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 2014  dicembre 06 Sabato calendario

NAZIONALE - 06

dicembre 2014
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Cultura
IL COMMENTO
TOMASO MONTANARI
Le relazioni pericolose tra tagli alla cultura e sorveglianza
Lo Stato spende l’1 per cento del suo bilancio, la metà esatta della media della Ue
SARANNO i dettagli di questo furto incredibile a chiarire quali siano le falle del sistema che l’hanno reso possibile. Ed è bene dire subito che non esistono musei a prova di furto, e che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma è un museo modello, diretto da una dei conservatori più seri e preparati.
Ma rimane lo sconcerto suscitato da un museo dal quale si può uscire con un bronzo di Medardo Rosso, come si esce da un self service con una pizza. E se è impossibile non leggere l’episodio come una ulteriore, terribile pennellata del ritratto di un Paese in disgregazione, e di una capitale alla deriva, è difficile non metterlo in relazione ai criminosi tagli ai finanziamenti della tutela del patrimonio culturale.
Recentemente il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini è riuscito ad ottenere che la Legge di Stabilità contempli la creazione di un fondo permanente per l’attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, finanziandolo con 100 milioni di euro: è una buona notizia perché segna, finalmente, un’inversione di tendenza.
Ma bisogna notare che si tratta del recupero di un misero 10% di ciò che Giulio Tremonti e Sandro Bondi tagliarono d’un colpo nel 2008. Oggi il bilancio dei Beni Culturali è al minimo storico di 1 miliardo e 595 milioni di euro, una cifra per un terzo destinata allo spettacolo, e per circa il 90% bloccata nella spesa corrente. In altri termini, oggi lo Stato spende per la cultura l’1,1% del suo bilancio, mentre la media dell’Unione Europea è esattamente il doppio. E in termini di percentuale sul Pil siamo gli ultimi dell’Unione, insieme alla Grecia: con un incredibile 0,6%. Anche lo sbandierato Art Bonus, voluto dallo stesso Franceschini ed entrato in vigore in agosto, è un pannicello caldo, perché il gettito favorito dalle sue defiscalizzazioni rappresenterà (al picco massimo previsto) l’1,8 per cento del bilancio. Sarà un caso se poi non riusciamo a sorvegliare le sale dei nostri musei?
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