Francesco Palmas, Avvenire 2/12/2014, 2 dicembre 2014
L’ESERCITO DEI BIMBI ADDESTRATI DALL’ISIS
Nelle terre dominate dal Califfato islamico, i bambini non giocano più alla guerra. Si preparano a combatterla. Alcuni costretti, altri “comprati” alle famiglie. Pochissimi sono i volontari orfani. Tutti vengono plagiati e indottrinati in campi di addestramento ad hoc. Ne hanno gli jihadisti dello Stato islamico, ma anche quelli di al Nusra, del Fronte islamico e di Junud al Sham. Le immagini diffuse sono atroci. Fin dal titolo, un video propagandistico dell’Is, è emblematico: «Sangue della Guerra santa 2». Le sequenze sono girate in un poligono per soli minori nella provincia di Ninive, dedicato al fondatore di al Qaeda in Iraq, Abu Musab al Zarqawi. Mostrano almeno 15 fanciulli intenti nel combattimento corpo a corpo; altri che armeggiano con fucili mitragliatori; altri ancora impegnati in qualcosa di molto simile a tattiche di fanteria. Gli integralisti dell’Is sanno benissimo che i bambini imparano con facilità ad impiegare armi automatiche leggere, poco pesanti e maneggevoli. Sebbene meno forti, sono più agili, spesso inconsapevoli dei rischi, se non addirittura sprezzanti. Si adattano più di altri a situazioni estreme. Sono “combattenti subdoli”, sfruttati per eludere più facilmente i controlli e ingannare l’avversario, che tende a considerarli innocui.
Usciti dai campi dell’Is, formeranno gruppi standard, di 30-40 individui, spesso coetanei, comandati da pochi adulti. Alcuni finiranno in prima linea, altri si immoleranno per la causa, indossando cinture esplosive. È già avvenuto in Afghanistan, in Pakistan e in Mali, fra il 2010 e il 2013. Un altro video propagandistico dell’Is ritrae un campo di addestramento riservato a bimbi kazaki. Incerta l’ubicazione, anche se diverse fonti lo collocano nei pressi di Raqqa, in Siria. Spiccano minori in addestramento e istruttori che consegnano loro fucili di precisione. Sembrano americani, russi e austriaci. Una scena stringe su un piccolo kazako. Avrà meno di 16 anni. Assembla con cura un Kalashnikov. Poi farnetica, sfidando la videocamera: «Vi uccideremo tutti, miscredenti». Un poligono simile è stato bombardato il 23 novembre scorso proprio a Raqqa. Ma la città ne ospiterebbe diversi. Altri sorgono nei pressi di Aleppo. I ceceni di Junud al-Sham hanno le loro infrastrutture nell’area di Latakia. Tutte “dedicate” ai bambini-soldato.