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 2014  dicembre 05 Venerdì calendario

DOLORE

«Un tifoso ricorda le sconfitte molto più dei successi. La tua squadra può aver vinto per tutto l’anno, e perso una volta. Tu avrai sempre in mente quella partita. Alla fine è sempre il dolore a essere il più forte» (Nick Hornby).

SCONFITTE «Cosa mi resta della mia carriera da centravanti? I gol sbagliati e le sconfitte. Delle vittorie ho goduto poco, perché sono subito volate via. Le sconfitte no, sono rimaste qui. E ancora ci combatto. La retrocessione in B del Genoa causata anche da un mio rigore sbagliato e la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool ancora mi vengono a trovare ogni tanto» (Roberto Pruzzo).

COLPE «Non voglio dare colpe all’allenatore, non sarebbe corretto: parlo di responsabilità, sue ma anche nostre. Mazzarri era molto tartassato. Forse lui doveva gestire meglio tutta questa pressione, ma anche noi. Solo che dentro alla nostra squadra ci sono anche ragazzi di 21 e 22 anni, che fra qualche anno saranno top player europei ma pur sempre 21-22 anni hanno...» (Andrea Ranocchia).

FREGARSENE «Gli ultimi due anni sono stati emotivamente difficili. Un divorzio, gli infortuni e la nuova storia d’amore. Davvero ho imparato a fregarmene di ciò che gli altri pensano di me» (Lindsey Vonn).

MAESTRO «Forse tiro poco, ma a volte preferisco passare ai compagni, questo è il mio gioco. I calci da fermo? Mi piace tirare le punizioni e ho sempre la sensazione di poter fare gol. Non tiro come il mio maestro Juninho Pernambucano, il suo è proprio un calcio diverso» (Miralem Pjanic).

QUARTIERE «Rimettere a posto il campo storico del Chievo era il sogno di mio padre. Io da bambino venivo qui a giocare, era un’ex cava. Mancava qualcosa che potesse distinguere il quartiere, ho avuto la fortuna di poter dare il la a questo progetto. Spero diventi una cosa di tutta la città» (Luca Campedelli).

CASA «I tatuaggi non li capisco, devono avere un significato importante. Che senso ha coprirsi il corpo? E i videogiochi tolgono energia e concentrazione, l’ha dimostrato uno studio scientifico. Io lo dico e lo ripeto ai ragazzi, ma non posso entrare a casa loro» (Eusebio Di Francesco).

TATUAGGI «L’ultimo tatuaggio di Radja è una tigre con un veliero, bellissimo. Anche a me i tatuaggi piacciono, ne ho sei, ma la sfida la vince nettamente lui, il più “matto”. Già sarà a cinquanta…» (Riana Nainggolan, sorella gemella del centrocampista della Roma).