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 2014  dicembre 05 Venerdì calendario

PERISCOPIO

A Roma si dice che il più pulito ha la rogna. Jena. La Stampa.

Manager corrotti, funzionari arrestati, ex sindaci indagati, assessori dimessi. A Roma non potrebbe andare peggio. Oddio, potrebbe sempre nevicare... MF.

Per meglio garantire l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina, a Kiev è stato formato il nuovo governo. Alle Finanze va un’americana, all’Economia un lituano, alla Sanità un georgiano. Massimo Boffa. Il Foglio.

Renzi commissaria l’ala dem della Banda della Magliana. Via il Cecato, ora tocca al Libanese. Spinoza. Il Fatto.

Sono le sfortune della vita: il comunista Marco Rizzo si è preso un tenero cagnetto da tenere in famiglia. Ma la bestiola una volta entrata in casa si è trasformata in una belva anti-comunista. Ha azzannato il povero Rizzo, affondando i canini fino all’osso del suo dito e impedendogli di riprendersi il calzino. Di più: la belva è anche un po’ leghista e non sopporta gli immigrati. Così ha aggredito anche la colf moldava del leader comunista. Rizzo è corso subito a farsi una assicurazione: «Altrimenti mi fa finire in galera». E ha filmato quella che sembra una mansueta bestiola mentre ruggisce come un leone. Franco Bechis. Libero.it

A proposito di okkupazioni (e di Faraone): forse bisognerebbe istituzionalizzarle alla stregua di un postmoderno carnevale. Cinque giorni e poi tutti di nuovo in classe. O così non sarebbe più figo? Massimo De Angelis. Il Foglio.

Non ripassano, certi autobus. Una volta andati, ciao. Prendete la Calabria: conquistò 233 mila voti (quasi il 25%), alle politiche del 2013. Ne ha persi l’altra settimana 200 mila. E quando mai li recupererà più? Con questa strategia, poi! «Non ci sono più parole per descrivere il lento e inesorabile, ma tutt’altro che inevitabile, suicidio del Movimento 5 Stelle», ha scritto Marco Travaglio, che pure non faceva mistero di averlo votato. «Un suicidio di massa che ricorda, per dimensioni e follia, quello dei 912 adepti della setta Tempio del Popolo, che nel 1978 obbedirono all’ultimo ordine del guru, il reverendo Jim Jones, e si tolsero la vita tutti insieme nella giungla della Guyana». Gian Antonio La Stella. Corsera.

Berlusconi cambia spesso le statuine del suo presepe personale... Ricordi quando diceva che Fini sarebbe stato il suo successore? No, dico: a un certo punto indicò persino la Brambilla e io me lo ricordo Tremonti, a cena, che quando lo seppe quasi mi svenne davanti al ristorante... No no... Debbo dire la verità? Berlusconi vuole governare con lucidità, e la parola lucidità qui la dico e qui la nego, una fase di transizione del Paese d’intesa con il Pd: poi, se al termine di questo percorso lui ce la facesse a vincere ancora, allora sarà Napoleone. E se non ce la facesse? Gestirà la sconfitta con il suo vero erede che è Renzi, chiaro! Perché è Renzi il capo della nuova generazione che si riconosce nel trasversalismo inventato da Berlusconi medesimo. Staffetta perfetta. Giuliano Ferrara. Corsera.

Heiner Müller ha detto una volta che «l’ottimismo è soltanto carenza di informazione». Io sono abbastanza informato. Sono nato e cresciuto in Turchia, e adesso sono 50 anni che vivo in Grecia. So che quando una crisi colpisce i Paesi con economie deboli, poi non è facile venirne fuori. Petros Márkaris, scrittore greco. La Stampa.

E comunque, se, come dice Pablo Iglesias, capo del movimento spagnolo Podemos, ti impegni a fare uscire la Spagna dalla Nato, sarebbe meglio evitare altre promesse come «la salute, la scuola, la casa per tutti!», perché le risorse che avrai è probabile che tu debba metterle nelle spese militari, prima che a qualche aspirante califfo venga in mente di risolvere i suoi problemi di bilancio con l’invasione delle Canarie. Francesco Cundari. Il Foglio.

L’avvocato Bellocchio che figura tra i fondatori del Circolo dell’Unione era mio padre. Se avessi chiesto l’ammissione al Circolo quarant’anni fa (ma non ne avevo la minima intenzione) sarei stato sicuramente respinto, come traditore della mia classe. Ora prendono tutti, purché paghino la quota. Preferisco quella vecchia borghesia, che sapeva distinguere. Oggi non esiste più. Oggi la mia vita a Piacenza è quella di un ultraottantenne che, oltre alla naturali offese dell’età, patisce quelle supplementari dell’amministrazione e dei servizi. Chi è più in grado di decifrare una bolletta del gas, telefonica, un bilancio condominiale, una tassa? Io non ho la forza di provarci, e la cosa mi avvilisce e mi nausea. Numeri, sigle, formule misteriose. Non riesco neanche più a leggere i giornali, vedere la televisione, andare al cinema. Bombardati dalla pubblicità. Assediati telefonicamente da offerte che si spacciano per convenienti. Il libero mercato ha scatenato il nostro peggio. Rimpiango i monopoli. Piergiorgio Bellocchio, fondatore di Quaderni piacentini. la Repubblica.

I giornali si sono occupati di Gianni Grisenti che si è visto rifiutare una supplenza in una zona del Basso Sarca perché si è presentato a piedi nudi. Grisenti invece dovrebbe avere la possibilità di guadagnare quel poco pane che dà la scuola, anche senza scarpe, tanto più che ai giovani la cosa non fa né caldo né freddo. È meglio un professore a piedi scalzi che uno impreparato: ma il secondo si nota meno. Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.

Una delle testimonianze più toccanti è quella delle suore che, al momento di preparare la minestra, mettono il lardo per ultimo, in modo di permettere ai loro «ospiti» ebrei di servirsi per primi rispettando i loro divieti alimentari. Ma a spingere per la caccia agli ebrei furono bande autonome di fascisti che dipendevano direttamente da Kappler. Motivate più dall’avidità del bottino che dall’ideologia, utilizzavano, in modo che sarebbe farsesco, se non ci fosse di mezzo questa immane tragedia, la sigla «Servizi speciali», per presentarsi così come SS italiane. Ad aiutarli c’è perfino qualche ebreo, che cerca di salvare la pelle e, allo stesso tempo, sfoga rancori personali. Ma, di fronte alle infamie di alcuni, c’erano borghesi ed operai che si tolsero il pane di bocca per sfamare gli ebrei nascosti, o quella folla di popolane che salvò un giovane ebreo riempiendo di botte il fascista che cercava di arrestarlo. Anna Foa, Portico d’Ottavia 13. Laterza.

L’uomo è nato per obbedire a una donna che finge di obbedirgli. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 5/12/2014