Michele Serra, L’Espresso 5/12/2014, 5 dicembre 2014
SOPHIA AL BALCONE DEL QUIRINALE
Sta per entrare nel vivo la corsa al Quirinale. Scartati i nomi di Rodotà e Zagrebelsky, che sono personalità al di sopra delle parti, fedeli alla Costituzione, colte e al di sopra di ogni sospetto, e dunque ineleggibili, è partita la corsa alle candidature. Ecco i principali favoriti.
ROMANO PRODI Conoscendo la vecchia regola secondo la quale fare il nome di un candidato equivale a bruciarlo, centouno deputati del Pd lo hanno indicato, in un documento ufficiale distribuito alla stampa, come il loro candidato ideale per il Colle.
DI FORNACIO Il candidato delle Cinque Stelle è Nunzio Di Fornacio, deputato eletto a Caserta. Insieme a Di Maio, Di Battista, Di Punzio, Di Ruocco, Di Stumbo, Di Suomma e Di Marotta fa parte del gruppo detto “dei trentaquattrenni”, formato da deputati tutti della stessa età, tutti bruni e con la barba, tutti ex riparatori di computer tranne Di Stumbo che faceva il riparatore di lavastoviglie. Nel gruppo era incluso in origine anche un certo Marchetti, che però è stato espulso non avendo i requisiti. Di Fornacio ha solo 34 anni ma l’investitura del web, secondo il regolamento del blog di Grillo, gli vale dieci anni di abbuono, e dunque fanno 44; gli altri sei anni mancanti per arrivare ai cinquanta richiesti, secondo i costituzionalisti del movimento, saranno ampiamente raggiunti prima dello scadere del settennato, e dunque la candidatura è valida.
GIORGIO NAPOLITANO L’ipotesi di un terzo mandato, avanzata da un misterioso sito internet (www.burlonitaliani.it), è stata considerata del tutto irrealistica in tutto il mondo politico romano. «Sarebbe come - spiegano voci interne al Pd - se il Parlamento non fosse capace di eleggere un nuovo presidente e fosse dunque costretto a confermare quello uscente: ma si rende conto della figura di merda? Con quale faccia, poi, potrebbe continuare il suo lavoro una legislatura che non è neanche in grado di eleggere il presidente della Repubblica?».
SILVIO BERLUSCONI Su suo suggerimento diretto, uno staff di giureconsulti sta studiando una soluzione forse costituzionalmente insolita, ma politicamente percorribile: Berlusconi potrebbe scontare la sua residua condanna ai lavori di pubblica utilità facendosi eleggere al Quirinale. «Non v’è dubbio - spiegano i suoi legali - che la mansione di Capo dello Stato possa essere considerata tipicamente di pubblica utilità». Nessun ostacolo legale, dunque, alla sua elezione: semmai qualche perplessità sull’alloggio destinato al Presidente, non abbastanza fastoso rispetto alle sue abitudini. Gli uffici del Quirinale, comunque, hanno già fatto sapere di considerare irricevibile la proposta di reclutare corazzieri nani.
MATTEO SALVINI L’unica volta che ha messo la cravatta è finito al pronto soccorso per un principio di soffocamento; ha modi ruvidi, se qualcuno gli stringe la mano se la pulisce subito nei pantaloni, si soffia il naso nella giacca del suo portavoce e indossa solo magliette con scritte volgari che gli strizzano la pancia. Ma gli altri nomi della rosa dei candidati leghisti erano Borghezio, Rosy Mauro e Umberto Bossi, e dunque il mondo politico ha complessivamente accolto con sollievo la candidatura di Salvini.
MASSIMO D’ALEMA Il suo nome circola con qualche insistenza nei corridoi romani. Ma secondo i bene informati la notizia sarebbe del tutto priva di fondamento: D’Alema non accetterebbe mai un incarico così sottodimensionato rispetto alle sue ambizioni.
SOPHIA LOREN Dopo mezzo secolo di votazioni in cui qualcuno, per scherzo, la votava per il Quirinale, questa volta la Loren ha deciso di candidarsi per davvero. Sommando i suffragi delle edizioni passate (centinaia), si sente nettamente favorita. In caso di elezione sarebbe la prima donna al Quirinale, e la folla di turisti, passando sotto lo storico palazzo, potrebbe finalmente assistere al festoso spettacolo dei panni stesi sotto le finestre. Donna Sophia intenderebbe fare il discorso di fine anno affacciata al davanzale.