Paola Maraone, Gioia 4/12/2014, 4 dicembre 2014
INTANTO C’È SILVANO
[Victoria Cabello]
Cosa farà dopo ancora non lo sa, forse una piccola vacanza perché, minimizza, «sono, in effetti, un po’ stanca». La giornata tipo di Victoria Ellen Cabello, giudice dell’ottava edizione di X Factor e tutor delle concorrenti under 24, nata a Londra e cresciuta a Valsolda, in provincia di Como, comincia molto presto e finisce molto tardi, «al giovedì sera, quando c’è la diretta, anche alle tre». Ogni mattina c’è da accudire Silvano, l’adorato cocker bianco, con lei anche sul set del servizio di queste pagine: «Siamo inseparabili. Dormiamo assieme, sveglia alle 7.30, passeggiata, poi a casa per colazione. Mi segue ovunque, anche nei camerini di Sky. Ultimamente è diventato amico del cane di Mika, guardano la trasmissione assieme, vanno d’accordo». Come i rispettivi proprietari, sembrerebbe. È vero, io e Mika siamo molto in sintonia. Condividiamo uno sguardo ampio sul mondo, entrambi abbiamo viaggiato tanto. Lui in particolare è l’uomo con la valigia: dopo tre giorni che sta fermo in un posto ha bisogno di ripartire.
Lei, invece?
Soprattutto quando lavoro Milano è il mio centro, la mia cuccia. Sono un’abitudinaria. Scendo dal letto appoggiando il piede destro per primo, frequento sempre gli stessi posti. Nell’Arena di X Factor la pressione è alle stelle. Se non potessi rifugiarmi tra i miei oggetti, che mi danno un senso di protezione, non so quanto reggerei. Se è stressante per lei che fa tv da anni, figuriamoci per i concorrenti.
Però guardi, alcuni di questi ragazzi sono proprio animali televisivi, sorridono nell’istante esatto in cui le telecamere fanno clic, poi, fuori onda, tornano a spegnersi. Altri invece all’opposto sono divorati dall’ansia. Come la “mia” Vivian, che faceva tutto bene fino alle prove e sul palco si sgonfiava.
Com’è essere l’unica donna della squadra?
La fatica più che altro è stata essere l’unica non artista. Anche se ho alle spalle dieci anni di tv musicale a Mtv, mi è sembrato di dover lavorare il doppio per essere credibile. Quanto ai ruoli: Mika mi sostiene, mi protegge. Morgan... dopo ogni esibizione lo guardo per studiare le sue reazioni, e penso ai tempi di Videomusic, quando c’era lui su quel palco, e io ero una veejay esordiente che tentava di farlo conoscere al pubblico italiano. È l’anima di X Factor senza di lui il programma come lo conosciamo non esisterebbe. Però ha sempre modalità un po’ urticanti, e a me verrebbe da dirgli: ehi, tu eri quel ragazzetto lì. Io ti conosco, con me non devi darti arie.
E Fedez?
Fedez... È, diciamo, un po’ il nostro Balotelli.
Lei invece?
Mi sento Gigi Buffon, cerco di parare i colpi sperando che non mi arrivino troppi gol. Però sono stata fortunata, ho avuto la squadra che tutti volevano. Vivian, Camilla, Ilaria sono piene di talento, insicure, stimolanti, meravigliose. Strane in un modo che da speranza. Belle, vere, emotive.
Quanto a emotività anche lei non scherza.
Ci sta che nei momenti difficili venga fuori la lacrima. X Factor è un’esperienza tosta, di accudimento totalizzante. I ragazzi mi hanno riempito le giornate con pensieri buffi e preoccupazioni. Li guardavo e pensavo che volevo abbracciarli e dir loro: «Andrà tutto bene». Anche Morgan, del resto, mi fa venir voglia di abbracciarlo.
In trasmissione ha scherzato più volte sul fatto che le piacerebbe trovare un fidanzato.
Nella realtà il lavoro mi assorbe al punto che non avrei tempo per l’amore. Ho bisogno di vivere appieno quel che sto facendo, allora per adesso mi va bene non essere in coppia. Quando sarà finito X Factor, vorrò ben pensarci.
L’uomo ideale per Victoria.
Ne vorrei uno che mi facesse sentire donna e mi togliesse di dosso la sensazione di dover sempre tirare la carretta. La Litizzetto mi ha detto: «Sei l’unica femmina che conosco che si può inviare via fax. Ma anche l’unica in grado di cambiarsi le gomme dell’auto da sola».
Il che, almeno in teoria, è un pregio.
Certo, perché non ho bisogno di dipendere, basto a me stessa. È pur vero che mi piacerebbe incontrare una persona con cui fare almeno un pezzo di strada, condividere qualche bel progetto.
Dia un voto alla sua vita sentimentale fin qui.
Ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali. I miei ex adesso sono amici, punti di riferimento. Li frequento ancora tutti, tranne uno.
Si riferisce forse al grande artista?
(Ride) No, Maurizio Cattelan è una persona splendida. Uno dei miei più saldi ancoraggi.
Ora, Victoria, faccia il giudice che giudica se stesso. Nel privato e sul lavoro.
Con gli uomini non riesco a fare uscite di scena graduali. E forse dovrei essere più indulgente. Invece a X Facfor mi sono piaciuta. Ho cercato di muovermi con rispetto e delicatezza: è veramente capitale umano, quello con cui ci siamo misurati in questi mesi. Per le mie ragazze sono stata mentore, consigliera, mamma.
A proposito di maternità...
Ci penso tanto, sa, da anni. Da obbligo che era, per la nostra generazione fare figli è diventata una scelta, almeno nel mondo occidentale. È un atto d’amore che richiede tanto coraggio.
Atto da compiere anche da sole, nel caso?
Ammiro chi ci riesce, io non so se me la sentirei. Però è una tappa che non voglio saltare, non me lo perdonerei mai. Non è un mistero che noi personaggi pubblici siamo autocentrati, egoriferiti, altrimenti non faremmo questo mestiere. Ecco, non vedo l’ora di poter spostare l’attenzione da me a un altro essere umano. Per ora ho il cane, ma non è proprio lo stesso. Anche se ogni mattina, appena apro gli occhi, guardo il mio Silvano e gli dico: «Ti amo».
Qual è, invece, l’ultima cosa che fa la sera prima di addormentarsi?
Accarezzo la testa di una madonnina in ceramica che tengo sul comodino e la saluto: «Buonanotte, cara».