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 2014  dicembre 06 Sabato calendario

Standard & Poor’s declassa il debito italiano • Gli affari di Buzzi: 174 appalti in 10 anni • Il grattacielo stretto per non avere vicini di pianerottolo • Gli italiani hanno paura di diventare poveri • Atene rivuole i marmi del Partenone, il British Museum li presta a Mosca • La mamma di Loris passò vicino al luogo dov’è stato trovato il bambino morto Rating L’agenzia americana Standard & Poor’s ha abbassato il rating sul debito a lungo termine dell’Italia, che passa da BBB a BBB-: un gradino sopra il livello «junk», spazzatura, area che per gli addetti è di non investimento

Standard & Poor’s declassa il debito italiano • Gli affari di Buzzi: 174 appalti in 10 anni • Il grattacielo stretto per non avere vicini di pianerottolo • Gli italiani hanno paura di diventare poveri • Atene rivuole i marmi del Partenone, il British Museum li presta a Mosca • La mamma di Loris passò vicino al luogo dov’è stato trovato il bambino morto Rating L’agenzia americana Standard & Poor’s ha abbassato il rating sul debito a lungo termine dell’Italia, che passa da BBB a BBB-: un gradino sopra il livello «junk», spazzatura, area che per gli addetti è di non investimento. Motivi del declassamento: «Abbiamo notato che Renzi ha fatto alcuni progressi con il suo Jobs act», ma la riforma potrebbe avere un «indebolimento a causa dei decreti attuativi alla luce di una crescente opposizione». In ogni caso, si legge ancora nel documento, «non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine. Come conseguenza, il già elevato tasso di disoccupazione potrebbe peggiorare fino a che non arriverà una sostenibile ripresa economica». Secondo Standard & Poor’s «mentre tutte le riforme si sono concentrate sul costo del lavoro», le «difficoltà della ripresa economica italiana dipendono anche da altri fattori e in particolare da un ambiente ostile al fare impresa». Fonti del governo dicono che «non si tratta di una bocciatura ma di un invito ad andare ancora più veloci sulle riforme. Vedono elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare l’aumento del debito e risvegliare l’economia nel breve periodo». Appalti Nel 2010 gli investigatori rintracciano solo due bonifici fatti da Salvatore Buzzi: uno da 2.500 euro a tale Pietro Pennacchi (non è specificato di chi sia il mandatario elettorale) e uno da 10.000 euro che la sua coop 29 giugno versa al comitato di Emma Bonino, candidata presidente della regione Lazio. Nel 2012, quando si mette in affari con Carmnati, secondo il Ros, i soldi in uscita crescono: a favore della fondazione Nuova Italia in dodici mesi Eriches 29, Sarim immobiliare e Formula Sociale 392 girano 68.500 euro. Nella campagna del 2013, Buzzi si scatena con 13 versamenti per contributi: due intestati a Marino da 20.000 e da 10.000 euro, due a Daniele Ozzimo del Pd (è l’assessore alla Casa che si è dimesso dopo gli arresti) da 10.000, uno all’attuale vice sindaco Luigi Nieri da 5.000 euro, uno da 15.000 ad Alemanno e uno da 20.000 al Comitato Elettorale Roma 2013. Non lascia indietro nessuno, nel Pd romano che sta per vincere le elezioni: fa versare dalle sue Coop 5.000 euro per sostenere Sabrina Alfonsi (presidente del municipio Centro Storico, Pd), 1.000 per Francesco D’Ausilio (ex capogruppo del Pd in Campidoglio), 5.000 per Erica Battaglia (presidente della Commissione politiche sociali) e 4.200 per Emiliano Sciascia (presidente IV municipio). Buzzi, con Rutelli sindaco, ottenne 11 appalti, poi con Veltroni 66 per un totale di 6,1 milioni di euro, fino ad arrivare al boom sotto il mandato di Alemanno: 97 appalti, quasi 10 milioni di euro. In totale fanno 174 lotti in dieci anni. A cui però si devono aggiungere, nel biennio 2012-2014, le commesse milionarie ottenute dall’Ama di Franco Panzironi, dalla Eur Spa di Riccardo Mancini (ne è segnalata una da 18 milioni di euro vinta dalla cooperativa 29 giugno il 19 giugno 2012) e il mini lotto da 456.000 euro con la Asl Roma A. E ancora, tutti i lavori ottenuti nella cintura di comuni attorno alla Capitale: Ciampino, Morlupo, Anguillara Sabazia, San Felice Circeo (Tonacci e Vincenzi, Rep). Piani È in costruzione a New York un grattacielo alto 425 metri per 96 piani. Avrà 104 appartamenti con finestroni tre metri per tre, trionfo di marmi, cristalli e legni pregiati, in vendita a prezzi variabili tra 17 e 83 milioni di dollari. È molto stretto: è stato progettato così per non avere vicini di pianerottolo, dato che quasi tutti i piani hanno un solo appartamento (Gaggi, Cds). Censis/1 Il Censis dice che il 60% degli italiani ha paura di finire in povertà, che diventa il 64% tra i 45-64 enni e il 67% fra gli operai. Otto italiani su dieci che dicono di non fidarsi del prossimo. Il 29% dice che per avere successo il merito non serve: servono le conoscenze giuste. Censis/2 Il Censis, di cui nuovo segretario e direttore generale è Giorgio De Rita, figlio di Giuseppe De Rita, ex segretario generale e fondatore del Censis stesso. Quest’ultimo si è sentito in dovere di difendere la scelta: «Giorgio ha fatto un’ottima carriera, dove trovavo un altro con il suo curriculum? Dovevo chiamare una società di cacciatori di teste per farmi portare uno che non ha quel tipo di esperienza? Mio figlio ha il curriculum adeguato. È stato amministratore delegato di Nomisma che è una grande società di ricerca, è stato direttore generale della società che si occupa di digitalizzazione dello Stato ed è una persona per bene». Marmi La Grecia vorrebbe che i marmi del Partenone conservati al British Museum tornassero in patria. Furono prelevati ai primi dell’Ottocento da Lord Elgin, ambasciatore britannico presso l’impreo ottomano che all’epoca controllava Atene, e venduti al British Museum che li espone dal 1816. Secondo la Grecia, le opere furono trafugate con il benestare di una forza occupante e dovrebbero essere restituite al legittimo proprietario. Solo il mese scorso il governo greco aveva dato ad Amal Clooney, avvocato di grido e neo-sposa di George Clooney, l’incarico di recuperare i marmi. Il museo ha sempre detto che le opere non si possono trasportare. Invece ne ha prestato uno all’Ermitage di Mosca (tra l’altro proprio mentre i rapporti diplomatici tra Gran Bretagna e Russia sono ai minimi per via della guerra ai confini dell’Ucraina). Loris Tra i filmati delle videocamere di Santa Croce Camerina ce n’è uno che mostra l’auto di Veronica Panarello, la mamma di Loris, transitare alle 9 di mattina in un tratto di strada distante 50 metri dal viottolo che conduce al Mulino Vecchio, dov’è stato trovato il bambino morto. Nessuna telecamera vede la Polo prendere quella strada. Ma c’è un’ultima immagine, registrata dal sistema di un’azienda privata che si trova proprio sulla strada del Mulino Vecchio: l’orario è compatibile e vi si vede «un’autovettura di colore scuro che, senza minimamente rallentare la marcia, prosegue in direzione della strada» che porta al posto dove, sette ore e mezza dopo, il cacciatore trova il corpo del povero Loris. Altri filmati dicono che la donna non è mai passata davanti alla scuola.