D, la Repubblica 29/11/2014, 29 novembre 2014
CHEF IN CRESCITA
Quando pensa a un nuovo piatto fa uno schizzo su carta, per vedere l’effetto che fa. Il suo stile lo autodefinisce progressive cuisine, perché frutto di un lavoro di continuo adattamento e ispirazione. «Ma non ho voglia di farmi etichettare», dice. Flynn McGarry, che vive nella Fernando Valley vicino Los Angeles, ha appena 15 anni ma è un baby-chef prodigio con le idee molto chiare. A 10 diceva già di voler diventare un cuoco stellato, oggi non solo esercita con successo la professione ma progetta il suo primo ristorante. Il New York Times l’ha messo in copertina, Forbes fra i teenager più influenti al mondo e c’è chi lo definisce il “Justin Bieber dei fornelli”. L’ambizione non gli manca, ma a chi si ispira? «A Thomas Keller», dice. Proprietario del French Laundry, fra i migliori ristoranti del pianeta e il cui libro, French Laundry Cookbook, lo folgorò anni fa. Quando la passione si è fatta seria, la mamma (un tempo executive alla NBC) ha iniziato a postare suYoutube le sue performance, la sorella aIl animare il blog The sister of a culinary prodigy. Per agevolare il talento di Flynn il soggiorno di casa è stato trasformato in un “supper club”, l’Eureka: una sala per una ventina di persone, con menù-degustazione di 12 portate (da 160 dollari a testa), prenotazione obbligatoria e con largo anticipo.
Nel frattempo lo stagista di lusso McGarry è stato conteso dagli chef più amati negli Usa: da Kris Morningstar a Grant Achatz. In questo periodo poi tiene serate-evento al BierBeisl e al Fifty Seven di Los Angeles, mentre continua l’apprendistato all’Alma con Ari Taymor. Adesso lui dice di voler finire il suo primo libro e progettare un reality show che gli permetta di girare il mondo e lavorare nei ristoranti più esclusivi. «Il rischio?», si chiede Daniel Humm, dell’Eleven Madison Park di New York (che l’ha voluto come visiting-chef del suo ristorante). «Di sprecarsi troppo presto. Un talento come il suo va coltivato con pazienza, in cucina il rischio di “bruciarsi” è altissimo».