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 2014  novembre 30 Domenica calendario

LA VIOLISTA MORTA DOPO L’INIEZIONE ACCARDO: CON LEI FECI IL PRIMO PROVINO

ROMA Il maestro Salvatore Accardo si commuove al ricordo della signora Lina Lama che non c’è più. E subito racconta: «Concerto-saggio di fine stagione all’Accademia Chigiana di Siena, l’anno mi pare il 1958 o il ‘59. Questo era lo schieramento: Claudio Abbado dirigeva Bach, Zubin Mehta la prima sinfonia di Brahms, Daniel Barenboim interpretava Beethoven. Eravamo tutti ragazzi, io ero il violino solista per Mozart. E sì che c’era anche lei, Lina Lama, prima viola della leggendaria orchestra Scarlatti della Rai di Napoli. Prima che le distruggessero tutte, le orchestre della Rai...».
Lina Lama (nella foto sotto) è morta a 92 anni venerdì scorso al Policlinico Gemelli di Roma, anche lei come altri anziani, in tutt’Italia, dopo aver ricevuto qualche giorno prima il vaccino antinfluenzale Fluad. Morte sospetta. Il suo cuore le si è fermato all’improvviso, lei che non aveva mai avuto problemi di questo tipo, «mai una tachicardia, neanche una palpitazione», ha raccontato una nipote arrivata da Napoli. Lei che «a 92 anni ancora guidava» e «alla sua età non aveva neppure la badante, perché da sempre era abituata a fare tutto da sola».
«Energica, sì» interviene Bruno Cagli, scrittore e musicologo, presidente-sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, alla cui famiglia apparteneva da anni ormai anche Lina Lama con il titolo di «accademica effettiva». «Grandissima didatta — continua Cagli —. Carattere forte, estremamente rigorosa e per tanti ragazzi del Conservatorio punto di riferimento come oggi purtroppo non ve ne sono più». Carolina Lama era un «marchio di qualità» e il maestro Accardo conferma: «Anch’io, se posso dire, a 13 anni ebbi la sua approvazione. Eravamo a Napoli, lei a quel tempo era molto legata al violista Giovanni Leone, allievo del mio maestro Luigi D’Ambrosio, che un giorno decise di portarmi proprio davanti alla signora per una prova: tremavo dall’emozione, ma alla fine andò bene. Nel corso degli anni, poi, la Professoressa — come la chiamavano pure — ebbe tantissimi allievi, molti dei quali hanno avuto fortuna. Un esempio? Francesco Fiore, prima viola dell’orchestra dell’Opera di Roma».
Per farle il funerale, ora, bisognerà attendere l’autopsia.