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 2014  dicembre 02 Martedì calendario

QUEI TREMILA EURO AL MESE DI SUSSIDIO CHE LA DANIMARCA PASSAVA A QUEI 28 SEGUACI DEL CALIFFO CHE HANNO IMBRACCIATO LE ARMI DELLO STATO ISLAMICO

La Danimarca manda i cacciabombardieri per colpire le basi del Califfato, ma paga il sussidio ai volontari della guerra santa che sono andati a combattere in Siria. Il 25 % dei mujaheddin «danesi», che hanno imbracciato le armi per lo Stato islamico, incassava l’assegno di disoccupazione.
Il paradosso del politicamente corretto è venuto a galla grazie ai servizi segreti di Copenaghen, come ha riportato Gianandrea Gaiani, esperto di temi legati alla Difesa. Il tollerante e ricco welfare danese pagava il sussidio a 28 seguaci del Califfo partiti per combattere. L’assegno di disoccupazione può superare i tremila euro al mese. Un sussidio fra i più alti al mondo di 801 corone (180 euro) al giorno, anche se alcuni jihadisti incassavano di meno dallo stato danese. L’assurdo è che la Danimarca ha inviato sul fronte del Califfato 7 cacciabombardieri F-16 con un gruppo di appoggio di 250 uomini schierati in Giordania e Iraq. La partecipazione degli aerei di Copenaghen allo sforzo della coalizione a guida Usa di piegare il Califfato ha registrato a fine novembre 74 missioni ed una sessantina di obiettivi attaccati. Il tabloid Bt ha rivelato che l’agenzia di sicurezza interna danese ha identificato 28 jihadisti beneficiari del sussidio. Quindici devono restituire il maltolto incassato mentre combattevano contro gli infedeli, 8 sono ancora sotto inchiesta e per 5 le indagini sono state archiviate per insufficienza di prove.
Non è un caso che la Danimarca vanta il record negativo di secondo Paese europeo per il più alto numero di combattenti della guerra santa in proporzione alla popolazione (5,6 milioni). Oltre 100 danesi avrebbero lasciato il Paese, che li ha ospitati e nel 25% dei casi sovvenzionati come disoccupati, per combattere in Siria. La Danimarca è seconda solo al Belgio quanto a volontari della guerra santa.
Lo scandalo del buonismo occidentale che concede assegni caritatevoli alle serpi in seno ha riguardato ancora prima l’Inghilterra. Abu Hamza, il predicatore della guerra santa con l’uncino, perché ha perso un braccio combattendo in Afghanistan, otteneva addirittura il sussidio per le menomazioni di guerra dal governo inglese.
Nel 2005, dopo il secondo attacco alla metro di Londra, Hamdi Adus Issac, alias Osman Hussain, uno dei terroristi del fallito attentato, poi arrestato a Roma, viveva grazie ai sussidi inglesi. Dalla casse britanniche fra assegni di disoccupazione, appartamenti gratis, benefit per la moglie ed i figli incassava l’equivalente di 21.119,20 sterline all’anno, oltre 32mila euro. Gli altri quattro componenti della cellula africana ricevevano in sussidi un totale di 71mila sterline l’anno.
L’ultimo scandalo a Londra è venuto a galla nell’ottobre 2013, quando gli americani hanno catturato a Tripoli Abu Anas Al Liby, un terrorista super ricercato. Nel 1995 aveva ottenuto l’asilo politico in Gran Bretagna e relativo sussidio. Due anni prima fotografò le ambasciate americane in Kenya e Tanzania in una missione di ricognizione. Nel 1998 Al Qaida fece saltare in aria le due sedi diplomatiche, grazie ai piani di Al Liby, provocando 224 morti.