Concetto Vecchio, la Repubblica 7/12/2014, 7 dicembre 2014
“IO, LINCIATA PER LE VANTERIE DI DUE MAFIOSI”
[Intervista a Micaela Campana] –
ROMA . Ore 9 del mattino, il responsabile welfare del Pd Micaela Campana, bersaniana, risponde al telefono con voce angosciata.
Onorevole Campana, come va?
«Una merda. Sbattuta in prima pagina per due mafiosi che parlano di me fra di loro, senza che ci sia la possibilità di potersi difendere».
Da martedì non si fa vedere alla Camera, né ha risposto alle ripetute chiamate.
«Qui si sta giocando con la vita delle persone. Hanno messo di mezzo anche il mio collaboratore, una cosa indegna».
Buzzi, intercettato, sostiene di volerle dare 20mila euro per la campagna elettorale. È così?
«Falso. La conversazione risale a maggio 2013...».
Comunali di Roma?
«Sì, e io in quella campagna elettorale non ci sono. Ero stata candidata alle politiche tre mesi prima, in un listino bloccato, in una posizione molto favorevole: non avevo bisogno di finanziamenti».
Ma perché Buzzi si sarebbe inventato “mo’ se me compro la Campana”?
«E io che ne so?».
Quindi pensa che sia una vanteria nei confronti di Carminati?
«Sì, si fanno belli tra loro».
Ma tra lei e Buzzi correva una certa confidenza. Come spiegare diversamente l’sms, “bacio grande capo”?
«Ma no, quello è il mio modo di esprimermi, l’avrò scritto a milioni di persone».
Conferma che lui le aveva chiesto di presentare un’interrogazione alla Camera per la sua coop?
«Non l’ho presentata».
Perché?
«Non mi convinceva».
Ricorda su cosa verteva nello specifico?
«Non lo ricordo».
Com’è possibile che non lo ricorda?
«Il fatto decisivo è che non fu presentata. Questo è facilmente verificabile nella banca dati del sito della Camera».
Chi era per lei Buzzi?
«Il capo della più grande coop del Centro Sud, un importante dirigente nazionale di Legacoop, a capo di un’impresa che fino a martedì scorso era un fiore all’occhiello nel campo sociale e nel reinserimento dei detenuti, e di cui tutta la sinistra andava orgogliosa».
I suoi rapporti sembrano particolarmente stretti.
«Non potevo non conoscerlo. Vada a vedere cosa facevano in via Cupra, come accoglievano gli immigrati del Nord Africa, davano lavoro a centinaia di persone, chi poteva mai immaginare? Quando io arrivo a Roma, a 19 anni dalla Puglia, inserendomi a Tiburtina, lui operava già da oltre un decennio. Ora apprendo con sconcerto dei suoi rapporti con Carminati».
Come l’ha conosciuto?
«All’epoca Buzzi era già attivo nel sociale e frequentava le iniziative del centrosinistra».
Lei è passata dalla circoscrizione a Montecitorio. Ci furono illazioni per la rapidità della sua ascesa?
«Ho iniziato giovanissima, servendo ai tavoli della Festa dell’Unità. Ho fatto molto partito, e poi come tutte le parlamentarie. Non è stata una carriera fulminea, come ho sentito dire in questi giorni con toni maliziosi».
Si dimette?
«Voglio leggere tutte le carte, è stata pubblicato solo la parte a me sfavorevole. Provo imbarazzo, rabbia. Mi difenderò. Anche con le querele».
Concetto Vecchio, la Repubblica 7/12/2014