Alex Saragosa, il Venerdì 5/12/2014, 5 dicembre 2014
ANCHE LE FORMICHE NEL LORO PICCOLO SANNO SCATENARE LA GUERRA CHIMICA
La guerra non è stata inventata dall’Homo sapiens. ma dalle dodicimila specie di formiche che, da decine di milioni di anni, si scannano strappandosi a vicenda antenne e zampe con le taglienti mandibole, o si attaccano con armi chimiche, spruzzando intorno acido formico e iniettando veleni simili a quelli delle cugine api e vespe. Alcune, come le Camponotus saundersi del Borneo, usano persino tattiche da kamikaze; quando vengono sopraffatte esplodono rilasciando una colla che immobilizza e uccide le avversarie.
Fra le loro e le nostre battaglie, però, come hanno scoperto il fisico Franco Bagnoli, il biologo Giacomo Santini e loro colleghi dell’Università di Firenze in una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica PlosOne, c’è una grossa differenza: l’esito delle guerre formichesche è facile da prevedere. «Santini mi aveva mostrato video di scontri tra le formiche europee Lasius paralienus e le asiatiche Lasius neglectus, di cui cercava di prevedere il numero dei morti usando un modello matematico impiegato per le battaglie umane» spiega Bagnoli. «A me il modo di combattere delle formiche, in cui gli insetti si avvinghiano per qualche tempo, si rilasciano e poi tornano ad attaccarsi di nuovo, ricordava però tanto il comportamento degli atomi, quando si uniscono e si separano durante le reazioni chimiche. Abbiamo quindi provato ad applicare alle battaglie fra formiche un modello matematico usato in chimica, scoprendo che, partendo da numerosità, aggressività e dimensioni degli insetti, si poteva prevedere chi avrebbe vinto e quanti sarebbero stati i caduti con buona precisione».
Ma perché le formiche decidono di farsi la guerra? «In genere le guerre scoppiano perché ogni colonia di formiche protegge o un territorio o certe risorse alimentari» spiega Santini. «Quando in quelle aree incontrano “stranieri”, di odore diverso dal loro, reagiscono attaccandoli ed emettendo feromoni che richiamano altri guerrieri, il che estende la battaglia sempre di più. Un’eccezione sono le formiche Polyergus, esistenti anche in Italia, che attaccano deliberatamente i nidi di altre specie di formiche per rubarne le larve. Questi “schiavi” verranno poi portati nel nido delle Polyergus e lavoreranno come babysitter e raccoglitori», Ma forse il comportamento bellico più sorprendente è quello, scoperto nel 2013, delle Sericomyrmex «Queste formiche sudamericane, che coltivano funghi nei loro nidi, mantengono fra loro le Megalomyrmex, potenti guerrieri. Così, quando la colonia di Sericomyrmex viene attaccata, i “mercenari” Megalomyrmex la difendono».
Questi studi hanno anche un ritorno pratico. «Le Lasius negtectus sono una specie invasiva arrivata dall’Asia minore e in circa dieci anni hanno invaso tutto il continente, mettendo in difficoltà le specie autoctone. Stiamo cercando di individuare una specie europea in grado di contrastarle davvero e forse l’abbiamo trovata nella formica rossa e nera Clematogaster scutellari, comune nei nostri boschi e facile da riconoscere perché solleva l’addome quanto attacca: è molto battagliera e si è rivelata un osso duro anche per le neglectus».