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 2014  dicembre 07 Domenica calendario

I soldi delle tangenti romane finivano in Svizzera • Lo scandalo degli immobili Ior venduti a prezzi stracciati da due ex dirigenti • La mamma di Loris tentò il suicidio con una fascetta di plastica • Per Denise Pipitone torna la pista dell’omicidio • Mamme in rivolta contro il divieto di allattare in pubblico • La dieta mediterranea allunga la vita • Google ci permetterà di cancellare le email che inviamo per errore Mafia capitale I soldi delle tangenti venivano nascosti in Svizzera oppure su conti correnti intestati a parenti e amici

I soldi delle tangenti romane finivano in Svizzera • Lo scandalo degli immobili Ior venduti a prezzi stracciati da due ex dirigenti • La mamma di Loris tentò il suicidio con una fascetta di plastica • Per Denise Pipitone torna la pista dell’omicidio • Mamme in rivolta contro il divieto di allattare in pubblico • La dieta mediterranea allunga la vita • Google ci permetterà di cancellare le email che inviamo per errore Mafia capitale I soldi delle tangenti venivano nascosti in Svizzera oppure su conti correnti intestati a parenti e amici. Fedeli prestanome disposti a «coprire» il malaffare dei politici locali e nazionali che — secondo i magistrati romani — si erano messi al servizio dell’organizzazione guidata da Massimo Carminati e dal suo socio Salvatore Buzzi. Era lui a gestire la «rete» all’interno della pubblica amministrazione. Aveva referenti ovunque. Si vantava di poter trovare anche la sponsorizzazione di Goffredo Bettini, europarlamentare del Pd e gran tessitore del partito a Roma. Le carte processuali svelano quanto invasiva fosse ormai la sua presenza all’interno delle istituzioni capitoline. E gli scontri nel centrodestra per spartirsi la «torta» con la minaccia di un consigliere contro l’allora sindaco Gianni Alemanno, ora indagato per associazione mafiosa: «È un tangentaro, io ve faccio arresta’ tutti». Ior Il Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano ha aperto un’indagine nei confronti di due ex dirigenti dello Ior per operazioni immobiliari avvenute nel periodo 2001-2008. L’ipotesi di reato: peculato. Gli indagati sono l’ex presidente dello Ior Angelo Caloia e l’ex direttore generale Lelio Scaletti, insieme all’avvocato Gabriele Liuzzo per concorso. L’indagine, aperta dallo scorso gennaio, si riferisce a operazioni per la vendita d’immobili di proprietà dello Ior, un patrimonio - 29 immobili tra Roma e Milano - che valeva circa 160 milioni di euro e che i vertici dell’Istituto decisero di mettere sul mercato. Dalle verifiche interne condotte grazie anche alla consulenza della società Promontory, è emerso che quel patrimonio d’immobili sarebbe stato svenduto, con la cessione dei beni a prezzi molto bassi e l’applicazione di tariffe per compensi professionali molto alte. In alcuni casi, sembra che dietro le società compratrici ci fossero gli stessi Caloia, Scaletti e Liuzzo. Una volta rivenduti a prezzi di mercato, quindi molto maggiori, gli immobili avrebbero fruttato, a danno dello Ior, un guadagno di almeno 50-60 milioni di euro. Tutti e tre gli indagati hanno ancora dei conti allo Ior nei quali, all’atto del sequestro eseguito un mese fa, sono stati bloccati circa 17 milioni di euro, ritenuti dagli inquirenti frutto proprio del presunto peculato nella compravendita degli immobili. Loris 1 Dall’autopsia sul corpo di Loris, il bambino di otto anni scomparso la mattina di sabato 29 novembre e trovato cadavere in fondo a un canalone del Vecchio Mulino, a 4 chilometri dal paese di Santa Croce Camerina, è emerso che prima gli hanno legato i polsi con una fascetta di plastica, poi gliene hanno messo un’altra intorno al collo e lo hanno strangolato. Loris 2 Anni fa, quando tentò di uccidersi per la prima volta, Veronica Panarello