Gabriella Monteleone, Europa 2/12/2014, 2 dicembre 2014
CHI SONO GLI UOMINI CHE COMBATTONO LA MAFIA ROMANA
Un vero schiaffo che chiamava in causa tutti esortando ad alzare il livello di guardia perché corruzione e criminalità organizzata, sì proprio questa, la fanno da padroni anche nel Lazio ormai «al secondo posto per riciclaggio» tra le regioni italiane. E come ogni organizzazione mafiosa che si rispetti, è caratterizzata dalla «trasversalità di appartenenza politica sia al suo interno che per i contatti esterni al fine di ottenere appalti e lavori» ha spiegato Pignatone. Un classico insomma.
Non a caso, quindi, l’operazione scattata oggi, e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, vede balzare all’ordine del giorno un capo di imputazione così impegnativo come l’associazione mafiosa, insieme alla corruzione naturalmente e all’usura, il riciclaggio ed altro. Tutti reati da vera holding mafiosa (anzi, in questo caso fascio-mafiosa se è vero che l’ex Nar Massimo Carminati ne tirava le fila).
Materia ben nota alle mani esperte di Giuseppe Pignatone che ha coordinato le indagini (nate dal 2010 da un’intuizione dell’aggiunto Saviotti, ora scomparso) di tre sostituti non certo di primo pelo, vere punte in tema di corruzione – come Paolo Ielo e Giuseppe Cascini – e di mafia come Luca Tescaroli.
Le biografie di questo pool ne dimostrano l’esperienza. La guida, Pignatone, è considerata persona moderata e pacata quanto determinata, non incline certo alla facile esposizione. La lunga carriera l’ha visto protagonista alla procura di Reggio Calabria dove da capo ha indagato sempre in squadra raccogliendo successi mai visti da quelle parti.
Poi Pignatone divenne aggiunto a Palermo, dopo Giancarlo Caselli: fu scelto come braccio destro da Pietro Grasso che allora guidava la procura (a scapito dei “caselliani” appunto) e questa vicinanza gli costò, anni dopo, la nomina di procuratore di Palermo. Nel 2006, infatti, nello scontro con il candidato di Md Guido Lo Forte, pur di non farlo prevalere la corrente di sinistra si schierò con Messineo che ebbe la meglio. Per Pignatone votarono solo Magistratura indipendente e i candidati laici di centrodestra.
Persino la corrente di Unicost, alla quale appartiene, l’aveva abbandonato. Ironia della sorte, Pignatone che ora guida la procura più grande e più importante d’Italia è attorniato da illustri esponenti proprio di Magistratura democratica, con la quale peraltro sembra intendersi alla grande.
Non c’è, solo, Nello Rossi che da aggiunto guida il pool economico della Capitale. Anche Giuseppe Cascini e Paolo Ielo – coautori delle indagini che hanno portato agli arresti di oggi – appartengono alla corrente di sinistra. Mentre Luca Tescaroli è defilato rispetto all’Anm.
Appena due giorni fa il procuratore Pignatone aveva disegnato un quadro inquietante della Capitale giusto alla conferenza del Pd, al teatro Quirino, denunciando i rapporti tra mafie e politica, amministratori locali e imprenditori.
Giuseppe Cascini dal 2008 è stato anche segretario dell’Associazione nazionale magistrati, ha sempre svolto funzioni di pubblico ministero (con Rodolfo Sabelli è stato titolare dell’inchiesta sulle scalate a Bnl da parte di Unipol, Ad Antonveneta e ad Rcs). Paolo Ielo è a Roma dal 2008 dopo essere stato gip a Milano ai tempi di Mani pulite, era “il giovane” del pool. Indagò da pm sempre a Milano sui magistrati corrotti (processi Sme, Imi-Sir e Lodo Mondadori), ma la sua esperienza in tema di tangenti risale a ben prima, al processo sulla metropolitana milanese che inquisì Bettino Craxi.
Luca Tescaroli invece è il pm che rappresentò l’accusa nel processo per la strage di Capaci con Paolo Giordano ottenendo 24 condanne all’ergastolo, ma ha seguito anche l’inchiesta per l’omicidio di Roberto Calvi-Ambrosiano. A lui si deve anche la vecchia inchiesta sui mandanti occulti per le stragi, quella su Alfa e Beta (Berlusconi e Dell’Utri) archiviata non appena Tescaroli lasciò la procura di Palermo. Ma sulla scia di quelle indagini i colleghi di Caltanissetta lavorano ancora alla ricerca dei mandanti esterni delle stragi del ’92/’93.