro. Ancora una volta, dal Vaticano si arrivava a Nassau.