cercò di farlo con una fascetta da elettricista. Oggi quel dettaglio del tentato suicidio con la fascetta è diventato importante per l’inchiesta. Perché non può sfuggire la strana coincidenza di una madre che vuole togliersi la vita in quel modo e di suo figlio che, a distanza di anni, viene ritrovato morto in un canale ucciso «verosimilmente» proprio da una fascetta da elettricista, come dice l’autopsia. Perché è sempre sulle fascette che l’inchiesta per l’omicidio di Loris ha registrato nei giorni scorsi un altro passaggio ritenuto «un po’ strano». E cioè la consegna di un mazzo di quegli stessi lacci plastificati alle maestre che erano andate a trovarla per le condoglianze. «Queste le aveva Loris per il compito di scienze. Saranno della scuola, ve le restituisco» ha detto Veronica alle insegnanti. Ma a nessuna maestra verrebbe mai in mente di utilizzare fasce come quelle, potenzialmente pericolose per i bambini. Così quel sacchetto è passato dalle mani di Veronica a quelle della polizia che ritiene compatibili le fascette consegnate con quella (mai trovata) che sarebbe stata usata per strangolare Loris. Loris 3 Veronica Panarello al suo avvocato Francesco Villardita: «Sono offesa da chi diffonde sul mio conto informazioni false. Mi hanno già processata e condannata. Ma io sono innocente e ho detto la verità. L’ho detto e lo ripeto: quella mattina ho portato Loris a scuola. E confermo anche il tragitto che ho spiegato di aver fatto, la vigilessa mi ha vista, chiedete a lei». Sulla storia delle fascette conferma invece che «ne ho parlato io stessa alle maestre. E quando mi hanno detto che non erano della scuola sono stata io a chiedere di chiamare la polizia perché potevano essere utili per le indagini». La mattina del delitto una telecamera ha ripreso il passaggio della sua Polo nera a 50 metri dall’inizio della stradina che porta dove suo figlio è stato ritrovato morto. Doveva avere un motivo misterioso per andare fin laggiù, hanno interpretato gli inquirenti. «Quale mistero?», se la prende lei, «sono stata io ad avvisare la polizia di essere passata in quel punto, ma era per buttare via la spazzatura perché lì ci sono i cassonetti. E loro lo sanno che è andata così e che non è una sorpresa, anche perché abbiamo fatto due sopralluoghi assieme passando proprio da quel punto». Denise Denise Pipitone aveva quasi 4 anni quando l’1 settembre del 2004 sparì, svanendo nel nulla, mentre giocava davanti casa sua, in via La Bruna a Mazara del Vallo. Dieci anni dopo si riaffaccia l’ipotesi di un omicidio. La Procura di Marsala ha aperto un fascicolo contro ignoti. Ci sono un paio di righe di trascrizione di una intercettazione ambientale, che non è nuova: era tra quelle rimaste non trascritte perchè all’epoca ritenuta incomprensibile. La Corte di Appello di Palermo - che sta processando per sequestro di persona Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, già assolta in primo grado - ha fatto trascrivere tutte le intercettazioni che finora non lo erano mai state. E’ venuta fuori così quella dell’11 ottobre 2004, quando la “cimice” in casa della già sospettata Jessica catturò un colloquio a bassa voce e in stretto dialetto tra le due figlie di Anna Corona, Jessica e Alice Pulizzi. Dialogo solo ora tradotto e trascritto: «Eramu n’casa, a mamma l’ha uccisa a Denise» (Eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise). La mamma è Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, il papà di Denise nata da una relazione extraconiugale con Piera Maggio. L’ipotesi è di una vendetta familiare. Far sparire Denise per colpire l’adulterio dei genitori. Allattare in pubblico 1 Da uno dei tè all’inglese del Claridge, il più lussuoso albergo di Londra, divampa una polemica che divide la società britannica e rilancia l’annosa questione dell’allattamento in pubblico. Quando l’altro