Danilo Taino, Corriere della Sera 7/12/2014, 7 dicembre 2014
I «PROIETTILI SPAZIALI», SCIENZA E NERVI SALDI
L’impatto devastante di un meteorite sulla Terra non è necessariamente un film di Hollywood. Almeno due volte, nella storia del pianeta, ha provocato estinzioni di massa. Che accada ancora non è, secondo gli scienziati e gli statistici, una possibilità: è un certezza; si tratta di capire quando avverrà e di cosa si potrebbe trattare. Due studiosi americani, Joseph Hilbe e Jamie Riggs, hanno di recente spiegato — su Significance , una pubblicazione delle associazioni statistiche britannica e americana — che, sulla base di calcoli probabilistici, «ci sono probabilità molto basse di un impatto di qualsiasi dimensione su una grande popolazione urbana, o nelle sue vicinanze, tra ora e il 2100 ». Se si considera un «grande proiettile» che potrebbe avere l’effetto di provocare un’estinzione globale — cioè un meteorite con un diametro maggiore di dieci chilometri e con una composizione dura e un angolo d’impatto non perpendicolare alla Terra (un angolo acuto di 30° sarebbe più devastante) — la probabilità è di 3,9 per dieci alla meno undici . Insignificante, qualcosa per la quale non vale la pena perdere il sonno, dicono Hilbe e Riggs.
Ciò nonostante, i due scienziati sostengono che prima o poi un evento devastante dovuto all’arrivo di materiale extraterrestre ci sarà e che quindi è bene monitorare i cieli e preparare misure di mitigazione dei possibili effetti. L’impatto di un meteorite o di una cometa capaci di uno sterminio su scala globale avviene in media una volta ogni cento milioni di anni. Quello con la potenzialità di distruggere un continente, una volta ogni centomila anni. Una catastrofe come quella che avvenne nel 1908 a Tunguska (Siberia russa) — quando un meteorite del diametro tra i 60 i 180 metri esplose nell’atmosfera, distrusse piante e uccise tutti gli animali in un raggio di 1.200 chilometri — ha la probabilità di accadere circa una volta ogni 750 anni. Un meteoroide del diametro di sette metri impatta l’atmosfera e si frantuma in media ogni cinque anni e uno di quattro metri ogni 12 mesi.
Il dato di fatto è che ogni anno grandi quantità di materiale entrano nel sistema solare dallo spazio interplanetario e incrociano l’orbita della Terra: si conoscono almeno 400 di questi oggetti con un diametro di almeno un chilometro, capaci di distruggere parti consistenti di vita. Nessuna isteria; attenzione ai cieli, però.
@danilotaino