Matteo Bandiera, Sette 5/12/2014, 5 dicembre 2014
PERCHÉ BUTTIAMO VIA MILIONI DI TONNELLATE DI PETROLIO
L’Italia ha sempre più bisogno di energia, per vivere in case più confortevoli, per lavorare, per aumentare il benessere della popolazione. E la domanda è cresciuta nel tempo. Nel 1981 la richiesta era di 143 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, nel 2005 era salita a 197 per poi scendere nel 2013 a 173. Per soddisfare questo fabbisogno è necessario far ricorso all’importazione: ben l’88 per cento dell’energia arriva da altri Paesi perché la nostra produzione genera soltanto il 12 per cento.
Pochi numeri per dire che l’Italia deve fare i conti con una realtà energetica molto pesante, la quale influisce sull’economia ma anche sull’ambiente nel quale viviamo. Eppure solo nel 2012, vent’anni dopo l’ultimo tentativo fallito, il governo (allora guidato da Mario Monti) ha sentito il bisogno di studiare una strategia energetica nazionale per tracciare delle linee a cui far riferimento indicando delle priorità.
Intanto viviamo anche di contraddizioni. Per esempio, importiamo energia elettrica dall’estero per circa il 5 per cento del fabbisogno nonostante vi sia un esubero della nostra capacità di produzione e quindi facciamo funzionare le centrali meno di quanto potrebbero. La ragione è che costa meno comprare energia dalla Francia, dalla Svizzera e dall’Austria, dove si produce a minor prezzo grazie alle centrali nucleari. Inoltre abbiamo riserve petrolifere che non vengono utilizzate (187 milioni di tonnellate). Come mai?
Le domande che nascono affrontando il tema energetico sono numerose. A queste risponde il libro Energia per l’Italia curato da Giovanni Caprara e pubblicato da Bompiani. A parlare sono direttamente gli esperti dei vari settori, con un linguaggio semplice che aiuta a capire, fornendo un’informazione precisa, essenziale ed esauriente.
Nelle mani della politica. Proprio perché l’energia è preziosa per garantire lo sviluppo, spesso diventa un argomento manipolato politicamente secondo diversi interessi. Perciò è bene avere le idee chiare in materia per sapere come comportarsi. Il libro spiega com’è organizzato il mondo energetico, analizza come e chi consuma, chi produce, dalle fonti rinnovabili al petrolio. E ancora: come arriva l’energia nelle case o nelle fabbriche, quanto e come paghiamo l’energia? E ricostruisce anche la situazione del nucleare e delle sue scorie. Nello stesso tempo si affronta l’altra faccia del pianeta energia; cioè le conseguenze del suo utilizzo sull’ambiente sino ad arrivare alle relazioni con il cambiamento climatico.
Dal contesto generale legato all’energia emergono due aspetti importanti: il nuovo modo di guardare ai nostri fabbisogni, cercando di non fare sprechi, e, dall’altra, la necessità di dedicare più attenzione e risorse alla ricerca, dalla quale possono nascere tecnologie utili anche alla creazione di nuove iniziative industriali, di cui il nostro Paese ha bisogno per rilanciare l’economia.