giorno una donna ha portato al seno il suo bambino di tre mesi, ai tavolini del caffè dell’albergo, un cameriere le si è avvicinato con discrezione chiedendole di coprirsi con un tovagliolo per non creare disagio tra gli altri clienti. La madre, Lou Burns, 35 anni, ex-analista finanziaria e moglie di un noto attore, ha obbedito, ma poi è scoppiata a piangere e ha messo su Twitter le foto dell’allattamento, “prima” e “dopo”, senza e con tovagliolo censore. Da 24 ore in Inghilterra non si parla d’altro. «In base all’Equality Act del 2010, in questo paese è illegale chiedere a una donna che sta allattando di allontanarsi da un luogo pubblico, un caffè, un negozio o un mezzo di trasporto », commenta il servizio sanitario britannico. Il Claridge rifiuta di rilasciare dichiarazioni. Un gruppo di mamme ha protestato davanti all’hotel (Franceschini, Rep). Allattare in pubblico 2 Negli ultimi anni la questione è venuta alla ribalta in più occasioni e in diversi Paesi. A Nottingham, qualche settimana fa, 70 mamme sono andate ad allattare i figli in un negozio della catena di abbigliamento sportivo Sport Direct, dopo che a una madre era stato chiesto di uscire perché lo faceva. L’anno scorso nelle Filippine 21 mila madri si sono date appuntamento per allattare in pubblico come gesto di rivolta contro la legge locale che lo vieta; e altrettanto hanno fatto, quest’anno, 300 madri in Cile. Nel 2007 a una mamma è stato chiesto di coprirsi o andarsene quando ha allattato al Prado di Madrid, provocando un sit-in di madri con il bambino al seno davanti al museo. E la decisione di una insegnante americana di allattare in aula davanti agli studenti all’American University di Washington, dopo che il suo bebè piangeva nella stanza attigua, ha creato contrapposte prese di posizione negli Stati Uniti. In Francia, Germania e Svezia è una pratica diffusa, accettata da tutti. Ma in Danimarca è vietato allattare nei ristoranti. E in Italia resta per molti un tabù, pur non essendoci alcuna legge che lo vieti (ibidem). Dieta mediterranea La dieta mediterranea fa bene e allunga la vita: è un dato già riconosciuto, ma ora uno studio dei ricercatori di Harvard, pubblicato sul British Medical Journal, prova a spiegare il meccanismo attraverso cui la nostra alimentazione, povera di grassi e ricca in cereali e loro derivati, pesce, olio di oliva, frutta, verdure e legumi, oltre a un modesto apporto alcolico di vino, ci regala qualche anno di vita in più. La dieta mediterranea mantiene più lunghi i telomeri, segmenti dei nostri cromosomi che giocano un ruolo fondamentale nel regolare i processi di invecchiamento: sono accorciati dal fumo o dalla sedentarietà e preservati da uno stile di vita sano e attivo. Lo studio ha coinvolto 4.676 infermiere americane, seguite per anni con questionari ripetuti nel tempo che ne registravano abitudini alimentari e di vita e che si sono sottoposte a un prelievo del sangue per studiare il loro Dna. I telomeri sono paragonabili alle guaine di plastica alle estremità dei lacci delle scarpe, nel corso della vita si accorciano in funzione di processi d’invecchiamento. Telomeri più corti sono correlati a minore aspettativa di vita e maggiori rischi di patologie croniche, la loro lunghezza può essere influenzata da stili di vita, obesità, abitudini alimentari. (Harari, Cds) Email Google ha annunciato di volere aggiungere la funzione «cancella le email inviate» nel suo nuovo servizio di posta elettronica, per adesso sperimentale, Inbox. Gli sviluppatori di Inbox (che alla lunga dovrebbe prendere il posto dell’attuale servizio Gmail) hanno spiegato che per riprendersi il messaggio recapitato nell’email del destinatario, funzione in parte già disponibile anche in Microsoft Outlook e nella stessa Gmail, ma solo in condizioni particolari, bisognerà agire in pochi secondi. (Desideri, Cds)