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 2014  dicembre 06 Sabato calendario

LETTERE AL CORRIERE

GRUPPO SINDONA
IL RIFIUTO DI UGO LA MALFA –
Caro Romano, a proposito della fiction televisiva su «Giorgio Ambrosoli» conclusa il 2 dicembre., le sottopongo una mia considerazione. La fiction evidenzia un sistema politico e clericale corrotto e connivente con la mafia italo-americana e tale ha dimostrato essere senza alcun dubbio in questa vicenda ed in altre. Giorgio Ambrosoli, Paolo Baffi, Mario Sarcinelli sono descritti come unici oppositori al progetto di salvataggio del gruppo Sindona. Il progetto di salvataggio prevedeva una gigantesca emissione di capitale della società Finambro, costituita allo scopo di procacciare, per questa via, i capitali necessari alla copertura del buco dell’impero Sindona, compreso quello della Franklin National Bank. Chi impedì l’approvazione dell’emissione di capitale da parte del Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio? Ugo La Malfa, ministro del Tesoro, che, pur sollecitato da più parti (Andreotti, Fanfani, ecc.), rifiutò la convocazione del Comitato impedendone così ogni deliberazione; deliberazione che, secondo le previsioni, si annunciava favorevole a Sindona. Di tutto questo non è traccia nella fiction televisiva.
Carlo Dominici , già preside della Facoltà di Economia
dell’Università di Palermo
Grazie. Ora il quadro è completo.
FANALINI DI CODA
Lotta alla povertà
In Europa siamo fanalino di coda per le politiche di riduzione delle povertà. Infatti con riferimento al 2011, abbiamo ridotto la povertà
dei minori solo del 7% contro
il 24% del Regno Unito e il 17%
di Germania e Svezia. Cosa potevamo attenderci di più
dal nostro Paese data la scarsezza di risorse e l’enorme debito pubblico?
Domenico Spedale , Milano
SECONDO LA BCE
Petrolio e deflazione
La preoccupazione del presidente della Bce Mario Draghi per il prezzo troppo basso del petrolio a causa dei rischi deflattivi che potrebbe comportare, rasenta l’incredibile. Il mondo sembra proprio girare al contrario!
Marco Pozzi , Monza
PAGAMENTI
Uso delle carte di credito
Lo studio medico privato al quale mi sono rivolto per una prestazione, all’atto del pagamento, dichiara di non disporre del Pos per l’utilizzo di carte di credito e di bancomat. Alla mia reazione stupita, mi viene risposto che la mancanza di sanzioni per l’inadempimento induce a non utilizzarlo mantenendo il contante come unica alternativa di pagamento. Sono stato quindi invitato a raggiungere il bancomat più vicino per prelevare quanto necessario. È questa l’efficacia delle norme per la riduzione dell’utilizzo del contante?
Marcello Airaghi
airaghi@inifi.com