Matteo Basile, Il Giornale 2/12/2014, 2 dicembre 2014
QUANDO BASTANO DEI CALLI ALLE MANI PER FAR SCOPPIARE UNA GUERRA TRA MASSIMO CASSANO E IL GOVERNATORE PUGLIESE NICHI VENDOLA
Alleanze? Leggi? Ideali? Macché. Il motivo principale di polemica politica è la cura, o meno, del proprio corpo. E così scoppia lo scontro a colpi di limetta tra il sottosegretario al Lavoro di Ncd Massimo Cassano e il governatore pugliese Nichi Vendola.
Succede che Vendola, interpellato su una possibile coalizione con il Nuovo centrodestra in Puglia replichi così. «Ritrovarsi in coalizione con Massimo Cassano? Una roba da Stephen King», ha detto. La replica di Cassano non si è fatta attendere e non è certo stata tenera. «Signor Vendola, la vera differenza tra me e lei sta nelle mani. Le sue sono fresche di continue ripassate dalla manicure, le mie hanno i calli che distinguono chi è nato nelle periferie diroccate delle nostre città del Sud, mondo a lei e ai suoi sconosciuto», ha detto Cassano che poi rincara la dose: «Lei non sa cosa sia la fatica, non sa cosa sia svegliarsi all’alba per lavorare. Anzi, poiché lei è l’immagine perfetta del privilegiato che vive mendicando voti in cambio di promesse, non sa anche cosa sia la soddisfazione di raggiungere traguardi fondamentali nella vita di ogni uomo potendo contare esclusivamente sulle proprie forze». E poi arriva il colpo basso: «Vendola non sa cosa sia una famiglia che ti accoglie nei momenti difficili, non immagina minimamente quali siano le gioie e le responsabilità dell’essere padre e marito».
Apriti cielo, scoppia il pandemonio. Il coordinatore pugliese di Sel Gano Cataldo tuona. «La polemica diventa inaccettabile quando allude e insinua sulle persone». A meno che il protagonista della frase non sia una amico. Perché la replica di Vendola a Cassano sfocia altrettanto, se non peggio, sul personale. «Un uomo senza niente nel proprio curriculum, che è sottosegretario per grazia ricevuta, che si permette di esprimere parole così offensive, da omofobo bigotto quale egli finge di essere, dovrebbe essere cacciato dal governo per ragioni di decoro pubblico», attacca Vendola.
Finita qui? Neanche per idea perché Cassano controreplica. «Vendola fa un uso strumentale, ipocrita e fuori luogo del tema dell’omosessualità. A questo punto l’unico omofobo, tra noi due, è lui». E ancora. «Scuse? È Vendola che deve chiedere scusa a me e alla mia famiglia e ai miei figli per le parole che ha detto», afferma a La Zanzara su Radio 24. «Ho scritto che ho i calli alle mani – dice Cassano – mentre le sue sono fresche di continue ripassate dalla manicure. Volevo solo dire che lui non ha mai lavorato in vita sua. Mentre io ho scaricato i tufi, ho tagliato uva, ho lavorato nelle campagne e in banca per 15 anni, faccio il commercialista e sono in politica da quando avevo 18 anni nella Dc. Si è offeso? Ma chissenefrega – attacca Cassano – ho amici gay che mi votano ed esco fuori con loro ogni sera. Non mi farà mai dire nulla contro i gay. Lui ha sfruttato i gay all’inizio, si è mascherato dietro l’essere gay». Cassano ha poi concluso «Anch’io vado dalla manicure. Che c’è di strano? Molti della mia città lo fanno. Non è una frase omofoba».
Omofobia, cattivo gusto o sterile polemica poco cambia. Dopo la svolta pro estetista della candidata Pd in Veneto Alessandra Moretti, ecco il «manicure gate». Poi ci si chiede il perché dell’astensionismo.