Aldo Grasso, Corriere della Sera 7/12/2014, 7 dicembre 2014
OKKUPAZIONI, LA SCUOLA RIBALTATA DEL VICEMINISTRO
L’ istruzione sembra una cosa importante finché non incappiamo in sottosegretari istruiti. La nostalgica apologia delle okkupazioni lanciata dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone lascia interdetti. Quello stantio rito che tra novembre e dicembre si celebra in molte scuole d’Italia (cortei, autogestioni, graffiti, sacchi a pelo, invettive contro il governo per i tagli all’istruzione, vandalismi…) ha trovato proprio nel governo un insperato difensore. Mentre professori e presidi cercano con fatica di tenere in piedi un’istituzione che di problemi e situazioni critiche abbonda, il sottosegretario Faraone, classe 1975, ha dichiarato che le occupazioni scolastiche sono «esperienze di grande partecipazione democratica che ricordo con piacere», e che sono «in alcuni casi più formative di ore passate in classe».
Lo ha detto non una ma due volte, nero su bianco, e per non lasciare nulla di intentato ha aggiunto: «Io ho maturato la mia voglia di fare politica, proprio durante un’occupazione». Poi, con enfasi elegiaca, si è concesso una riflessione personale: «Anche in quei contesti si seleziona la classe dirigente». E si vede!
I genitori sono parsi rassicurati, ma molti professori si sono arrabbiati. E la legalità? E le lezioni perse? Nessun problema, ci penserà il sottosegretario alla Distruzione. Anche per i politici vale la regola che esprimere opinioni è il modo migliore per eludere il dovere allo studio.