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 2014  dicembre 06 Sabato calendario

DA BELEN A MAMMUCARI E DE ROSSI
VITA DI GIOVANNONE, FESTE E CELEBRITÀ

ROMA Calciatori, cantanti, uomini di spettacolo, tutti si rivolgono a lui. Eccolo il «potere su Roma» di Giovanni De Carlo — «Giovannone» per gli amici — a cui fa cenno un luogotenente di Massimo Carminati (Fabio Gaudenzi) nella Mafia Capitale. Arrestato due giorni fa, di ritorno dalla Thailandia, per la maxi operazione contro la criminalità romana, De Carlo è descritto con le sue frequentazioni (niente di penalmente rilevante) nell’informativa dei carabinieri del Ros.
Festaiolo, ospitale con le amiche, protettivo con i soci. Preoccupato per il «Cecato», cioè Carminati, che «se inzufola», insomma sniffa. Le dichiarazioni dei redditi lo collocano tra le fasce deboli ma lui, avvocato senza esercitare, delfino emancipato della criminalità nera («Il vero boss è lui» dice Ernesto Diotallevi) gira a bordo di una Ferrari.
Preleva i contanti da un garage dove il socio e prestanome Francesco de Vincenti glieli lascia in buste di plastica, attingendoli, se serve, dall’incasso del loro distributore sulla strada per Sabaudia e il Circeo. Si muove nella Roma Nord tra ponte Milvio e Corso Francia con Fabio Russo, suo socio in «Acquapower» e nella «Mondo Petroli», ritenuto dai magistrati una semplice «proiezione delle volontà predatrici di De Carlo».
L’aiuto a De Rossi
La notte del 30 settembre 2013 il telefono di «Giovannone» squilla più volte. A chiamarlo, poi ricontattato alle 2,56, è Daniele De Rossi, vice capitano della Roma e uno dei senatori della Nazionale. Il centrocampista, assieme al compagno di squadra Mehdi Benatia (oggi al Bayern Monaco), è protagonista di una lite in un locale della Capitale. Niente di grave, ma De Rossi preferisce cautelarsi: « Avevo pensato che quello aveva chiamato qualche coattone... ho detto famme sentì Giovanni », spiega a De Carlo. Il quale, annotano i carabinieri, «dando prova di grande confidenza», lo rassicura: « Chiamame sempre... bravo! Hai fatto bene Danie’, amico mio... ». Il dg della Roma Mauro Baldissoni precisa che si trattava di un «favore» a Benatia, invitando a non strumentalizzare le parole di De Rossi.
Belén e le altre
De Carlo frequenta, con qualche civetteria, il Met Villa Brasini a Ponte Milvio, dove un tempo sorgeva la sala scommesse clandestine del giro della Banda della Magliana. È lì che s’incontra con il calciatore Giuseppe Sculli, già sotto inchiesta per il calcio scommesse e nipote di «u tiradrittu», il boss della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito. Il Ros individua anche un incontro fra Sculli e Carminati e un appuntamento fra Sculli e il massaggiatore della Lazio, Massimo Papola, al quale quest’ultimo arriva con la Smart dii Carminati. De Carlo pare a suo agio nel mondo dello spettacolo: Belén Rodríguez è ospite a casa sua — otto vani nella centrale piazza Cavour — assieme al compagno Stefano De Martino. E nella stessa abitazione soggiornano a lungo Ludovica Caramis e Alessia Tedeschi, aspiranti showgirl e compagne rispettivamente di Mattia Destro (centravanti della Roma e della Nazionale, i due si sono sposati da poco) e di Blerim Dzemaili, ex del Napoli, oggi in Turchia.
L’orologio di D’Alessio
A giugno il cantante Gigi D’Alessio subisce un furto nella sua casa nel complesso residenziale dell’Olgiata. Scompaiono una collezione di Rolex per valore totale di circa 4 milioni. I carabinieri annotano che all’indomani un’Audi Q7 di colore bianco con due uomini a bordo e riconducibile alla società GGD srl di D’Alessio, preleva De Carlo e lo conduce a casa del cantante, dove si trattiene per mezz’ora. «Non l’ho mai conosciuto», precisa ora l’artista, che dice essere «totalmente inventato» anche l’ammontare del bottino.
Mammucari e il doping
Più espliciti i motivi della chiamata del presentatore Teo Mammucari il 25 giugno dello stesso anno. I due si sentono spesso. Mammucari: « Oh Giovannò... me dai una mano con quella cosa che t’ho chiesto?». De Carlo: « Ahò e mo ce vado... mo ce vado... ». M. « No perché Nucciatelli me dice “no Giovannone è un chiacchierone” gli ho detto “no... non è vero ”». DC: « Eh ma io si lo so’ eh... sono un chiacchierone ma almeno non spiattello i cavoli tua in giro... non dico che vuoi diventà Hulk, capito? ».
Il riferimento è a una sostanza dopante specificata in una telefonata di due giorni dopo: il Gh, (ormone della crescita), pensato per i bambini e usato dagli atleti come doping.
Fulvio Fiano
Ilaria Sacchettoni